Un tempo lo zoccolo duro della società era costituito dalla base di operai e impiegati a reddito fisso , dai quali prelevare alla fonte i prelievi fiscali , impossibili da evadere.
Un tempo impiegati e operai si erano costituiti in sindacati per cercare di ottenere condizioni contrattuali perlomeno decenti e renumerazioni almeno consone ad un livello medio di vita.
Un tempo la classe operaia (che non è mai andata in Paradiso) poteva determinare scelte e indicazioni sociali rilevanti. Poi il sindacato , eletto a rappresentante dei lavoratori , si è fatto prendere la mano, e ha iniziato a rivendicare l'azione sindacale come diktact per costituire il trampolino di lancio verso il passaggio allo strato politico decisionale. Una sorta di sala di attesa per essere successivamente eletti in parlamento e da lì entrare nelle sale del Paradiso.
Naturalmente per ottenere questo, non bastava la larga base lavorativa di appoggio alle spalle, ma era necessario accattivarsi gli appoggi politici e imprenditoriali che potessero costituire una sorta di assicurazione per il passaggio successivo. Per questo il sindacato è dovuto scendere a compromessi e accettare condizioni che non fossero esclusivamente argomento di discussione. Intrallazzi e interessi personali hanno preso il posto di lotte e rivendicazioni. Con buona pace dei lavoratori, che francamente dopo i primi anni successivi al '68 , si sono addormentati in una sorta di sonno acquiescente.
Ecco che la nuova trattativa alla luce della globale crisi economica, non si deve intendere come una nuova lotta, quanto un nuovo tavolo in cui si scambiano concessioni al prezzo di un ingresso nei saloni della politica e della confindustria .
Il motivo di sottofondo che si sbandiera è la crisi economica e lo stato oramai ufficiale di recessione. Per cui trovato l'escamotage per i poteri forti (vedi Banche e industrie principali quali Fiat e Alitalia), il resto si puo' fottere tranquillamente per ricavare il possibile e ottenere vantaggi rilevanti per la parte imprenditoriali, (del resto la crisi la subiscono anche gli imprenditori , ma in maniera sostanzialmente diversa dai lavoratori).
Vero esiste questa crisi dilagante , sulle cui cause questi benedetti imprenditori di certo non possono tirarsene fuori come concausa - ma questo è un altro discorso - dunque si diceva , la parola imprenditore ha in sè un concetto semplice e determinante che però è stato accantonato nel corso degli ultimi decenni: il rischio di impresa.
Questo rischio di impresa, furbescamente, da parte del mondo imprenditoriale , si è sempre piu' addossato al tessuto sociale statale (e quindi tutti noi) , trattenendo per se la parte di profitto e interesse. In sostanza i guadagni sono per l'imprenditore, le perdite sono per i lavoratori e in ultima analisi per i cittadini tutti.
Il miracolo imprenditoraiale a rischio zero è stato costruito nel corso di questi anni.
Al che sono sbocciati come funghi imprenditri altisonanti : De Benedetti, Colaninno, Tronchetti Provera, Benetton per citarne solo alcuni.
Un famoso discorso di Tronchetti all'epoca di Telecom, era in sostanza :" il mercato esige regole di trasparenza , per cui non si puo' mescolare il bilancio della azienda con quello di chi la dirige" detto fatto, gli introiti di vendite di alcuni asset aziendali sono stati incamerati dall'imprenditore, mentre all'azienda è rimasta la perdita di valore azionario, lampante come il sole!!!
Caso piu' recente e molto piu' chiaro quello di Alitalia, sotto gli occhi di tutti noi.
Ma anche gli altri affari son stati sempre trattati con tale filosofia : il buono a me - imprenditore - il male a te azienda e lavoratori e allo stato e quindi a tutti i cittadini.
Con questo metodo credo che tutti possiamo improvvisarci imprenditori.
Ora alla luce di questa condotta generale imprenditoriale italiana, non è che i sindacati siano esenti da colpe e/o connivenze, anzi ne sono alleati preziosi.
Quindi in questa luce sono da valutare gli ultimi incontri per la determinazione del nuovo modello contrattuale. Farcito di termini altisonanti e questioni di principio , ma con la natura semplice e vera del "fottere la classe piu' debole" quella dalla quale si puo' prelevare ancora qualcosa , dopo il recentissimo prelievo fraudolento del TFR , atto del quale i sindacati sono i maggiori responsabili. (indovinate chi detiene molti dei fondi in cui sono investiti i soldi prelevati dal TFR come costituzione di pensione integrativa...)
