sabato 27 dicembre 2008

Un altro Illuminismo

(foto di Garimar)
Di Paolo Barnard



"Qui si tratta di immaginare un altro modo di essere uomini e donne insieme, un altro Illuminismo. Niente di meno, o siamo morti. Chiaro?"

http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=63



Diamoci da fare tutti , perchè solo da noi dipende il nostro futuro , il nostro futuro e quello dei nostri figli e nipoti. Solo da noi puo' dipendere e da nessun altro, cerchiamo di fare qualcosa per questo mondo. Non abbiamo scuse o motivi per astenerci. Se un barlume di vita alberga ancora nei nostri cuori, dobbiamo muoverci subito, per far si che la nostra non sia una inutile esistenza.

Per noi , per tutti, per il futuro.


La proposta di Paolo Barnard:
" Ognuno di voi si impegni in questi giorni a immaginare uno o più Nuovi Diritti. Ma intendo nuovi, dirompenti, cioè sogni, quello che vorremmo come ideale assoluto, non importa quanto sembrino inapplicabili o antistorici. Immaginateli, scriveteli in poche righe, non scrivete trattati di seimila parole, ma 3 o 4 righe al massimo (leggete sotto), fatelo pensandoci bene senza fretta. E inviatemeli. Faremo un Nuovo Contratto Sociale di Diritti da tramutare in leggi dello Stato, pubblicato in questo sito e altrove, e lo faremo girare, e già avremo fatto il nostro compito nella Storia."

Il mio Nuovo Diritto :

Il diritto alla conoscenza

Ogni cittadino ha diritto ad accedere alla conoscenza in senso lato , e deve poter usufruire a largo raggio di ogni scritto dello scibile umano senza censura, deve aver diritto al tempo necessario per apprendere e informarsi.Ogni cittadino deve avere libero accesso alle autostrade informatiche. Ogni cittadino deve aver diritto ad esprimersi in libertà ed informare gli altri delle proprie opinioni senza veti e/o censure da entità di controllo.

venerdì 19 dicembre 2008

Auguro di cuore.....


Un Buon Natale

Auguro di cuore al signore (eufemismo!) , di alto incarico , degnissimo dirigente , di passare un sereno Natale, e un bellissimo fine anno.
Auguro di cuore a tale esimio signore (eufemismo) di dormire sonni tranquilli e di avere una vita colma di successo .
Auguro allo stesso, signore di cui prima , una lunghissima vita , e che il pentimento del suo comportamento possa arrivare quanto piu' tardi possibile in modo che non possa guadagnarsi il Paradiso con un voltafaccia all'ultimo istante di vita, dato che solo l'Inferno è un luogo degno per accoglierlo.

Buon Natale

lunedì 15 dicembre 2008

Sputare nel piatto in cui si mangia

La coscienza in vendita

Ieri una mia amica, mi ha dato modo di riflettere su come venga inteso il modo di sentirsi partecipe di un "sistema lavoro" che si basa sul concetto che i lavoratori prestano la loro attività e gli imprenditori pagano i lavoratori per questa loro opera.
In se il concetto è molto semplice , io mi impegno un tot di ore della mia giornata lavorativa e tu che "usufruisci" della mia attività mi paghi.

Su questo concetto basilare e semplice nella sua esplicazione si innestano tutta una serie di regole e regolette, regolamenti e leggi che fanno del diritto del lavoro (e quindi dell'attività lavorativa) una delle principali branche del diritto. In effetti gli imprenditori , tendono o meglio dovrebbero tendere a considerare uno dei principali ASSET della loro azienda il materiale umano. Uno dei principali settori da valorizzare in una qualsiasi azienda è sempre quello che viene indicato come le "risorse umane" (Human Resource - HR).
Ma anche questo elementare concetto , viene presto come dire, rivoltato naturalmente a scapito del lavoratore (o prestatore d'opera) e a tutto vantaggio dell ' imprenditore (colui che intraprende un impresa).
Comincia a questo punto una sottile guerra psicologica del tipo : non puoi certo lamentarti (tu lavoratore) , dato che in fondo io (imprenditore) ti pago.
Non stiamo parlando delle rivendicazioni sindacali su contratti e trattamenti economici , ma in questo momento, voglio sostenere il fatto che data l'appartenenza ad un impresa (come da regolare contratto che ogni dipendente puo' esibire) , lo stesso debba essere accondinscendente alle strategie aziendali che sono scelte operate da staff e dirigenti (pagati fior di quattrini per questo scopo).
Tu lavoratore lavora, lamentati al limite per la paga , ma non rompere o non sognarti di voler dare indicazioni su scelte strategiche aziendali che seguono obiettivi aziendali a te incomprensibili.
In altre parole , l'imprenditore intende , col il pagamento dell'emolumento mensile, comprare , o aver dirittto di comprare anche la "complicità" del lavoratore, la complicità o il silenzio.
In altre parole , il concetto largamente usato in campo malavitoso , ti pago (ti corrompo) per cui taci , è ribaltato pari pari nel piu' civile e moderno concetto di Impresa-Impiegato.

