Il tempo immobile
A volte , il tempo rimane come inchiodato in un preciso istante, e sembra che da quel momento niente si muova o vada avanti come prima.
http://garimar.blogspot.it/2011/10/quando-un-amico-se-ne-va.html
Ciao amico mio
sabato 13 ottobre 2012
giovedì 13 settembre 2012
Passi
(foto di Garimar)
Da ieri ad oggi
Da ieri ad oggi
Ultimi scampoli d'estate, godo gli ultimi tuffi in un mare d' azzurro.
Lontani i clamori d'agosto passato.
Mi accorgo in un tempo del luogo percorso.
Un tempo lontano, perfino dimenticato , il sentiero di oggi lo stesso di ieri.
E come d'incanto il pensiero di allora, risorge immediato.
Passi e ancora passi, su pietre remote, segnate dal tempo.
Il pensiero riporta sapori di antico, la mente vacilla, sperduta nell'aria.
Da ieri ad oggi , il sentiero lo stesso, i miei passi solo più lenti.
Allora i miei passi con segni scomparsi, oggi gli stessi con traccia fantasma.
Da ieri ad oggi, io passo così.
venerdì 31 agosto 2012
La parabola del Rock e Facebook
(Pink Floyd - The Wall)
Il Muro
Il Muro
Le avanguardie del Rock segnarono gli anni '60/'70 rivoluzionando il mondo della musica , del fare e recepeire la musica ROCK. Esponenti di rilievo di tali avanguardie contribuirono a cambiare per sempre le regole dello spettacolo musicale e non solo , unendo musica immagini e luci in un mix allucinogeno di emozione e sensazione. Il gruppo che più ha contribuito con i propri tour e dischi a tale rivoluzione sono stati indubbiamente i Pink Floyd. Come ogni rivoluzione , anche quella delle avanguardie , data l'esplosione a livello mondiale dei gruppi musicali , arrivò però a chiudersi su se stessa perdendo di vista l'obiettivo principale dei musicisti che è quello dell'ascolto del brano musicale. Il punto di rottura e di non ritorno di tale fenomeno fu segnato dal disco prima e dal conseguente tour poi "The Wall" , il muro creatosi tra artisti e spettatori, i primi racchiusi nella ricerca esasperata del riff, e i secondi urlanti e piangenti per nulla attenti alle note esplose dagli impianti di amplificazione. Il muro appunto invalicalibile con la comunicazione impossibile tra palco e spettatori.
Allo stesso modo Facebook , ha rappresentato l'avanguardia della comunicazione mediatica in internet. Il fenomeno Facebook esploso quasi per caso , essendo nato solo per disporre di un book di immagini - in prevalenza femminili - per contatti in ambito scolastico. Ebbene tale book , ha preso man mano piede e a livello mondiale ha avuto una esplosione demografica senza pari. Possiamo dire che l'era Internet si può dividere tra prima di Facebook e il dopo Facebook. Il social network per eccellenza è divenuto nel giro di pochissimo il punto di approdo e di ritrovo degli sperduti della rete , il luogo di convivenza virtuale e di comunicazione totale in ogni ambito : familiare, nazionale, mondiale, globale, fino ad approdare alla comunicazione politica e finianziaria, filosofica ed anche didattica ; in altri termini la vera comunicazione globale.
Questo social network si è evoluto , annichilendo gli altri sistemi in auge fino al suo avvento quali i comunicator propriamente detti ( Messenger MSN, Yahoo messenger, ICQ, AOL, Odigo ...) e i vari siti e comunità come i vari Meetic, Netlog, Badoo, HI5 ect...
Tutti amichevolmente su Facebook , indubbiamente è stato un piacere ritrovare vecchi compagni di scuola, parenti lontani , amicizie dimenticate ,vecchi compagni di lavoro e anche nemici (diciamolo) , e tutto questo con una facilità disarmante.
E' bastato un click e ritrovare vecchi e nuovi rapporti , relazioni, discussioni, comunità.