Un tempo impiegati e operai si erano costituiti in sindacati per cercare di ottenere condizioni contrattuali perlomeno decenti e renumerazioni almeno consone ad un livello medio di vita.
Un tempo la classe operaia (che non è mai andata in Paradiso) poteva determinare scelte e indicazioni sociali rilevanti. Poi il sindacato , eletto a rappresentante dei lavoratori , si è fatto prendere la mano, e ha iniziato a rivendicare l'azione sindacale come diktact per costituire il trampolino di lancio verso il passaggio allo strato politico decisionale. Una sorta di sala di attesa per essere successivamente eletti in parlamento e da lì entrare nelle sale del Paradiso.
Naturalmente per ottenere questo, non bastava la larga base lavorativa di appoggio alle spalle, ma era necessario accattivarsi gli appoggi politici e imprenditoriali che potessero costituire una sorta di assicurazione per il passaggio successivo. Per questo il sindacato è dovuto scendere a compromessi e accettare condizioni che non fossero esclusivamente argomento di discussione. Intrallazzi e interessi personali hanno preso il posto di lotte e rivendicazioni. Con buona pace dei lavoratori, che francamente dopo i primi anni successivi al '68 , si sono addormentati in una sorta di sonno acquiescente.
Ecco che la nuova trattativa alla luce della globale crisi economica, non si deve intendere come una nuova lotta, quanto un nuovo tavolo in cui si scambiano concessioni al prezzo di un ingresso nei saloni della politica e della confindustria .
Il motivo di sottofondo che si sbandiera è la crisi economica e lo stato oramai ufficiale di recessione. Per cui trovato l'escamotage per i poteri forti (vedi Banche e industrie principali quali Fiat e Alitalia), il resto si puo' fottere tranquillamente per ricavare il possibile e ottenere vantaggi rilevanti per la parte imprenditoriali, (del resto la crisi la subiscono anche gli imprenditori , ma in maniera sostanzialmente diversa dai lavoratori).
Vero esiste questa crisi dilagante , sulle cui cause questi benedetti imprenditori di certo non possono tirarsene fuori come concausa - ma questo è un altro discorso - dunque si diceva , la parola imprenditore ha in sè un concetto semplice e determinante che però è stato accantonato nel corso degli ultimi decenni: il rischio di impresa.
Questo rischio di impresa, furbescamente, da parte del mondo imprenditoriale , si è sempre piu' addossato al tessuto sociale statale (e quindi tutti noi) , trattenendo per se la parte di profitto e interesse. In sostanza i guadagni sono per l'imprenditore, le perdite sono per i lavoratori e in ultima analisi per i cittadini tutti.
Il miracolo imprenditoraiale a rischio zero è stato costruito nel corso di questi anni.
Al che sono sbocciati come funghi imprenditri altisonanti : De Benedetti, Colaninno, Tronchetti Provera, Benetton per citarne solo alcuni.
Un famoso discorso di Tronchetti all'epoca di Telecom, era in sostanza :" il mercato esige regole di trasparenza , per cui non si puo' mescolare il bilancio della azienda con quello di chi la dirige" detto fatto, gli introiti di vendite di alcuni asset aziendali sono stati incamerati dall'imprenditore, mentre all'azienda è rimasta la perdita di valore azionario, lampante come il sole!!!
Caso piu' recente e molto piu' chiaro quello di Alitalia, sotto gli occhi di tutti noi.
Ma anche gli altri affari son stati sempre trattati con tale filosofia : il buono a me - imprenditore - il male a te azienda e lavoratori e allo stato e quindi a tutti i cittadini.
Con questo metodo credo che tutti possiamo improvvisarci imprenditori.
Ora alla luce di questa condotta generale imprenditoriale italiana, non è che i sindacati siano esenti da colpe e/o connivenze, anzi ne sono alleati preziosi.
Quindi in questa luce sono da valutare gli ultimi incontri per la determinazione del nuovo modello contrattuale. Farcito di termini altisonanti e questioni di principio , ma con la natura semplice e vera del "fottere la classe piu' debole" quella dalla quale si puo' prelevare ancora qualcosa , dopo il recentissimo prelievo fraudolento del TFR , atto del quale i sindacati sono i maggiori responsabili. (indovinate chi detiene molti dei fondi in cui sono investiti i soldi prelevati dal TFR come costituzione di pensione integrativa...)
Il nuovo modello contrattuale
Alcune valutazioni
La difesa dei redditi
Il lavoro proletario
Il conflitto di interessi sul TFR
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