Tu sei dipendente di quella impresa? bene, allora sappi che devi tacere e lavorare, al limite ti viene concessa solo la possibilità di licenziarti (sempre tramite regolamentari procedure) , ma non ti viene concessa possibilità di giudizio .
Si badi bene, che regolamenti alla mano tale possibilità è prevista, solo che in pratica si sottintende che "non si puo' sputare nel piatto in cui si mangia" , non è etico , e se a qualcuno venisse in mente, i modi e i mezzi per punire tale comportamento ci sono , come la destinazione a funzioni man mano meno significative (un esempio classico) .
Perbacco, del resto potrebbe esser comprensibile per un normale cittadino e anche condivisibile il fatto che chi paga ha bene il diritto di avere assoluta lealtà e condivisione degli obiettivi aziendali.
Ecco perchè è largamente diffuso il concetto che "nessuno protesta" per cui io imprenditore posso fare il bello e il cattivo tempo.
Non è forse così?
A chi viene delegato l'onere e il piacere di eventuali proteste ? al goditore del servizio naturalmente, o meglio noto "Consumatore".
Si delega al consumatore tutto , il comportamento retto, la facoltà di giudizio, la possibilità di indirizzare il mercato.
Il benedetto Consumatore che oltre un alta capacità deduttiva, dovrebbe avere conoscenze infinite in ogni settore , sapere di elettronica, di elettromeccanica, di telefonia, di alimentazione, essere un chimico, un dottore, un avvocato, un esperto in economia , un consulente finanziario ect...oltre che rimanere impassibile e trasparente al bombardamente mediatico pubblicitario di ogni bene servizio.
Pensiamoci bene, chi secondo voi , ha piu' conoscenze per poter giudicare un prodotto / servizio?
Gli addetti alla produzione dello stesso , o chi solo usufruisce o compra quel prodotto?

Gli impiegati della Fiat , o dell'ENEL, o di Telecom, o della Parmalat, o della Unicredit, o delle FS, o dell'Alitalia, o dell'IMPS, o dei vari Ministeri, Scuola, ect... pensate che non sappiano quante magagne ci siano all'interno del loro ambiente lavorativo e della catena produttiva ?
Io credo che lo sappiamo bene, anzi molto bene , allora perchè tacciono ?
Ci chiediamo sempre perchè le cose a questo mondo vadano così male , ma la domanda che dobbiamo porci è perchè nessuno protesta ???
Perchè siamo tutti con la bocca cucita e muti di fronte a plateali ed evidenti comportamenti aziendali scorrettti e che a volte sono addirittura fuori legge?

Ma pensate sul serio che nessuno degli addetti ai lavori abbia mai intuito le frodi sul formaggio ? o sui cibi avariati? o le intercettazioni telefoniche? o la decadenza dei titoli Parmalat? o il comportamento mafioso di alcuni enti che per fornire prestazione costringono il cittadino a beghe legali lunghissime e ne chiedono parte dell'eventuale pagamento? o ancora , pensate ad esempio che non si sappia come alcuni fondi destinati a determinate attività (ad esempio per la valorizzazione Ecologica) siano in realtà destinate e dirottate verso altri investimenti tutt'altro che ecologici ?
Dove sono le proteste dove sono le migliaia di impiegati lavoratori che queste cose le conoscono benissimo?
"non sputare nel piatto in cui mangi " si dice , tagliando il discorso , chiedendo così di tacere, come se quei 1000 o 2000 euro mensili (quando ci sono) possano comprare la coscienza di tutti noi.
Ci siamo venduti per 1000 euro e il nostro silenzio tanto vale: poche migliaia di euro.
Siamo uomini da un migliaio di euro, questo è il nostro valore.
Uomini grandi che per dei valori universali hanno sempre combattuto come onestà e coscienza, di sicuro alla luce di questo mondo moderno non riposano in pace.
Non sputiamo sul piatto in cui mangiamo....del resto siamo pagati no ?