Man mano ha preso piede sempre di più la necessità di collegarsi a Facebook e rimanerci per l'intera giornata.
Gli amministratori di Facebook , capito per tempo la potenzialità di tale social netowork, non avendo peli sullo stomaco, giustamente, han pensato da subito di realizzare una macchina da guerra poderosa per far soldi a palate . Il colosso Google ha tremato al cospetto di questo social network , infatti Facebook ha imposto cose quali il famoso "mi piace" , poi il "tag", e poi la "chat interna", ed un infinità di APP piu' o meno note che ci forniscono ogni possibile uso, dal "sono qui" , al "vado qui" oppure "interverrò" .
Non sei nessuno se non sei su Facebbok!
Ma come la parabola del Rock, la complessità sempre maggiore dell'apparato, ma soprattutto la perdita dello scopo per cui iscriversi da parte degli utenti, sempre di più portano verso la decadenza del social network.
E' nell'aria , sotto i colpi di APP sempre piu' uguali a se stesse ed invadenti, sotto la moda imperante dei manifesti e delle esposizioni spersonalizzate , e soprattutto sotto il desiderio spasmodico di collezionare "mi piace" ad ogni spron battuto.
La comunicazione che voleva essere in rapporto di uno-a-molti , ma preservando il colloquio uno-a-uno si è andata via via persa nell'unica comunicazione oramai imperante : uno-a-molti .
Ecco che sempre di più la bacheca è affollatissima di lanci mattutini e serali di buongiono e buonasera "URBI ET ORBI" , tutti accomunati in un fascio di pseudo-amicizie, senza nessun individualismo e senza nessuna caratterizzazione, come nelle mense, il menù uguale per tutti !.
Sempre più la moda di condannare o eloggiare con parole desunte da citazioni e/o articoli piu' o meno famose, e sempre piu' la facilità della diffusione di notizie quasi mai verificate, in sostanza "c'è scritto su Facebook" , quindi è vero a prescindere.
Per questo parimenti alla storia delle avanguardie del Rock , il Social Network e i suoi utenti stanno richiudendosi su se stessi.
Di fatto , l'azienda quotata in borsa con manifesta soddisfazione ( e supervalutazione..diciamolo!) , in breve tempo è stata ridimensionata del più del 50 %.
Di questo ancora non c'è una consapevolezza assoluta, ma i segnali di un tramonto prossimo sono evidenti, quando lo strumento prende il sopravvento sulla sostanza, non c'è legge che tenga, è destinato a decadere.
Indubbiamente Facebook ha rappresentato una rivoluzione, sia per la facilità della comunicazione (parlare per immagini, condividere eventi, far partecipare amici, amici di amici, conoscenti ...), ha rappresentato un cambiamento costruendo quello che è una piazza su cui tutti si possono incontrare (anche se l'idea non è originale vedi ad esempio lo scomparso Second Life, che però dopo un boom iniziale è andato man mano spegnendosi, anche perchè in quel caso la facilità d'uso era alquanto aleatoria) ; il merito è senz'altro quello di aver reso protagonisti tutti con la semplice presenza, questo il segreto del successo ; ma allo stesso tempo il fatto che Facebbok in cambio esige sapere tutto di te (in maniera chiara e anche in maniera subdola), ecco lo scopo de il "dove sono" il "cosa mi piace" il "cosa faccio" , "quali sono le mie amicizie" ,"quali sono le mie foto" , tutte informazioni che costituiscono un bagaglio di informazione preziosissimo che permette a sistemi sofisticati di analisi di esporre suggerimenti personalizzati, e fin anche di influenzare movimenti e tendenze sociali . Non da poco tale potenza nel mondo moderno.
Ma tutto questo ha creato un sistema che è un mostro e all'interno del quale gli utenti sempre di più perdono di vista la ragione dell'esserci. Perchè alla fine è sempre valido il pensiero dove sono , cosa faccio.
