La presa di coscienza degli italiani
In questo periodo , meglio dire nel corso dell'ultimo anno, alterne vicende hanno attratto l'attenzione degli italiani , sui media comunicativi man mano abbiamo assistito a discussioni e dibattiti su questo o quel provvedimento, su questa o quella inchiesta, su questo o quello scandalo rivelato.
Tutti noi italiani abbiamo disquisito a torto o a ragione , su vicende italiche poco edificanti, quasi sempre portate all' attenzione dell'opinione pubblica per merito di indagini giudiziarie.
Nel corso degli ultimi anni il popolo italiano ha assistito come in un teatro ad una sorta di avanspettacolo avente per protagonisti di volta in volta escort, faccendieri, truffatori, finanzieri creativi, banchieri fraudolenti, manager infedeli, politici corrotti. E sempre più spesso, nell'ultimo periodo, si sono sentiti tra gli italiani discorsi di indignazione, di protesta , e in qualche caso anche di urla di rabbia. Movimenti virtuali e petizioni on-line si sono succedute a spron battutto quale segnale di forte dissenso. I social network padroni nell'indirizzare il movimento di protesta del popolo della rete. Gli italiani hanno visto di tutto , festini organizzati in palazzi costituzionali con amene fanciulle, voli di stato a disposizione di trasferimenti di amici e concertisti per animate riunioni di facoltosi potenti, intrattenimenti giullari da parte di nostri rappresentanti in occasioni di meeting internazionali, intercettazioni relative ad appalti per interventi di emergenza trattati come scambio per favori sessuali, scoperte di grandi frodi alimentari per cibi contaminati e mal conservati e spacciati per freschi e garantiti, blocco da parte di amministrazioni televisive di programmi e servizi di informazione politica, licenziamenti e cassa integrazione per tantissimi lavoratori con la scusa delle crisi mondiale, social card elargite a pensionati come aiuto per sbarcare il lunario e poi scoperte prive di fondi, annunci roboanti di riforme finanziare per rifondare le regole borsistiche e bancarie e poi dimenticate, e molto altro ancora.
Gli italiani hanno visto e sentito tutto questo e si sono inalberati, frustrati e depressi , si sono agitati sulle loro sedie e hanno alzato la voce col vicino per far sentire la propria opinione : tutti contrari, tutti indignati, tutti arrabbiati, tutti incazzati neri.
Nell' ambito lavorativo, negli ultimi tempi si è riflessa la situazione sociale nazionale, la crisi ha tirato fuori i denti , e ciò che poteva sembrare sicuro un tempo , all'improvviso è apparso traballante e incerto : il futuro lavorativo .
Anche in questo caso forti perplessità hanno cominciato a serpeggiare tra i lavoratori , e mugugni e incazzature sono state all'ordine del giorno. E qualcuno ha anche avuta la coscienza di rileggersi i passi salienti che hanno portato a questo stato di cose.
Ma gli italiani hanno una carattersitica, una sorta di capacità intrinseca dell'essere italiano.
Gli italiani sanno puntualizzare, dettare dei distinguo all'atto di far qualcosa in prima persona.
Al governo del "fare" ribattono con il popolo dei "distinguo".
Gli stessi italiani chiamati a far qualcosa, a dare un segnale a prendere posizione , iniziano a tentennare, la voce si abbassa, i mugugni si ammorbidiscono, i gesti divengono d'incanto meno plateali, e gli sguardi sfuggono.
Come biscia striscinate si fa strada nei discorsi la famosissima frase che ogni italiano pronuncia nella propria vita : mi conviene ?
Perchè il discorso è questo: fin quando si tratta di discutere, proclamare, e anche criticare, gli italiani sono prontissimi a fare di tutto per imporre la propria opinione, sono prontissimi a farsi portavoce del dissenso, di ergersi a paladini di un movimento, a dire no e no e ancora no.
Ma poi appena nasce l'esigenza di far seguire i fatti alle parole, ecco che d'incanto le forze si disperdono, i distinguo iniziano a serpeggiare come panico nelle coscienze sopite oramai da troppo tempo. I se e i ma e il si potrebbe si susseguono a ripetizione.
Come per la situazione generale italiana, anche nell' ambito lavorativo l'italiano è incerto, insicuro, confuso su quello che è giusto o non giusto fare.
Chiamato dagli eventi (che son sempre più grandi di lui) ad agire, si sperde come un bimbo di fronte un dirupo.
Abbiamo vissuto tutti noi sulla nostra pelle sopprusi, ingiustizie, azioni fraudolente, ne siamo coscienti, ne siamo testimoni in prima persona, ma non siamo capaci di indignarci seriamente e di agire di conseguenza, prendiamo sempre tempo , e cambiamo idea ogni cinque minuti incapaci di sostenere una giusta indignazione e di dare seguito alle proprie opinioni. Ci rimangiamo le parole continuamente , pretendendo da altri una rettitudine di idee e propositi che in primis siamo noi non saper mantenere.
Abbiamo perso la capacità di azione, del resto l'italiano non è mai stato un grande estimatore dell'azione e del contrasto. L'italiano è quello che agisce solo in zona cesarini, è quello che agisce solo come ultima chance prima di morire, anche nello sport l'italiano non dà mai il massimo se non all'ultimo minuto, quando tutto è oramai perduto.
E' un dato di fatto , fin quando è possibile evitare, l'italiano preferisce evitare, schivare, mediare, calcolare, magari dormire ancora un pò.
Questo capita , è capitato e stà capitando mentre tutto va a rotoli, e non solo nel campo larghissimo della politica (che in fin dei conti reputiamo sempre lontana da noi) , ma perfino quando è il nostro stesso ambito familiare/lavorativo che va a rotoli , ponendoci in una condizione di incertezza assoluta.
L'italiano preferisce distinguere e porsi in posizione di attesa.