domenica 14 dicembre 2008

Torno alle origini


Garimar


Dopo tanto tempo , e tanti articoli sul mondo, sul pensiero , sulla vita e sulla morte, sono tornato a pubblicare sul mio sito , ritorno alle origini.

La mia nuova pagina dal titolo emblematico "Decadenza"


Ti verrò a trovare, perchè il ritrovarsi è certo per coloro che son amici.

giovedì 11 dicembre 2008

Provvedimenti anticrisi all'italiana

Come mi riprendo il mercato

In pieno periodo di crisi economica, e di provvedimenti sociali , per aiutare i ceti piu' deboli (o almeno così si dichiara) , si nota come le principali aziende del paese italico intendano affrontare il nebuloso orizzonte.
Ma parliamoci chiramente, perchè discorsi astratti non rendono bene conto della situazione, si parla di aziende, ma dovremmo parlare di persone, perchè infine sono sempre le persone dietro le aziende che decidono, che prendono decisioni .
Per cui non puo' passare inossservato l'ultimo provvedimento adottato dalla Autorità Garante delle Comunicazioni : Telefonia fissa, ok dell'Agcom all'aumento del canone.

L'Agcom è una autorità appunto, quindi ci sono persone (Corrado Calabrò), che rappresentano questa autorità e queste persone prendono decisioni.
Ora non mi si venga a dire che queste personalità tengano in conto i bisogni e le reali necessità dei ceti deboli e anche di quelli medi , che oramai non se la passano bene.
Il Governo sbandiera ai quattro venti che tutto il possibile viene fatto per aiutare le famiglie deboli , e che ci sarà sicuramente il blocco delle tariffe e anzi, una diminuzione delle bollette. Detto fatto , su uno dei beni piu' in uso proprio presso quelle famiglie che non se la passano bene, viene imposto l'aumento del canone base dell'impianto telefonico di 1,26 euro piu' IVA al mese (15,12 euro all'anno + 3,024 di IVA). Un tot lo prendi tu (Telecom) e un po' lo prendo io Stato (IVA).
Per cui alla fine della fiera mi riprendo con gli interessi ( dato che l'aumento sarà imperituro ) quello che ho dovuto sborsare con la mitica social card di elemosina.
Da un lato faccio finta di dare e dall'altro mi riprendo indietro qualcosa.
E cambiando sponda, faccio una domanda : possibile che pagatissimi e riveriti manager altolocati non abbiano nenche il piu' piccolo barlume di intelligenza nel considerare che in periodi come questi , se si volesse sul serio RISOLLEVARE il bilancio di un azienda non si dovrebbe andare incontro a rincari , quanto a drastiche riduzione dei prezzi ?
Da un lato si annuncia la drastica riduzione di personale (4000 esuberi oltre i 5000 della passata gestione, entro il 2010) , e altrettanto dichiarata è la volontà di vendita di asset stranieri, riducendo ancora di piu' la forza di quella che un tempo era una azienda florida.
Un unica parola sovviene alla mente : spolpamento di società. (Tronchetti Provera docet) .