Il muro appunto, anche in questo caso siamo di fronte a "The Wall".
venerdì 24 agosto 2012
Think Different
(foto di Garimar: Grotta del Drago 24 Agosto 2012 )
Fuori dalle grotte Kazzo!
Fuori dalle grotte Kazzo!
In questo sistema che fa del business il comandamento principale, il "Think Different" è d'obbligo se vogliamo vedere esattamente dove stiamo andando. La regola che il business possa permettersi tutto è una regola che non comprendo, per due grossi motivi; innanzi tutto non si capisce mai bene il business a vantaggio di chi è - sicuramente non a vantaggio mio - e poi il fatto che per motivi di business si possano contravvenire tutte le regole, è una cosa che non digerisco.
La legge è o no uguale per tutti ? vale tale legge per gli affaristi e anche per i poveracci nella stessa misura? Credo proprio di no, e sempre più mi convinco che la legge vale per tutti i poveracci e basta.
Ma un ulteriore "Think Different" mi porta anche a considerare a scapito di chi realizziamo queste attività di business?
Certo siamo gente limitata, in una società limitata, governata dall'impero dell'immagine, e con pseudo coscienza ecosostenibile imposta da slogan e campagne pubblicitarie che lasciano il tempo che corre.
Siamo gente che è pronta a mettersi una mano sul cuore recitando che l'inquinamento è il danno del secolo , e ci dichiariamo pronti a combattere una battaglia senza pari contro tale cancro mondiale. Poi però , dato che siamo immersi in una società del denaro, una società che si etichetta della parola "libera", ci sentiamo autorizzati a comprarci tutto con tale denaro, e ci sentiamo in diritto di pretendere tutto. Da un lato quindi abbiamo orde di persone pronte a comprarsi un tiket per godersi la meritatissima vacanza, dall'altro abbiamo scrupolosi uomini di affari che mettono a disposizione qualsiasi servizio per far si che le nostre vacanze siano memorabili.
Così siamo tutti felici , e tutti coscienziosamente col cuore a posto.
Ma chi ha dato il diritto di "comprarsi" il permesso di poter trasgredire ogni puù normale regola del buon senso sol perchè è disponibile il vile denaro ?
Chi ha deciso che in nome di un profitto sempre più scarso in questi tempi dove i guadagni si stanno sempre più assottigliando è possibile derogare i regolamenti nautici?
Parliamo di questo fenomeno, ma il concetto si estende parimenti a ogni attività moderna che vuole fare "business".
Per carità non voglio qui imbastire astruse discussioni sui controlli e sull'opera di vigilanza. PArliamo della nostra coscienza piuttosto che è ben più importante, della mia coscienza e della coscienza di quei turisti che sono su quelle barche e di chi ne è al timone.
Il "Think Different" mi porta a pensare che tali trasgressioni portano ad un depauperamento del patrimonio naturale che altro non è che un ladrocinio nei confronti delle generazioni future. Certo facciamo business, ma rubiamo ai nostri figli ai nostri nipoti la possibilità di godere di queste stesse bellezze così come noi le abbiamo conosciute.
Non credo che il denaro possa comprare questo diritto, non credo che possa esistere regola del business che imponga questo stato di cose. Solo gente miope e società malevola può permettere questo stato di cose. Non abbiamo nessun diritto su questa terra, siamo ospiti, e per di più ospiti di passaggio, eppure ci comportiamo da padroni e da cechi , pur professandoci moderni, intelligenti, ecologici.
Siamo solo dei cretini, non ci sono alternative a questa considerazione.
Anche in questo caso con un pò di sale in zucca, ci vorrebbe davvero poco a organizzare da un lato il diritto della genta di godere di meritate vacanze e dall'altro salvaguardare il principio imprescindibile della natura per quanto possibile incontaminata.
Barche a motore private e non, ormeggiatevi a 300 metri come prevede il regolamento e fate nuotare questi turisti se proprio vogliono entrare in grotta, fa bene non solo al mare e alla costa , ma fa bene alla salute un pò di nuoto, (del resto siamo la società che più spende per palestre e attività ginniche).
