Tanti anni fa, aspettavo la Befana con ansia e pieno di eccitazione per i regali che avrei trovato sotto il camino. Allora non era usanza del Babbo Natale nordico, i regali arrivavano con la vecchina , un unico momento di scoperta e rivelazione.
Regali e caramelle, e qualche carbone (vero).
Non esistevano le calze coloratissime e profumate che si usano oggi, ma si appendevano gli usuali calzettoni , quelli di tutti i giorni.
La sveglia era all'alba, per precipitarsi urlando a scoprire quale pacco era stato destinato dalla vecchina.
Nessun arnese tecnologico , o marchingegno wi-fi o bluetooth.
Oggi crediamo di essere dominatori del mondo sol perchè possediamo l'ultimo telefonino figo che ci permette di comunicare col mondo, l'ultimo ritrovato della tecnica che ci permette di esser sempre connessi.
Comunicare cosa? esser connessi a cosa?
Cosa comunichiamo oggi se siamo vuoti dentro? parliamo di tecnica e di diavolerie elettroniche sentendoci potenti e ultramoderni, ma in realtà lo siamo sul serio?
E' vero , gli ultimi lcd/plasma si vedono una meraviglia, il terminale ultrasottile lo teniamo in tasca, l'access-point ultrapotente ci connette in un miliardesimo di secondo. E allora?
Cosa abbiamo concluso ?
Facciamo telefonate per dire il nulla, scriviamo messaggi che non significano nulla, milioni di parole scritte e lette e dimenticate.
Immersi nella nostra tecnica che ci sovrasta e ci comanda a bacchetta, ci illudiamo di esser liberi , e siamo costretti peggio che nelle celle di Alcatraz.
Un tempo si correva al camino e si era felici se si trovavano le bocce, o il trenino, o ciccio-bello, o la pistola da cowboy.
In effetti un tempo si giocava, si giocava con gli amici ad indiani e cowboy, infinite battaglie e scorribande nei campi. Dove sono quei bimbi oggi ?
Tutti connessi , o al nintendo, alla playstation soli , soli fin da giovanissimi presi dal terminale, dall'ultimo schermo che trasfigura tutto.
Non vedo da secoli ragazzini giocare ad indiani e cowboy, anzi meglio non vedo da secoli ragazzini giocare.
Vedo sempre , invece, padri e madri presi (loro piu' dei figli) dalla tecnica.
Il padre super impegnato col suo blackberry ultrafigo, la madre super manager con l'ultimo iPhone a ciarlare di niente e accarezzate il touch-screen neanche fosse suo figlio.
Siamo preoccupati che tutto sia all'ultimo grido e perfettamente funzionante e abbiamo perso il perchè delle cose.
Urliamo che siamo potenti e ultrafighi, ma non sappiamo il perchè delle cose.
Facciamo cose incomprensibili perchè ci siam fatti prendere la mano da cio' che è solo parvenza.
Comunicazione è la parola di questo secolo , ma non abbiamo niente da comunicare , perchè ci siamo concentrati piu' sul mezzo che sul contenuto. Siamo presi dalla scatola, non da cio' che è dentro.
Che delirio universale quello di esser sull'ultima release, sull'aggiornamento all'ultimo secondo....avendo perso quello che in effetti è la sostanza.
Tanti anni fa c'erano le calze piene di dobloni dorati, di caramelle "Rossana" e di cioccolatini "Perugina" ed eravamo felici (ma sul serio) di aver quelle poche cose. Si parlava, si urlava, si rideva, si rideva sul serio e non forzatamente.
Quanto tempo che non ridiamo? ....interrotti sempre da trilli e SMS che spezzano la nostra giornata, e senza i quali andiamo in crisi di astinenza.
Siamo sul WiMax figo...e intorno abbiamo il deserto....fighissimo!!!!
Moriremo con l'ultimo Nokia in tasca...sarà una bella morte.
Regali e caramelle, e qualche carbone (vero).
Non esistevano le calze coloratissime e profumate che si usano oggi, ma si appendevano gli usuali calzettoni , quelli di tutti i giorni.
La sveglia era all'alba, per precipitarsi urlando a scoprire quale pacco era stato destinato dalla vecchina.
Nessun arnese tecnologico , o marchingegno wi-fi o bluetooth.
Oggi crediamo di essere dominatori del mondo sol perchè possediamo l'ultimo telefonino figo che ci permette di comunicare col mondo, l'ultimo ritrovato della tecnica che ci permette di esser sempre connessi.
Comunicare cosa? esser connessi a cosa?
Cosa comunichiamo oggi se siamo vuoti dentro? parliamo di tecnica e di diavolerie elettroniche sentendoci potenti e ultramoderni, ma in realtà lo siamo sul serio?
E' vero , gli ultimi lcd/plasma si vedono una meraviglia, il terminale ultrasottile lo teniamo in tasca, l'access-point ultrapotente ci connette in un miliardesimo di secondo. E allora?
Cosa abbiamo concluso ?
Facciamo telefonate per dire il nulla, scriviamo messaggi che non significano nulla, milioni di parole scritte e lette e dimenticate.
Immersi nella nostra tecnica che ci sovrasta e ci comanda a bacchetta, ci illudiamo di esser liberi , e siamo costretti peggio che nelle celle di Alcatraz.
Un tempo si correva al camino e si era felici se si trovavano le bocce, o il trenino, o ciccio-bello, o la pistola da cowboy.
In effetti un tempo si giocava, si giocava con gli amici ad indiani e cowboy, infinite battaglie e scorribande nei campi. Dove sono quei bimbi oggi ?
Tutti connessi , o al nintendo, alla playstation soli , soli fin da giovanissimi presi dal terminale, dall'ultimo schermo che trasfigura tutto.
Non vedo da secoli ragazzini giocare ad indiani e cowboy, anzi meglio non vedo da secoli ragazzini giocare.
Vedo sempre , invece, padri e madri presi (loro piu' dei figli) dalla tecnica.
Il padre super impegnato col suo blackberry ultrafigo, la madre super manager con l'ultimo iPhone a ciarlare di niente e accarezzate il touch-screen neanche fosse suo figlio.
Siamo preoccupati che tutto sia all'ultimo grido e perfettamente funzionante e abbiamo perso il perchè delle cose.
Urliamo che siamo potenti e ultrafighi, ma non sappiamo il perchè delle cose.
Facciamo cose incomprensibili perchè ci siam fatti prendere la mano da cio' che è solo parvenza.
Comunicazione è la parola di questo secolo , ma non abbiamo niente da comunicare , perchè ci siamo concentrati piu' sul mezzo che sul contenuto. Siamo presi dalla scatola, non da cio' che è dentro.
Che delirio universale quello di esser sull'ultima release, sull'aggiornamento all'ultimo secondo....avendo perso quello che in effetti è la sostanza.
Tanti anni fa c'erano le calze piene di dobloni dorati, di caramelle "Rossana" e di cioccolatini "Perugina" ed eravamo felici (ma sul serio) di aver quelle poche cose. Si parlava, si urlava, si rideva, si rideva sul serio e non forzatamente.
Quanto tempo che non ridiamo? ....interrotti sempre da trilli e SMS che spezzano la nostra giornata, e senza i quali andiamo in crisi di astinenza.
Siamo sul WiMax figo...e intorno abbiamo il deserto....fighissimo!!!!
Moriremo con l'ultimo Nokia in tasca...sarà una bella morte.
5 commenti:
Quanti ricordi mi hai fatto venire alla mente, mi rivedo correre a giocare con i miei amici... la bicicletta senza freni... che cascatoni, tornavo a casa sempre con un pezzo di pelle di meno, per non parlare dei vestitini carini che la pora mamma guardava arrabbiata ahahahah, e le scale scese a 4 a 4 per fare prima. La befana questo mito che per me scendeva dall'aspiratore della cappa della cucina, pensa trovavo tutti gli anni bucce di mandarino e una noce e bevuto dell'acqua, poverina mi dicevano aveva fame sete e una sedia scostata mi diceva che si era seduta. E tutti gli anni ci credevo!!! E' tutto realmente accaduto ma scriverlo mi sambra di descrivere un sogno ... un bellissimo sogno di tanti bambini un secolo fa!
l3ionda:
in realtà sembra un epoca lontana....ed invece pochi anni...la decadenza di una società si misura nel lasso di tempo necessario per far si che il passato prossimo sembri remoto.
Forse quello che oggi sembra una decandenza, domani sarà visto con altri occhi. Non so cosa sia migliore o peggiore oggi è la conseguenza del ieri...
i3ionda:
http://www.garimar.eu/files/decadenza.html
ciaoooo
Bellissimo blog!!!....mi ha fatto venire in mente la mia Befana....la mia infanzia!!!....le mie bambole, la mia fantasia, la mia spensieratezza, la visione felice del mondo!!
Quanto vorrei rivivere anche solo per un momento quella gioia...senza pensieri affannosi!!
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