Peraltro l'aumento del canone non corrisponde a nessun miglioramento del servizio , sfido chiunque dei lettori a denunciare un comportamento piu' che esemplare ad esempio in caso di chiamata per guasti al 187 (provare per credere), e la colpa non è delle persone addette, la colpa è della volontà imposta a non risolvere inefficienze di servizio, perseguendo invece obiettivi "core" piu' consone all'ottenimento degli obiettivi aziendali , che guarda caso non coincidono mai con l'interesse del "cittadino cliente pagatore" .
Avoicomunicare , lo slogan ultimo societario, un paradosso, pensando che proprio la "comunicazione" è quasi del tutto assente all'intero delle strutture societarie,
(vedi ad esempio casi di bollette contestate, o abbonamenti disdetti le cui bollete continuano ad esser emesse , o abbonamenti richiesti e mai attivati, o peggio , servizi pagati e mai attivati e via così).
Viene il dubbio che tali comportamenti strategici siano imposti per altri obiettivi e causati da malcelati attori , leggi Telefonica, l'azionista che scalpita e che mugugna.
Strapagati manager dovrebbero sapere che il "guadagno" si puo' ottenere non solo tagliando le spese e aumentando i ricavi dei servizi venduti, (quasti metodi producono solo un margine estremamente limitato), ma potrebbero ottenere molto di piu' aumentando la base del venduto , e tale aumento iperbolico si potrebbe ottenere (anche in periodo si crisi) diminuendo i prezzi.
Oltrettuto , un comportamento morale , dovrebbe impedire di aumentare il costo di un servizio che via via và peggiorando piuttosto che migliorare.
Si ribadirà che i costi di gestione sono enormi , e che i bilanci sempre piu' poveri non possono garantire la tenuta di tale infrastruttura e non possono prevedere investimenti adeguati per migliorare il servizio e la manutenzione.
Sarebbe troppo facile fare le pulci a tali ragionamenti da popolino, dato che l'azienda conosce benissimo che ci sono voci di spesa, molto piu' consistenti, che potrebbero benissimo esser tagliate , rinunciando a dividere la torta tra i commensali (consulenze, appalti,fornitori,subappalti) ; è il famoso e vecchio modello Telecom , non cambia nei secoli, un pezzo a te e un pezzo a me e contenti tutti. Si fotta il consumatore che conta come un coccio di terracotta in mezzo a bidoni di acciaio.
Siamo un paese italico , oramai solo italico e siamo sempre un paese piu' piccolo , perchè abbiamo piccoli governanti e piccoli anzi piccolissimi imprenditori, manager e dirigenti. Tutti senza nessun scrupolo morale e soprattutto senza la minima volontà di volersi assumere la responsabilità di esporre un idea giusta e impegnarsi a fondo per sostenerla. Tutti pronti invece a eseguire ordini incomprensibili , senza porsi nessun perchè, e soprattutto spacciando per miglioramenti pacchi maleodoranti di fregatura.
Senza moralità nessun uomo che sia un pezzente o un manager in cravatta puo' dirsi UOMO.
Ma questo è un concetto troppo alto per esser compreso da uomini di società come Telecom e tante altre.