Un pò di intelligenza non guasterebbe per salvare se possibile questo mondo.
Ma credo che vincerà il business....molto ricchi...ma molto poveri di risorse naturali.
Eccezionale!
martedì 21 agosto 2012
Il turismo
(Mappa Google Maps)
L'infinito otto
Siamo l'Italia degli enunciati e dei buoni propositi, siamo anche il paese con piu' leggi e regolamenti che si possano immaginare, nonchè il paese con la pubblica amministrazione più ingolfata al mondo.
Amiamo di converso complicare le cose semplici, con un desiderio di autoflaggellazione senza pari.
Esempio eclatante il "Turismo" di cui potremo parlare per ore, vera miniera d'oro per le nostre finanze, e di conseguenza l'aspetto piu' trascurato dai nostri governanti. Ma diciamo la verità, anche noi popolo ci mettiamo del nostro, non è sempre e solo responsabilità degli amministratori se le cose non sono proprio a puntino!
Senza però citare leggi e regolamenti, senza disquisirire su programmi a medio e lungo termine, senza impelagarci sul solito discorso della carenza di fondi, citiamo un piccolo esempio di come le cose nella realtà potrebbero andare molto meglio anche senza metterci un euro di investimento.
In una delle piu' note località turistiche italiane ( e forse mondiali) , risutla evidente che la mente geniale dell'addetto alla viabilità stradale ha un concetto tutto suo di "fluidificazione".
La nota S. Maria di Leuca, ha pochissime strade, per di più in estate sempre ingolfate da troppe macchine, e nella planimetria risulta evidente come ci siano solo due arterie principali che possiamo individuare quale il lungomare e la parallela interna. Assieme queste due strade formano una sorta di anello , il quale anello di propria natura sarebbe percorribile in senso orario o anche in senso antiorario, in maniera semplice.
Ebbene, all'arguto italiano amministratore, le cose semplici non bastano, perchè altrimenti dove viene messa in evidenza la genialità dell'esser italiano ???
L'estro italiano è stato sempre sinomino di vivacità e di inventiva.
Ebbene , allora con grande soddisfazione dei turisti automobilisti, tale anello stradale è stato trasformato in un OTTO incrociando al centro il senso di marcia.
Risultato: code chilometriche e motori in ebollizione.
Sia chiaro , anche il semplice anello sarebbe percorribile solo lentamente nel mese di agosto, le nostre strutture non consentono la presenza di migliaia di turisti contemporaneamente, ma almeno non avremmo aggiunto caos ad una situazione già drammatica.
Solo un piccolo esempio di come la vita possa esser molto piu' semplice se mettessimo un pò di buona volontà, e anche un pò di sale in zucca.
Buona estate.
L'infinito otto
Siamo l'Italia degli enunciati e dei buoni propositi, siamo anche il paese con piu' leggi e regolamenti che si possano immaginare, nonchè il paese con la pubblica amministrazione più ingolfata al mondo.
Amiamo di converso complicare le cose semplici, con un desiderio di autoflaggellazione senza pari.
Esempio eclatante il "Turismo" di cui potremo parlare per ore, vera miniera d'oro per le nostre finanze, e di conseguenza l'aspetto piu' trascurato dai nostri governanti. Ma diciamo la verità, anche noi popolo ci mettiamo del nostro, non è sempre e solo responsabilità degli amministratori se le cose non sono proprio a puntino!
Senza però citare leggi e regolamenti, senza disquisirire su programmi a medio e lungo termine, senza impelagarci sul solito discorso della carenza di fondi, citiamo un piccolo esempio di come le cose nella realtà potrebbero andare molto meglio anche senza metterci un euro di investimento.
In una delle piu' note località turistiche italiane ( e forse mondiali) , risutla evidente che la mente geniale dell'addetto alla viabilità stradale ha un concetto tutto suo di "fluidificazione".
