mercoledì 5 novembre 2008
Yes we can
Barack Hussein Obama
Da ieri gli Stati Uniti d'America hanno voltato pagina, come dire son riusciti perlomeno a dare una scossa e un indicazione di voler a tutti i costi uscire da un torpore troppo a lungo sopportato.
Se son rose fioriranno, si dice in gergo, e probabilmente tutti sperano che lo siano. E' altrettanto vero che non tutto è oro cio' che luccica, ma per ora prendiamo atto di questo evento. Non tanto perchè un "nero" è finalmente alla Casa Bianca , posti di comando ben importanti nell'era Bush , erano già condotti da personalità "nere", quanto per il fatto che questo popolo è capace ancora di dare dimostrazione di crederci e rendere possibile qualcosa.
Si puo' dissentire da tante scelte e azioni degli Americani, in specie negli ultimi decenni hanno condizionato e causato tante crisi , ma dobbiamo dare atto che sul serio quel paese offre qualcosa che altri non possono e non vogliono offrire. Che ci piaccia o meno, che ci veda coinvolti o meno, questo paese immenso segna sempre un punto di riferimento , nel bene come nel male.
Change , tutti gridano, se sarà vero lo vedremo, come in ogni cosa ci son compromessi da tenere presente e compromessi da accettare.
P.S. : (06-11-08) dall' ultimo articolo di Paolo Barnard
E la prima cosa che si osserva è che un’attenta lettura del programma di Barak Obama lascia una sorta di vuoto mentale e nessuna idea precisa. Dalla Sanità alla politica estera, dall’economia alla scuola, veniamo trascinati attraverso una serie di proclami talmente generici da produrre un unico possibile interrogativo: ma che significano in pratica? Soprattutto, a voler essere un poco più precisi, dove sono le risposte del senatore Obama ai temi più cruciali della politica americana, ovvero ai temi più vergognosi della sua politica estera? E cioè: lo strapotere delle lobby economiche e di quella ebraica nelle stanze che contano a Washington, che il suo programma solo vagamente tratta; la politica scellerata oltre che immorale sul Medioriente?
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1 commento:
HELLO CHICAGO
Se c’è una persona che ancora dubita che in America sia tutto possibile, che ancora mette in discussione il potere della democrazia: bene questa stasera avete avuto la vostra risposta.è la risposta a tutte le domande: per chi ha creduto che stavolta starebbe stato diverso.
È una risposta data dai povera dai ricchi, dai giovani dagli anziani, dagli abili dai disabili: noi siamo gli Stati Uniti d’America
La storia ci ha portato a credere ancora a credere che un nuovo cambiamento ci sarebbe stato
Il senatore McCain ha combattuto per questo Paese: ha sofferto una serie di sacrifici che molti non sanno voglio congratularmi con lui per tutto cià che è stato fatto e sono felice di lavorare ancora assieme a lui per servire il nostro Paese
Voglio ringraziare il nuovo vice Presidente degli Stati Uniti
Non sarei qui senza il mio migliore amico che mi sostiene da 16 anni; senza la roccia della mia famiglia che amo più di quello che loro possano immaginare
So che mi sta guardando; mi manca tutta la mia famiglia che non c’è più devo tutto a loro so che sono qui con me adesso
Non dimenticherò mai a chi appartiene questa vittoria: a tutti voi. Non avrei mai immaginato di essere il candidato di questa campagna: abbiamo cominciato per le strade con poche risorse, col contributo delle persone che hanno cominciato a donare 10 dollari e che son andati al di là degli sforzi passati negli anni precedenti. Tutte queste persone hanno dato sé stessi per questa campagna: devo tutto a voi e so che voi non lo avete fatto solo per vincere ma perché comprendete il grande compito che ci attende.
Le sfide che ci attendono domani sono le più importanti come la grossa crisi finanziaria che stiamo attraversando. Ebbene nuovi lavori, nuove scuole devono essere ancora da fare: è una strada in salita ma oggi vi prometto che noi come popolo ci riusciremo.
Ci saranno problemi, false partenze, persone che non crederanno: io sarò sempre sincero e vi ascolterò. Vi chiederò di contribuire mattone per mattone; passo dopo passo. Questa VITTORIA non è il cambiamento ma solamente la possibilità che ci viene offerta per operare questo cambiamento. Deve esserci un senso di responsabilità dove ognuno potrà contribuire per il bene di tutto. Noi siamo un popolo, una nazione: dobbiamo resistera alla tentazione di rimanere fermi
C’è un uomo che in questo paese ha portato la bandiera del partito repubblicano: siamo consapevoli di ciò che ha contribuito al nostro successo. Io devo guadagnare il voto di chi non mi ha votato: io vi ascolterò e sarò anche il vostro Presidente. A tutti coloro che ci osservano e che ci ascoltano in tutti gli angolo del mondo: il loro destino non sarà dimenticato noi lo vediamo. A coloro che vogliono distruggere questo mondo: noi vi distruggeremo. A chi si chiede se l’America stasera è sconfitta abbiamo dimostrato che la nostra vittoria non viene dalle armi ma dai nostri IDEALI.
Voglio raccontarvi la storia di una donna, Allison Cooper ha 106 anni, nata appena dopo la schiavitù, nata quando non poteva votare per il colore della sua pelle e perché donna: tutte le volte in cui le è stato detto NON SI Può FARE lei ha continuato a lottare. Lei ha creduto che si può.
Lei ha testimoniato la volontà di una generazione durante la guerra: ha continuato a credere che noi avremmo superato tutto questo . Lei quest’anno dopo 106 è riuscita a dare il suo voto .
Abbiamo visto così tanto ma c’è ancora così tanto da fare.
Se i miei figli fossero così fortunati da vivere 100 anni quali cambiamenti e quali progressi vedranno?
Noi abbiamo la possibilità di scrivere questi progressi e questi cambiamenti
GRAZIE che Dio vi benedica e che benedica gli Stati Uniti D’America
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