lunedì 8 dicembre 2008

Angeli

Tra di noi

Parliamo di Angeli , e subito ci sovvengono pensieri di dorate praterie, di fasci di luce e di voci in coro. Parliamo di Angeli e ci sentiamo un calore dentro come antichi sapori che ci riportano al contatto con la natura, con la serenità, con la pace.
Ci sembra che solo il pronunciare la parola Angelo , basti per farci sentire diversi, piu' umani , piu' semplici , ed in parte è proprio così.
Parliamo di Angeli e alla mente si formano immagini fatte di purezza, di pulito , di fresco , di ambienti luminosi , ma non accecanti, di ambienti anestetizzati, ma non freddi. Parliamo di Angeli e pensiamo sempre ad esseri bellissimi, perfetti, umanamente vicini all'assoluto.
In verità gli Angeli esistono, sono ben presenti in questa esistenza e sono tangibili ai nostri cuori continuamente. Non sono mai però, come gli abbiamo immaginati , e quasi mai si aggirano per ambienti perfetti e luminosi. Sempre , e assolutamente sempre, per incontrarli dobbiamo scendere all'interno di noi stessi nelle catacombe del nostro spirito , e nelle fogne che la nostra materia corpo puo' sopportare. L'incontro con un Angelo non ha niente di aulico, di luminoso, di perfetto, di trombe squillanti e di cortei fioriti. L'incontro con uno spirito angelico è sempre in pieno campo di combattimento, piu' che sereni cieli, avviene su pianure inondate di sangue dei caduti, piu' che in ambienti anestetizzati e bianchi , avviene nelle caverne degli scarichi dei rifiuti umani. Piu' che con odore di pulito avviene con la puzza del tanfo della nostra coscienza putrida. Eppure esistono, sono reali , e hanno poteri sovrumani. Hanno qualcosa in piu', che non vediamo , non percepiamo, presi come siamo nel concetto assoluto di Angelo : sono come noi. Sono come noi e tra di noi , e sono nei nostri stessi luoghi, sono alle prese con angosce e dissidi come e piu' di noi , ma sono Angeli , e hanno il potere di presentarsi a noi nel nostro interno.
Non incontreremo mai un Angelo al colmo della nostra gioia, della nostra tranquillità raggiunta, quanto piuttosto solo scendendo nei bassifondi del nostro spirito. Svendendoci ai nostri principi, accettando la nostra trasformazione e la contaminazione cerebrale e spirituale, ci dobbiamo fare corrompere da quella che è "esistenza" per sperare di incontrare un Angelo.
Non lo troveremo di certo quando saremo docciati e freschi di moralità assoluta, non lo incontreremo di certo nel nostro conformismo e nella nostra assoluta certezza di dovere morale. Non lo incontreremo di certo immersi nel nostro operoso impegno sociale e umanitario. Non lo incontreremo nel nostro buonismo. Gli abissi interni che abbiamo , che ognuno di noi ha, sono l'unica strada da percorrere per sperare di incontrare un Angelo, Qualcuno che piu' di noi e prima di noi ha percorso quei meandri oscuri che formano il groviglio della nostra bassezza di uomini. Se vogliamo conoscere un Angelo dobbiamo conoscere noi stessi, accettare cio' che siamo , e quasi mai siamo cio' che crediamo o desideriamo essere. Dobbiamo conoscere i nostri piu' bassi istinti, scendere a livello del nostro animale interiore , accettarlo, farlo nostro , sporcarci con le nostre stesse mani, farci impregnare del puzzo delle cose che odiamo, o che ci sembra di odiare, e infine anientati nel nostro spirito , scorgeremo nello stesso tunnel maleodorante altri come noi, e insieme a tanti quelli che chiamiamo Angeli. Ci appariranno miserevoli e non alulici, ci appariranno sporchi e luridi, ma il nostro cuore li vedrà bellissimi, perchè vedrà l'essenza. Ecco perchè le raffigurazioni sono sempre bellissime. Perchè sono delle viste fatte col cuore. Finalmente a quel punto il cuore potrà esprimersi per cio' che è : essere uomo.