La nota S. Maria di Leuca, ha pochissime strade, per di più in estate sempre ingolfate da troppe macchine, e nella planimetria risulta evidente come ci siano solo due arterie principali che possiamo individuare quale il lungomare e la parallela interna. Assieme queste due strade formano una sorta di anello , il quale anello di propria natura sarebbe percorribile in senso orario o anche in senso antiorario, in maniera semplice.
Ebbene, all'arguto italiano amministratore, le cose semplici non bastano, perchè altrimenti dove viene messa in evidenza la genialità dell'esser italiano ???
L'estro italiano è stato sempre sinomino di vivacità e di inventiva.
Ebbene , allora con grande soddisfazione dei turisti automobilisti, tale anello stradale è stato trasformato in un OTTO incrociando al centro il senso di marcia.
Risultato: code chilometriche e motori in ebollizione.
Sia chiaro , anche il semplice anello sarebbe percorribile solo lentamente nel mese di agosto, le nostre strutture non consentono la presenza di migliaia di turisti contemporaneamente, ma almeno non avremmo aggiunto caos ad una situazione già drammatica.
Solo un piccolo esempio di come la vita possa esser molto piu' semplice se mettessimo un pò di buona volontà, e anche un pò di sale in zucca.
Buona estate.
giovedì 14 giugno 2012
Cul de Sac
(Alex Maclean)
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco
Qualcosa di anomalo , in questa folla di proposte e ipotesi per l'uscita dalla crisi. Ci sono proclami, programmi, enunciati di soluzioni , e poco velate minacce di possibili ripercussioni catastrofiche. E per altri versi , esplicite richieste di rinunce alla sovranità nazionale acquistata a caro prezzo nei secoli scorsi.
Ai semplici , a coloro che sono lontani anni luce dai meandri finanziari, e dai calcoli amministrativi , però il tutto appare illogico, e le strade segnalate da seguire , si scoprono dei veri meandri inestricabili.
I professori saranno pure bravi, e tecnici, ma il contadino ha sempre avuto il cervello fino, dovrebbe essere una lezione universale.
Un colossale e inevitabile Cul de Sac.
giovedì 7 giugno 2012
La torre di Babele
(foto di Garimar)
La comunicazione
La comunicazione
Fogli pieni di parole, articoli, leggi,manuali, codici, procedure, regolamenti, norme piene di parole , di formule, siamo pieni di parole che descrivono e regolano il nostro agire.
La comunicazione dell'informazione sul nostro impegno quotidiano, qualcosa che dovrebbe esser chiaro e semplice e invece assume forma di astruse frasi e citazioni di termini tecnici e avulsi da ogni contesto.
Come possiamo esser lecitamente dediti al nostro lavoro , quando le comunicazioni che governano la nostra attività sono del tutto incomprensibili . viene il sospetto che:
A) i vari responsabili ed esperti, ad iniziare da superpagati potenti e comandanti , non hanno la più pallida idea di cosa stiano parlando
B) la stessa comunicazione risulta criptica , in modo da scaricare ogni responsabilità di fronte a conseguenze imprevedibili, come dire meglio coprirsi le spalle.
Insomma, siamo in un mondo in cui il tutto e il contrario di tutto è possibile, senza che nessuno , e dico nessuno, possa un giorno responsabilmente dire : si l'ho detto io.
E' un mondo molto strano , siamo in un vivere civile dove ogni individuo vuole primeggiare, ma allo stesso tempo questo stesso individuo fa di tutto per preservare, e presevarsi , la propria integrità, e il proprio agire responsabile. In altri termini è il famoso "Io son Io e tu non sei un cazzo ", ma affiancato dal detto ben più ponderato "Non è mia responsabilità".
Per quanto riguarda il riconoscimento dei meriti , invece vale esattamente il contrario "io sono il più bravo" ed è "sempre merito mio se le cose funzionano".
Siamo prontissimi tutti i giorni ad esaltare le nostre capacità, è sempre l'apparire che vince sulle nostre migliori intenzioni. Il successo , il riconoscimento che noi siamo i più bravi., e in fin dei conti quel dire oramai universale "Io ce l'ho piu' grosso" , il ribadire il proprio ego personale.
