mercoledì 21 novembre 2007

L'economia di mercato (2)

peak oil

Dopo che ci hanno spiegato che siamo nella zona discendente della produzione mondiale di petrolio , dopo che ci hanno erudito sul fatto che ci avviciniamo frettolosamente al punto in cui l'estrazione di un singolo barile di petrolio verrebbe a costare piu' di quanto potremmo ottenere dalla stessa quantità di materia trasformata in energia.
Il tutto spiegato secondo la teoria di Hubbert.
Assistiamo inebediti al rialzo ben piu' veloce del relativo prezzo di questo bene indispensabile. Vediamo volare le quotazioni , che si aggiornano non settimana per settimana, non giorno per giorno, ma ora per ora. E sfondare il mitico confine dei 100 $ al barile oramai è questione di minuti. Ma tenendo presente, quanto affermato nel blog di ieri mi sorge spontanea la domanda: ma questo valore intrinseco di 100 $ è dato dal valore in sè del greggio oppure c'è qualche altro valore aggiunto da considerare?
Perchè se è pur vero che la produzione è piu' difficile, più scarsa, piu' costosa, è anche vero che è inconcepibile che il costo di estrazione di un singolo barile possa variare ogni minuto...!!!!
Allora è chiaro il progetto dell'economia di mercato, la salita del prezzo è dovuta ad altri fattori, in parte indipendenti e distanti dai parametri tecnici (costi estrazione / benefici) .
E allora il sospetto che siano i maggiori fondi internazionali a spingere verso il superamento dei 100$ al barile , per poter magari incassare scommesse e farsi ricchi con poca spesa.
Si , è evidente che il parametro prezzo è slegato da cio' che è la richiesta di mercato...ma è legatissimo al numero di scommesse sull'andamento dello stesso.
Ecco che per salvare da crisi e/o crack e depressioni del mercato in altri settori , non c'è niente di meglio che incassare qualche buona scommessa.
L'ottima analisi di

Eugenio Benetazzo
www.eugeniobenetazzo.com/tour.html
www.youtube.com/eugeniobenetazzo

Il letargo dell’orso: e la borsa si impenna

Fino a qualche anno fa quando il petrolio scendeva, le borse salivano in quanto questo influiva direttamente sui costi di estrazione delle materie prime, rendendole meno costose, e sui costi di trasporto. Un ragionamento dopotutto sensato. Negli ultimi 12 mesi invece abbiamo assistito al contrario, ed anche al contrario di tutto.

Quando il greggio nell’agosto 2006 realizzò il suo massimo storico, le borse lo seguirono perfettamente, continuando a salire, assolutamente al di fuori di ogni logica razionale.
In quel periodo ci veniva raccontato che le borse salivano perché vi era grande richiesta di greggio, e questo era un segnale di slancio economico per tutto il pianeta.
Un mese dopo il greggio scese violentemente del 25 % a causa di una manovra speculativa della Goldman Sachs (!!!) ed i mercati di borsa realizzarono ugualmente nuovi massimi: della serie non ci interessa del petrolio, vogliamo salire e basta, quasi fossero pilotati da oscure mani forti.
Un ulteriore elemento di riflessione è l’indebitamento degli USA . Le borse del mondo scimmiottano l’andamento di Wall Street, se continuano a salire gli indici statunitensi allora continueranno a salire pure gli altri. Ricordiamo a tal punto che gli USA sono il paese più indebitato del mondo, ed a chi è in mano questo debito ?

Per oltre la metà a Cina e Giappone, i quali oltretutto sono i principali partners commerciali proprio degli USA: potremmo tranquillamente affermare che se cadono i primi, gli altri si fanno parecchio male.
Ed in USA lo scenario economico non è affatto rincuorante, anzi si potrebbe tranquillamente definire in prossimità ad un baratro finanziario senza precedenti, con famiglie indebitate ai massimi storici e multinazionali legate alle sorti delle grandi banche d’affari per il ricorso alla speculazione ed indebitamento valutario.
Anche il mercato immobiliare statunitense ha già iniziato a mietere vittime sulla strada a causa di innumerevoli stati di insolvenza finanziaria, che è aumentata come non mai prima.
Tuttavia vi continuano a dire che la situazione è tranquilla e prosperosa, certo prosperosa di debiti contratti con carte che hanno a garanzia altre carte.

Sono in molti ad essere scettici di questo rialzo pilotato, quasi forzato contro un suo naturale ritracciamento. Similmente al 1987, anche il 2007 mostra questa peculiarità: ognuno ne tragga le proprie conclusioni. Vi è un detto in borsa: salire a forza di uno scalino alla settimana per poi scendere con l’ascensore in un giorno. Meditate.
Ricordo comunque che la storia si ripete e che un trend fortemente al rialzo si trasforma in un pesante ribasso quando anche l’ultimo degli operatori ribassisti si è ormai convinto che il mercato non potrà fare altro che continuare a salire. Quando arriverà quel giorno aspettatevi l’inferno.

(fonte www.disinformazione.it)

E' notizia di pochi minuti fa:

Le Borse europee

bruciano 217 miliardi

(fonte repubblica.it)

...sarà cominciato l'inferno ?!!!!

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