Gli Angeli esistono.

domenica 7 dicembre 2008

Il buono , il brutto e il cattivo

Sempre strana la vita

Parole profonde che hanno portato il mio cuore a riflettere molto, quelle pronunciate da una mia amica in questo giorno di festa. Il concetto è sempre il solito , ognuno di noi nella vita ha una paura , la comune paura della sofferenza. Tutti abbiam sofferto, chi piu' chi meno, chi con alterne fortune si barcamena tra alti e bassi , chi invece percorre sempre parabole discendenti e chi invece scala cime tempestose.
Ma il concetto è dentro tutti noi : paura di soffrire.
Come se fin dalla nascita fosse marchiato a fuoco sulla nostra pelle questo marchio di certificazione alla sofferenza. I primi anni della nostra esistenza sono i fondamentali , e traumi e incidenti di percorso assorbiti in tenera età, portano poi in anni piu' maturi a tenere a bada il demone della sofferenza. Come se dentro di noi ci fosse uno scrigno al cui interno chiudiamo diavoli urlanti e draghi fiammeggianti, e stiamo ben attenti che tale scrigno rimanga chiuso per non risentire quelle urla e vedere quelle fiamme che ci terrorizzano.
Ebbene la vita è strana, e sempre piu' strana , dato che spesso , a livello medicamentoso , viene indicato proprio l'apertura di tale scrigno, l'affrontare tale evento quale rimedio a questo stato di depressione interna che ci tiene in gabbia , la gabbia delle nostre paure.
Ma proprio alle parole della mia amica mi son ricordato , che se è vero da un lato, che affrontare i propri demoni è la medicina che possa renderci liberi di vivere, è pur vero, d'altro canto , che dietro ogni angolo possa nascondersi un nuovo demone.
In effetti, non esiste nessuno scrigno, i demoni e i draghi circolano liberi dentro e fuori di noi , e periodicamente tornano a visitarci con inquietudine del nostro cuore. Allora cosa serve tutta questa forza nel farsi coraggio e affrontare a muso duro queste paure?
Se non altro serve a non rendersi conto che ogni giorno è una guerra con noi stessi , con il nostro cuore , il nostro cuore da un lato e le nostre angosce dall'altro. Speriamo di non soffrire, di non piangere piu' , ma questa cosa non avrà mai fine , questa è la cosa strana della vita. Ci insegnano di Paradisi Terrestri perduti , ed è la sacrosanta verità, in effetti proprio perduti . Per cui è pia illusione quella di un giorno senza paure , o di sofferenze tenute chiuse nello scrigno. Non voglio soffrire piu', la frase piu' ricorrente , come se fosse possibile, come se fosse una verità quella di una vita scevra di ogni dolore.
La verità pura e semplice è che siamo qui e i nostri dolori sono solo delle illusioni. Ci sembra di avere il cuore spaccato, ma in realtà il cuore si spacca ogni giorno , continuamente, in un ciclo infinito. Ci sembra di toccare il fondo, ma in realtà non c'è mai fondo ed è solo una nostra illusione quella di aver una scala per tornare in cima.
La sofferenza come il dolore non esiste , come non esiste la gioia, la gioia è lo stesso dolore camuffato , come Giano bifronte, gioia e dolore, sono la stessa entità.
Sciocco impegnarsi nel cercare di tener lontana la sofferenza, allontaniamo in questo modo anche la gioia.

sabato 6 dicembre 2008

Lo scrivente

Chi l'avrebbe mai detto

Aspetti imprevedibili rendono questa nostra vita interessante da capire . A volte ci si ritrova in situazioni del tutto inaspettate; spesso si dice : chi l'avrebbe mai detto.
Siamo in un' epoca di informatizzazione spinta , e per certi versi questo nuovo mezzo offre possibilità illimitate. Niente di tutto cio' , nella vita quotidiana si immaginava diciamo 30 o 40 anni fa. Ebbene internet oramai è divenuto un normale mezzo di uso comune, anche gli anziani hanno sentito parlare di internet, e moltissimi di ogni età sono gli utilizzatori.
Con internet sono aumentate a dismisura le modalità espressive e le vetrine di esposizione. Ognuno di noi puo' creare a piacimento un proprio luogo e , si suol dire, anche una seconda o una terza identità virtuale. Sono nati a milioni i siti personali , siti di tutti i generi , da gallerie di foto , a esposizioni di arte, da pubblicazione di documenti , a siti di informazione. Poi sono arrivati gli spazi personali e i blog, ed è stato tutto un fiorire di diari on.line. Tantissimi articoli , alcuni ottimi , alcuni solo decenti, milioni in tutto il mondo. Moltissima gente che espone on.line il proprio pensiero , liberamente . Una rivoluzione di espressione.
L'esposizione on.line, delle proprie idee ha permesso a molte persone di presentarsi alla vita , al mondo , come mai avrebbero creduto di fare.
Questo è un blog, anche io in questo momento scrivo al mondo e a quanti leggeranno , chi con attenzione, chi distrattamente.
Ma non voglio parlare nè di internet nè di blog, nè tantomeno di tecnica, voglio parlare della mia professoressa di italiano.
Per vicende della vita io ho fatto le scuole lontano dalla mia famiglia , fin dalle scuole elementari e poi medie , io ho frequentato la scuola lontano da quello che è l'ambiente familiare. Non sempre si ha una famiglia canonica in cui vivere . Per cui ho frequentato le scuole inferiori vivendo presso la casa dei nonni, i quali essendo anziani , non avevano certo le capacità di seguirmi come si suol fare con i fanciulli che iniziano a studiare qualcosa.
Studiavo da solo , con l'aiuto del nonno ogni tanto .
A scuola c'era una professoressa di italiano , di grammatica italiana.
In ogni caso in italiano non avevo un rendimento buono, la professoressa aveva l'idea che dovessi impegnarmi molto di piu' , e che le mie espressioni fossero alquanto da migliorare, e la mia grammatica molto aleatoria.
Io non capivo bene cosa lei intendesse, dato che i miei temi erano sempre come dire.....presi dalla mia vita.
Ricordo ad esempio un tema : a chi vorresti assomigliare da grande. Ricordo che io scrissi molto di mio zio , a quel tempo ero innamorato di mio zio, lo vedevo bello, alto , pieno di amici, da ammirare.
Ricordo che il tema fece il giro del paese, perchè era un 'ode....piu' che un tema, una specie di poesia.
Un altro tema che ricordo bene era un tema sulle città. In quegli anni c'era la piena industrializzazione per cui tutti volevano andare a vivere in città, "la via Gluck " ancora doveva essere incisa da Celentano; insomma tutti scrissero delle vetrine dei grandi negozi, dei palazzi, delle strade, delle macchine.....io invece, ricordo che feci un tema sulla distanza dalla città. Io vivevo con i miei nonni nel paesello , e i miei genitori invece erano in città, quando mi ci portavano, potevo vedere cosa era la città , e la casa di città, e non vedevo l'ora di tornare al campicello del nonno, al verde della collina presso cui vivevamo. Feci un tema sulla assenza di verde che avevo visto in città, e lo conclusi con la frase : ma vorrei sempre tornare al mio paese sperando di trovarlo sempre pieno di verde.
Questo lo scrivevo molto prima di Celentano. Anche questo tema suscitò molto scalpore, perchè al paese non c'era niente , e io ero l'unico che avevo scritto del paese in cui avrei voluto vivere per sempre.
Passarono gli anni e gli studi , sempre però tartassato a scuola per le mie esposizioni. Ricordo anche al liceo un giudizio : ottimo tema, ma sarà tutta farina del tuo sacco?.
A distanza di quarant'anni ricordo ancora questo giudizio, mi è rimasto scolpito dentro.
Passano gli anni , passano i decenni e ora son qui , e nonostante tutto , dal mio sacco è uscita una buona farina, non posso dire se ottima o eccellente, ma di sicuro buona e onesta, e così capita che da questa farina vengano fuori un post come "ci son notti" , "mi chiamo Antonio" ,"11 anni" , "Gone Baby Gone", e capita che dalla stessa farina venga fuori un sito come "Garimar"che raccoglie commenti di persone inimmaginabili e reazioni che la mia vecchia professoressa forse non ha mai neanche potuto immaginare. Chi l'avrebbe mai detto ..... è proprio vero nella vita spesso ci si sbaglia....si commettono errori madornali , capita a tutti noi , me compreso naturalmente. Ma quando capita ad un professore i danni sono piu' gravi di qualunque altra professione.

