domenica 14 marzo 2010

Lettera aperta al Dott. Franco Bernabè AD di TELECOMITALIA

Lettera aperta dei lavoratori e lavoratrici di IT OPERATION di Telecom Italia intendono inviare all' AD Franco Bernabè, in occasione della comunicazione per la cessione del ramo d'azienda ad SSC. Comunicazione ricevuta via raccomandata, con data 4 marzo, che comunica che "non prima del 31 marzo" questa cessione sarà operativa. Soltanto il giorno prima, il 3 marzo, l'Amministratore Delegato aveva inviato un'altra lettera ai dipendenti Telecom Italia S.p.a. per informarli delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Telecom Sparkle ....

Egr.Dott. Franco Bernabè,

siamo un gruppo di lavoratori e lavoratrici appartenenti ad IT Operations di Telecom Italia S.p.A.

Ci rivolgiamo a Lei con questa lettera aperta per esternarLe tutta la nostra incredulità, i nostri dubbi ed i timori per il futuro che attende noi, le nostre famiglie e, se permette, la stessa Telecom Italia S.p.A.

Prendendo spunto dalle ben note vicende giudiziarie che hanno coinvolto Telecom Sparkle – e verso le quali, sia ben chiaro, nessuno di noi ha la benché minima responsabilità – Lei, in qualità di AD, ha sentito il dovere di inviare a tutti i dipendenti in data 3 marzo 2010 un'apprezzabile lettera in cui ribadiva l'impegno profuso nell'ultimo biennio per fare pulizia interna e predisporre gli strumenti idonei affinché non abbiano più a ripetersi episodi come quelli verificatisi nel passato e che tanto hanno nuociuto alla reputazione della nostra Azienda.

Nella medesima lettera Lei ha richiamato più volte concetti condivisibilissimi quali:

  • la priorità della tutela dei dipendenti e degli azionisti;
  • il costruire con il lavoro di tutti i giorni la fiducia dei nostri clienti;
  • lo svolgere il proprio lavoro seriamente e responsabilmente non solo raggiungendo gli obiettivi, ma anche riconoscendo e operando nel rispetto dei valori etici del nostro Gruppo;
  • l'impegno verso i clienti nella fornitura di un servizio di più alta qualità, con migliori assistenza e trasparenza;
  • l'impegno verso l'Autorità di regolamentazione della concorrenza del nostro contributo allo sviluppo di un mercato delle telecomunicazioni efficiente, competitivo ed equo;
  • il puntare sulla nostra professionalità e sulle nostre competenze.


La lettera si concludeva con un invito - che noi riportiamo con le Sue testuali parole - “a continuare ad impegnarvi nella consapevolezza che l'azienda di cui fate parte, di cui facciamo parte, è un'azienda solida, seria e i cui comportamenti sono e continueranno ad essere allineati con gli ambiziosi risultati che ci siamo prefissati...... Telecom Italia è un patrimonio che appartiene a tutti noi e dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre facoltà per continuare a salvaguardarne le competenze e per garantirle un futuro prospero”.

Belle parole, indubitabilmente, Dott. Bernabè.

Peccato però che il giorno successivo, 4 marzo 2010, sia pervenuta comunicazione formale alle organizzazioni sindacali della decisione di Telecom Italia di cedere il ramo d'azienda rappresentato dalla Funzione “IT Operations” a Shared Service Center S.r.l. (SSC), controllata da Telecom Italia S.p.A. che ne è pure, di fatto, l'unico committente.

L'intento espressamente dichiarato è quello di mantenere in Telecom Italia le attività di indirizzo e progettazione informatica e di lasciare ad SSC quelle operative (sostanzialmente sviluppo sw, ma non solo). Chiaramente SSC dovrà “progressivamente offrire i propri servizi end to end allineandosi ai best performer del mercato in termini di costi e qualità”. A tale scopo la medesima SSC “dovrà avviare tutte le iniziative di razionalizzazione dei propri costi industriali, compreso l'efficientamento dell'organico in forza, al fine di conseguire i livelli di competitività necessari”.