Non è forse vero che ogni nostra lotta quotidiana è verso questo podio personale ? non è forse questo che facciamo anche nelle cose più semplici , come ad esempio comprare una macchina che sia la piu' grossa, la più potente, la migliore, la mia coppa del nonno conquistata col sudore del successo .
Siamo al solito alla mentalità ancestrale e antica, del nostro DNA, individuo che vuole esser il migliore sugli altri. Ma detto in questo modo non sarebbe neanche negativo, perchè è insito nella natura umana la facoltà di migliorarsi e migliorare anche tutti noi col proprio agire. Il problema è che in questi tempi così detti "moderni" vogliamo la medaglia senza partecipare alla gara. Cioè vogliamo gustare il frutto senza sudare, è come se volessimo dimagrire senza impegnarci e continuando a mangiare ciò che più ci piace.
Ma siamo ancora lontani dal nostro intimo, e ma man mano che ci avviciniamo alla nostra sfera personale le cose peggiorano, diventano paradosalmente ancor più deleterie.
Una società che vive di "social network", a che di social hanno molto poco , mentre sono molto network, è il metodo che si impone nel nostro sistema. Su questa "network" pochi, molto pochi, fanno una fortuna incommensurabile e basata sul niente. Incredibile ma vero , noi individui invece di sviluppare il business sul "sociale" , ci buttiamo a capofitto sul business del "network" , perchè ancora una volta, il concetto che risulta evidente è che primeggiare è meglio che collaborare, apparire è meglio di essere, guadagnare è meglio che produrre, rimpinguarsi è meglio che crescere. Anche nei rapporti più intimi non esiste comprensione, sempre più difficile intendersi, capire, sentire le parole, e ancor più i sentimenti le emozioni. Parliamo ma non ascoltiamo, scriviamo ma non leggiamo, citiamo ma non capiamo. Diciamo un semplice "ti voglio bene" e nascono tante discussioni intorno : perchè, che vuol dire, cosa intendi , come è possibile, cosa nascondi, e così via in una ridda di considerazioni e pensieri che nulla hanno a che fare con un semplice e banale "ti voglio bene".
Siamo nel "network" e ne stiamo facendo un icona di modernità, anzi più esattamente di alternativa in uno scenario dove nessun altra soluzione appare all'orizzonte. E siamo pronti a sacrificare su questo idolo ancora una volta il nostro pensiero, il nostro agire e il nostro cuore. E ancora una volta gli esempi sotto i nostri occhi ci dimostrano tramite i nuovi (o vecchi) movimenti che proclamare e ribadire è sempre molto meglio che spiegare e programmare. Siamo pieni di buone intenzioni e sono validissimi anche questi pensieri , questi dettami, ma dimentichiamo sempre un particolare : "il come" , come ottenere quel che ribadiamo ?
Ancora una volta si impone il "network" sul "sociale" . Puntiamo tutto sull'apparire e poco sulla sostanza .
Ci diamo aria di esser sempre più profondi e meno ingenui, non sono forse così gli "esperti" di ogni scibile?
E quanto amiamo spacciarci per esperti di un qualcosa, il nostro ego si afferma soddisfatto.
E' incredibile come in questa babele di comunicazione siamo immersi in una cacofonia di suoni e in un baillamme di rumori che fanno perdere il senso dell'essere vivi. Ma perchè poi, siamo davvero vivi ? Ci perdiamo perfino un semplice sorriso, e perchè no anche l'espressione contraria, corrucciata che non sempre è sintomo di esser malevolo. Quante volte , sentiamo dire e pensiamo noi stessi : " non voglio soffrire più". Ecco il punto anche nella nosta sfera intimistica è quella di dire "voglio esser felice, ma non voglio soffrire". Anche in questo caso è come dire voglio la medaglia, ma non voglio partecipare alla gara.
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