giovedì 4 dicembre 2008

La mucca da mungere

La finanza creativa

Esiste una splendida mucca, in un luogo incantevole, produttrice di ottimo latte , coccolata e vezzeggiata dal laborioso contadino che oltre ad avere un animale da produzione la considera un bene proprio di famiglia , come una sorta di compagna.
Tutto bene per ora, finchè passa da quelle parti un Big Financial Man capo di una indiscussa Business Company , quelli che girano sempre in giacca e cravatta, in mercedes o audi nera, dunque - si diceva - capita da quelle parti e notando lo splendido animale e il contadino placidamente seduto a sfumacchiare una pipa , si informa sulla conduzione casareccia di quella mini-mini azienda.
Bene pare che la mucca valga 100, il latte prodotto (a quel momento) permette un ricavo di 50 e il contadino per mantenere quello stato di cose spende 40 , intascando quindi 10 che gli permette di sfumacchiare tranquillamente la pipa mentre la mucca pascola libera.
Il Big Financil Man pensa che potrebbe acquistare quella mucca e anche assumere quel contadino , promettendogli un guadagno di 12 e non piu' 10 , rimane il problema di come ottenere quel 100 per l'acquisto del valore totale dell'animale.
Detto fatto il Big Financial Man , capo della Business Company, non ha mica tanta voglia di "spendere" dal proprio bilancio (leggi dalle proprie tasche) quel 100 che occorre per l'acquisto della mucca, allora cosa si inventa ? Siccome ogni Big Financial Man ha come amico almeno un Big Banck Man oltretutto anche consigliere della sua Business Company, si rivolge al Big Banck Man e gli chiede : Senti se tu mi dai 100, io compro la mucca, ti restituisco i 100 dando a te 10 del latte venduto nel giro di poco tempo recuperi i tuoi 100 iniziali e in piu' inizi a guadagnare, almeno fino a quanto dura. Ottimo - risponde il Big Banck Man - eccoti i 100 necessari all'impresa.
Detto fatto il Big Financial Man si reca dal contadino e gli versa brevi manu i 100 , in piu' gli assicura che d'ora in avanti dalla vendita del latte prenderà 12 e non piu' 10 , solo che dovrà un tantinello cambiare abitudini (questo lo dice dopo). Ad esempio niente piu' pascolo libero , ma forzato all'interno (efficienza dell'investimento e razionalizzazione delle attività) , in piu' la razione media giornaliera che costava 40 deve essere dimezzata o raddoppiata nel tempo in modo da ridurre il costo a 20 , a nulla valgono le indicazioni del contadino che indica in tale modalità un rapido declino della salute della mucca e uno scadimento della qualità del latte. Non ha importanza risponde il Big Financial Man , questa è riduzione di costi essenziale alla sopravvivenza di tutto il business non possiamo guadagnare solo 50 dalla vendita del latte spendendo 40 , ma dobbiamo guadagnare 80 spendendo 20 .
Come chiede il contadino ? ad esempio mungendo due volte al giorno la mucca e mischiando al latte appena munto il 10% di acqua di quella fonte che è lì disponibile....un po' di acqua rende il latte piu' leggero , fa bene alla salute.
Per cui detto fatto ora la mucca non è piu' libera di circolare, mangia mezza razione al giorno, viene munta non una ma due volte , e per di piu' la signora Luisa che compra un litro di latte ne compra solo 0,9 perchè 0,1 è acqua pura, il contadino intasca 12 , e pensa di aver fatto un affare, ma si accorge che non ha piu' tempo di fumare la pipa perchè deve mungere non piu' una ma due volte e deve vendere non più un solo litro di latte puro ma ben 2,2 litri di latte annacquato.
Comincia a pensare che non ha fatto un bell'affare tutto sommato .
Il Big Financial Man si frega le mani perchè già in partenza intasca 68 , non avendo neanche il debito con il Big Banck Man che si stà rifondendo direttamente alla fonte (vendita del latte) prelevado ogni volta 10 .
Questo nel primo tempo , poi la mucca comincia a dimagrire.....mezza razione, doppia mungitura...chiaramente nel tempo l'effetto si sente.
A nulla valgono i segnali del contadino che ogni giorno trova piu' difficile ottenere 2,2 litri , tranquillo dice il Big Financil Man, aggiungiamo lo 0,2 di acqua e ristabiliamo il livello , anzi aggiungiamo lo 0,3 , abbassiamo il prezzo di vendita e in piu' 12 ma 13 d'ora in avanti per te.
In poco tempo come vedi ora guadagni il 30 % in piu' rispetto a prima.
Intanto la mucca deperisce sempre piu' , ma il Big Financial Man che non capisce niente di latte e fieno , ma comprende benissimo l'acquistare e il vendere, pensa che puo' fare due cose
1) vendere la mucca ad un altro Big Financial Man, magari della fattoria vicina, certo il contadino dovra arrangiarsi , magari lasciare il lavoro di stalla e dedicarsi all'orto (attività di riqualificazione)
2) decidere di vendere al macellaio i quarti posteriori e anteriori , dato che la carne di manzo è una prelibatezza...in piu' puo' vendere la pelle e gli altri pezzi pregiati per mercati shic , l'affare è d'oro perchè da un valore 100 vendendo a pezzi puo ' ottenere 500, c'è molta richiesta di carne. 3) dire al Big Banck Man, mi compri a 200 la mucca che mi hai aiutato a comprare, potrai così incassare molto di piu' dalla vendita del latte , recuperare i primi 100 e questi 200 velocemente e poi vendere anche tu a pezzetti per il mercato della carne.

Così da una bella e prospera mucca che produceva dell'ottimo latte di montagna accudita da un contadino sfumacchiante la pipa e felice siamo arrivati ad un quarto di manzo venduto (spezzatino) , con un litro di latte annacquato al 30 % e un contadino ortolano alle dipendenze di un altro datore, e depresso ma riqualificato.

Ci ritroviamo con un Big Financial Man felice, ma con una mucca morta, del latte annacquato e un contadino riciclato.

Ah , ho dimenticato il nome della mucca si chiamava Alice.