Il tempo volge al termine
Rimanere basiti di fronte all'ineluttabilità della vita e dei suoi fenomeni.
Sempre vorremmo sentirci diversi da come siamo, e in effetti, sempre ci sentiamo diversi, sempre siamo presi da una consapevolezza interiore che ci vede diversi, migliori, super, molto ma molto più di quanto non appariamo e siamo all'esterno.
Ci sentiamo, in cuor nostro sempre dei campioni, dei vincenti, degli intrepidi, e con un tantino di vanità ci sentiamo tutti dei "gladiatori".
L'immagine che vediamo allo specchio , e non solo le mattine, sono sempre immagini eteree, bellissime, armoniose, perfette nell'immortalare il nostro esser perfetto. Scintillante e scevro da qualunque difetto. Il quadro che ognuno di noi fa di se stesso è sempre questo.
Anche quando ammettiamo che il sacco dei difetti che ci portiamo sulla spalla è ben pieno , l'aspetto che noi vediamo è men che perfetto.
Rimaniamo sempre più basiti quando il mondo reale invece ci pone dinanzi le nostre bassezze, le nostre inettitudini, le nostre mancanze. Rimaniamo basiti non tanto per i fenomeni che abbiamo dinanzi i nostri occhi, ma perchè scopriamo la nostra vera natura bassa e non altisonante, il nostro carattere scontroso e non amabile, la nostra vigliaccheria e non il nostro coraggio, la nostra cautela e non il nostro esser intrepidi.
Sempre la vita ci porta a questo momento , anzi a più momenti, in cui scopriamo noi stessi per ciò che siamo secondo la nostra vera natura umana.
I fatti della vita , i fatti essenziali della nostra vita sono solo questi momenti, i momenti di verità,
momenti in cui ci sentiamo soli , in cui ci sentiamo nudi, in cui ci sentiamo inutili, i nostri momenti.
Le nostre parole, i nostri discorsi, e perfino i nostri pensieri e ideali e aspirazioni , sono niente di fronte al nostro essere di questi pochi ed essenziali momenti, gli unici momenti in cui siamo noi stessi.
Siamo così come seduti su una panchina e vediamo il mondo scorrere, a nulla valgono le certezze del giorno prima : io sono grande, io sono importante, io sono riuscito.
Siamo soli , e siamo così inutilmente assisi a vedere il mondo passare.
Qualcuno che non c'è più, una presenza che oggi non è più, e che nella nostra vita davamo per scontato.
Il nostro pianto di fronte allo specchio quotidiano , dove non c'è più l'immagine del gladiatore, ma solo quella di un essere che si chiede: perchè!.
Sono momenti in cui siamo soli di fronte a noi stessi. E non esistono parole, ragionamenti, concetti che ci possano guidare verso una direzione piuttosto che verso un altra.
La scoperta dell'essere in vita "soli".
Ognuno di noi lo è, anche se pensiamo di esser perfetti, immensi, completi, realizzati.
Vorrei esser diverso da ciò che sono , vorrei essere così come penso, ma non lo sono e non lo posso essere. Vorrei esser diverso, ma sono come sono.
Ciao zio.
Sempre vorremmo sentirci diversi da come siamo, e in effetti, sempre ci sentiamo diversi, sempre siamo presi da una consapevolezza interiore che ci vede diversi, migliori, super, molto ma molto più di quanto non appariamo e siamo all'esterno.
Ci sentiamo, in cuor nostro sempre dei campioni, dei vincenti, degli intrepidi, e con un tantino di vanità ci sentiamo tutti dei "gladiatori".
L'immagine che vediamo allo specchio , e non solo le mattine, sono sempre immagini eteree, bellissime, armoniose, perfette nell'immortalare il nostro esser perfetto. Scintillante e scevro da qualunque difetto. Il quadro che ognuno di noi fa di se stesso è sempre questo.
Anche quando ammettiamo che il sacco dei difetti che ci portiamo sulla spalla è ben pieno , l'aspetto che noi vediamo è men che perfetto.
Rimaniamo sempre più basiti quando il mondo reale invece ci pone dinanzi le nostre bassezze, le nostre inettitudini, le nostre mancanze. Rimaniamo basiti non tanto per i fenomeni che abbiamo dinanzi i nostri occhi, ma perchè scopriamo la nostra vera natura bassa e non altisonante, il nostro carattere scontroso e non amabile, la nostra vigliaccheria e non il nostro coraggio, la nostra cautela e non il nostro esser intrepidi.
Sempre la vita ci porta a questo momento , anzi a più momenti, in cui scopriamo noi stessi per ciò che siamo secondo la nostra vera natura umana.
I fatti della vita , i fatti essenziali della nostra vita sono solo questi momenti, i momenti di verità,
momenti in cui ci sentiamo soli , in cui ci sentiamo nudi, in cui ci sentiamo inutili, i nostri momenti.
Le nostre parole, i nostri discorsi, e perfino i nostri pensieri e ideali e aspirazioni , sono niente di fronte al nostro essere di questi pochi ed essenziali momenti, gli unici momenti in cui siamo noi stessi.
Siamo così come seduti su una panchina e vediamo il mondo scorrere, a nulla valgono le certezze del giorno prima : io sono grande, io sono importante, io sono riuscito.
Siamo soli , e siamo così inutilmente assisi a vedere il mondo passare.
Qualcuno che non c'è più, una presenza che oggi non è più, e che nella nostra vita davamo per scontato.
Il nostro pianto di fronte allo specchio quotidiano , dove non c'è più l'immagine del gladiatore, ma solo quella di un essere che si chiede: perchè!.
Sono momenti in cui siamo soli di fronte a noi stessi. E non esistono parole, ragionamenti, concetti che ci possano guidare verso una direzione piuttosto che verso un altra.
La scoperta dell'essere in vita "soli".
Ognuno di noi lo è, anche se pensiamo di esser perfetti, immensi, completi, realizzati.
Vorrei esser diverso da ciò che sono , vorrei essere così come penso, ma non lo sono e non lo posso essere. Vorrei esser diverso, ma sono come sono.
Ciao zio.
2 commenti:
Ciao Nartek
Soli, sempre e comunque, e questa una condanna anche quando appare salvezza. E questa è salvezza anche quando appare condanna.
Senza uscita
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