Comprenderà Dott. Bernabè, che il razionarizzare i costi efficientando l'organico comporta in noi, comuni lavoratori (e nelle nostre famiglie) che qui operiamo da 10, 20 o 30 anni qualche discreta preoccupazione.

Francamente non ci eravamo resi conto di essere i responsabili dell'impoverimento dell'Azienda, la causa principale dei suoi debiti e delle sue inefficienze.

Veda Dottore, quando sugli organi di stampa (L'Espresso n.10 dell'11/03/2010) si legge che un suo illustre predecessore, Riccardo Ruggiero, dal 2003 al 2006 ha percepito una retribuzione dai 3 ai 6 milioni di euro annui per poi uscire dall'azienda nel 2007 con un incentivo di 17,2 milioni, qualche piccolo sospetto sulle origini della situazione attuale a noi viene e a Lei?

Veda Dottore, quando si legge (sempre da l'Espresso n.10 dell'11/03/2010), che Telecom Italia paga circa 400 milioni di euro l'anno per l'affitto di immobili che prima erano di sua proprietà e poi sono passati a Pirelli Real Estate (nb sotto la presidenza di Marco Tronchetti Provera), qualche altro leggerissimo dubbio sulle cause delle difficoltà aziendali a noi viene ed a Lei?

Veda Dottore, il ramo d'azienda che Telecom Italia ha intenzione di cedere è composto da 2200 persone con alte professionalità e qualifiche tecniche; nondimeno esistono tra noi figure con le competenze in grado di valutare - aldilà dei propositi formali e delle rassicurazioni circa la solidità dell'azienda - i dati dell'ultimo bilancio non appena questo verrà approvato e reso pubblico.

Crediamo sia un nostro diritto sapere come stanno realmente le cose, per capire quali sono le prospettive future di Telecom Italia e di SSC, auspicando che nel contempo qualcuno ci spieghi come queste s'incardinano nel piano industriale.

Veda Dottore, citando il piano industriale le nostre menti corrono indietro ad anni neppure troppo lontani. Lei nel 2003 non c'era: in quell'anno le maggiori società che realizzavano sw per Telecom Italia, ossia Telesoft, Sodalia, Saritel, Netsiel (tutte S.p.A.) vennero incorporate in IT Telecom S.p.A. in modo da realizzare le sinergie operative, le razionalizzazioni e le ottimizzazioni che un unico polo informatico poteva garantire in un'attività definita “core” aziendale.

Nel 2005 tale comparto era ritenuto talmente vitale che la stessa IT Telecom veniva incorporata in Telecom Italia S.p.A.

Quello che sta avvenendo oggi è una drastica inversione di strategia, ma a questo punto abbiamo un quesito da sottoporLe: esiste in questa Azienda un coerente disegno strategico di medio-lungo periodo, svincolato dalle contingenze dell'immediato?

In tutta sincerità, Dottore, nel corso di questi anni abbiamo maturato qualche perplessità sulla conduzione manageriale, a vari livelli.

Non è questa la sede per trattare di argomenti quali la definizione degli obiettivi da raggiungere, le metodologie di misura adottate per quantificare la produttività o quelle per il riconoscimento dei meriti individuali.

Qui si intende sottolineare che nonostante tutti gli strumenti posti in essere i conti non tornano, e non ci sembra corretto che gli unici a pagare siano i soliti, cioè noi lavoratori.

Per inciso, abbiamo constatato come i due maggiori responsabili – in termini di gerarchia aziendale, beninteso - della nostra funzione (IT Operations/Software Factory) non siano stati interessati dalla cessione: evidentemente le loro indubbie capacità continueranno ad essere più proficuamente impiegate in Telecom Italia S.p.A. piuttosto che in Shared Service Center S.r.l., o magari potremo ritrovarli nel CDA di quest'ultima.

Le porgiamo i nostri saluti Dottore, con la speranza che si possa fare chiarezza e superare insieme questo momento difficoltà.

Sappia però fin da ora che saremo inflessibili e determinati nella difesa dei nostri diritti e del nostro lavoro.

I lavoratori e le lavoratrici di IT Operations.

Nessun commento: