domenica 13 dicembre 2009

Natale 2009

(foto di Garimar)

Il pensiero comune

In questi giorni di festa , nel periodo dell'anno in cui tutti siamo propensi e protesi verso il buonismo e il perbenismo, viene evidente quello che è indicato come "il pensiero comune".

Crisi o non crisi , la gente , la folla, il popolo, pensa e desidera sempre le stesse cose.
I desideri basilari della natura umana non cambiano nel corso dei secoli , e oggi come ieri si desidera solo cio' che possa farci star bene.
Sembra un pensiero qualunquista, invece è un pensiero che nasconde una profonda verità : l'animo umano a tutte le latitudini e in tutte le condizioni sociali e morali ed economiche ha bisogno sempre e solo delle stesse cose.
Appare evidente che questo nostro mondo moderno ha allargato a dismisura conoscenze e paradigmi , ha aumentato enormemente i mezzi di comunicazione e quindi la possibilità e la velocità di informazione in senso lato .
Tutti ma proprio tutti noi appartenenti al genere umano ci ritroviamo sempre e sempre più immersi nella stessa acqua , per cui abbiamo bisogno tutti delle stesse cose.
Si parla di cose del tutto naturali e fuori da ogni meccanismo di mercato e/o desiderio multimediale. Non ci riferiamo nè a beni materiali, nè a benessere sociale, ci riferiamo a cio' che il "pensiero ecologico" (art. del 06/01/2008) o meglio " l'ecologia di pensiero" (art. del 19/11/2007) ha ampiamento descritto .
Il vero bisogno primario dell'uomo , dell'essere cosciente e in vita su uno sperduto pianeta dell'universo, non ha niente a che fare con qualcosa di materiale.
Mondato l'uomo dei panni sporchi dei condizionamenti , rimane l'anima dell'umanità che vuole solo affermare la propria esistenza.
Indichiamo in quell'alveo di esistenza la vera esigenza della nostra umanità, del nostro cuore umano , del nosto "natale" : l'essere cosciente appartenente ad una comunità di individui.

Lo si nota in tutti gli aspetti di questo tempo. Guardiamoci attorno , e cerchiamo di vedere con gli occhi , i nostri veri occhi , quelli della nostra coscienza : sul serio siamo convinti che ha valore l'affermarsi dell'uno sull'altro ? l'affermare la propria personalità a qualsiasi costo a scapito di qualsiasi morale solo per dire io sono !

Guardiamoci attorno, guardiamo con i nostri occhi , sul serio siamo convinti che il nostro vicino , il passante sconosciuto, la persona indaffarata che corre al nostro fianco è solo un estraneo ?
Non è forse anche questo individuo come noi immerso in una continuum e unicum di sociale globale che costituisce cio' che noi chiamiamo realtà ?
Siamo convinti che solo la nostra affermazione possa portare beneficio per il nostro cuore ?
Siamo talmente condizionati e indottrinati da tutto cio' che oggi è mass-mediatico che abbiamo perso i lumi della ragione.

Gente che scavalca e calpesta ogni qualsivoglia diritto o pensiero solidale, gente che di "comunità" ha solo un vago senso, persone che per affermare il proprio io , non ha il coraggio di guardare piu' in là del proprio naso.
Siamo tutti racchiusi in ampolle di vetro , pensando che quella piccola aria al chiuso dell'ampolla sia aria di libertà : pura, limpida, incontaminata.
Moriamo nel nostro brodo chiusi nel nostro egoismo.
Non è forse questa l'esperienza di tutti noi , la nostra esperienza quotidiana della lotta giornaliera che intraprendiamo ogni alba per trovarci sfiniti ad ogni tramonto ? .
E cosa abbiamo concluso ?
Si parla di impegno, di realizzazione, di interesse, per cosa ?
Per tenere occupata la nostra mente il nostro corpo la nostra coscienza in cosa?
In qualcosa di pratico che ci permetta di non pensare ai nostri fallimenti, alle nostre piccolezze, alle nostre nefandezze, piccoli come siamo nel nostro minuscolo mondo .
L'ecologia di pensiero ci dovrebbe indurre a lavare questi panni sporchi , e il periodo natalizio, permeato di perbenismo e buonismo potrebbe per assurdo darci una mano in questo senso.
Sento voci di donne, di uomini di persone, concetrati in questo o quel desiderio, in questa o quella considerazione, in questo o quella rivendicazione, ma per cosa ?
Per quale motivo ? per quale ragione tanto spreco di energia mentale ed elaborazione intellettiva per affermare il nulla ?
Che senso ha dire mi prendo questo o quello , mi merito questo o quello, mi regalo questo o quello , dimenticando il senso dell'essere ?
Si parla di giudizi , di assiomi, di enunciati ma a che pro tutto ciò ?
A che pro il tutto quando ci ritroviamo tutti noi assieme come su una barca, una barca che lentamente affonda in acque putride.
Ma davvero siamo convinti che l'unico pensiero valido sia io sono , io desidero, io mi prendo ?

Credo , e ne sono convinto fortemente , che in fondo , quando tutti i nostri sensi si addormentano e il nostro cuore si ritrova a lavorare da solo , viene alla luce la nostra vera natura con l'unico pensiero valido e naturale che possiamo fare oggi come ieri e come domani : ma cosa stò facendo!

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