mercoledì 12 novembre 2008

Il principio e la fine

Da Sempre e per sempre


Siamo esseri viventi tra due momenti inconfutabili ,viventi tra un inizio e una fine.
Ci troviamo tutti presenti a questa realtà , impegnati a studiarla e spiegarla a noi stessi di fronte le nostre paure. Le domande da sempre e per sempre sono le universali : chi sono, dove sono , perchè sono , dove vado ?
E per trovare delle risposte l'uomo ha trovato il ricettacolo delle risposte in cio' che ritiene fede.
Fede in senso lato , fede in qualcosa o in qualcuno che possa suggerire possibili indicazioni se non altro ai quesiti fondamentali.
Infine il conforto assoluto viene individuato nella eternità dell'essere, nella persistenza dell' io , che possa sopravanzare la morte.
Non è forse la morte il portale arcano che da sempre l'uomo fugge?
Cosa ci sia al di là di questo portale non è dato di sapere, rimane il fatto certo , anzi certissimo , che tale portale tutti noi attende al varco , e tutti noi prima o poi lo dovremo comunque varcare.
E' questo in fondo il dramma di tutta l'umanità, l'ineluttabilità della morte, che tutti accomuna, buoni e cattivi, famosi e poveracci, ricchi e poveri, scellerati e scienziati.
Ma ecco che la sagacia umana ha esorcizzato tale paura, proprio con la fede, con la fede del proprio essere di fronte al divino. Comunque esso sia e comunque sia celebrato , è sempre identica la promessa fatta alle umane genti : la promessa dell'eternità.
In quale modo , a fronte di quali condizioni non è mai ben chiaro , e qui il terreno umano si apre in mille direzioni cercando ognuno la propria strada di conquista di questo premio.
Per cui, se da un lato ci poniamo domande, dall'altro percorriamo percorsi piu' o meno astrusi per cercare la meta che sconfigga quello che l'umano chiama scomparsa.
Rimane però un piccolo particolare, che spesso viene sottaciuto , quasi dimenticato, e in qualche caso fraudolentemente non citato.
Se esiste un continuum unico tra prima e dopo , una linea sottile che possa rappresentare questa eternità, necessariamente tale linea deve esser infinita. Nessun inizio, nessuna fine.
Ebbene , abbiamo molti dettagli e indicazioni sul dopo , come si possa affrontare , come si possa traguardare, perfino dettagliate descrizioni di come possa essere.
Manca del tutto invece un dettaglio analogo del prima.
Perchè è un fatto strano che se dobbiamo assurgere ad esseri eterni, chiaramente saremo eterni dopo, ma lo eravamo anche prima , altrimenti non si spiega come ci si possa trasmutare all'improvviso in qualcosa che è eterno. Eterno appunto senza un principio e senza una fine.
Per cui già prima dovevamo essere in questo stato.
Diciamo allora che la nascita e la morte son solo due momenti che attraversiamo, dobbiamo attraversare , ma sono solo un tratto (infinitesimale) di quella retta che è l'eternità.
Sicuramente se siamo anime non mortali , dovevamo esserlo anche prima, per cui lo stato di vivo è solo una parentesi tra il magico momento della nascita e il magico momento della morte.
Essenze sempre presenti che trasmutano in esseri viventi per poi tornare allo stato di essenza.
Il principio è ben noto scientificamente: nel nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma.
Per cui se saremo dopo , lo siamo stati certamente anche prima.
Ma come mai del prima non c'è traccia ?
Certamente alcune filosofie o credenze , citano in qualche modo tale concetto , ad esempio coloro che sostengono che siamo solo esseri che rinasciamo continuamente e che riviviamo vite diverse sotto forme di vita diverse. Ma è solo un timido tentativo di indicare quel che è prima.
Se ci soffermiamo a non pensare tanto al dopo , cosa sarà dopo, come sarà dopo , e invece cominciamo a pensare come era prima, cosa c'era prima , forse ci ritroviamo un po' piu' consapevoli che il tutto , compresa questa cosa che chiamiamo vita , possa assumere tutt'altro significato.
Se la nostra anima c'è, ci deve per forza esser prima , altrimenti non possiamo immaginare greggi di anime disperse raminghe in attesa di assegnazione, sarebbe ridicolo il solo pensarlo; e altretttanto ridicolo pensare che l'anima nasca al momento della nostra nascita. Un anima che si crea in un preciso momento e dura per l'eternità, non regge il concetto.
Allora se le anime ci son sempre state e ci saranno dopo, di cosa parliamo quando ci affligiamo sulla vita?
Davvero siamo solo un transito, come in un tunnel che prima o poi finirà, per tornare alla luce del divino e riprendere il nostro stato di essenze eterne.
Il tutto naturalmente se così è.
Ma potrebbe essere invece , ed è tutt'altro che lontano dalla verità assoluta, che i nostri unici momenti sublimi sono solo proprio quella nascita e quella morte, e che oltre ciò , nè prima e nè dopo esiste null'altro che il niente.
Abbiamo due momenti sublimi tra i quali sono posti come tanti paletti momenti carnali di vita che uomini, piccoli come siamo, ci affanniamo ad ammantare di significati reconditi e di assoluti principi divini, quando invece siamo solo esseri che nascono e poi muoiono.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, il quale ne fece il centro degli interessi della filosofia.
Prima di Socrate, la filosofia si occupava del mondo o della natura, ed è quindi solo con lui e col suo discepolo Platone, che viene utilizzato il termine 'psyché' (anima) per occuparsi del mondo interiore dell'uomo.
Per Aristotele l’anima compiva un Movimento sostanziale, cioè nascere e morire, ma da dove viene e dove torna l’anima non ci è dato sapere.
‘È ignoto, infatti, quale sia la natura dell'anima, se essa nasca con l'uomo o gli sia infusa, se poi finisca con noi separata da morte, se giunga a vedere le tenebre se per volere degli dei vada ad insinuarsi in altri animali.’
Come disse Amleto, da quel paese sconosciuto da dove mai nessun viaggiatore è mai tornato, nessuno può raccontarci cosa c’è nel dopo.
Le varie religioni ci aiutano solo a custodire l’anima affidataci alla nascita e a pensare di collocarla in un degno posto eterno!!!!

garimar ha detto...

x Anonimo:

"È ignoto, infatti, quale sia la natura dell'anima, se essa nasca con l'uomo o gli sia infusa, se poi finisca con noi separata da morte, se giunga a vedere le tenebre se per volere degli dei vada ad insinuarsi in altri animali."
"nessun viaggiatore è mai tornato, nessuno può raccontarci cosa c’è nel dopo"

Analisi filosofica esatta, ma non in linea col concetto che intendevo esprimere. Non volevo porre l'Anima al centro del filo che si chiama Eternità, ma proprio la considerazione di quel "prima di" che ci porta all'ovvia conclusione che niente è prima e niente è dopo , tra cui anche l'anima.
Evidentemente è sfuggita la lettura dell'ultima frase del post.
Proprio l'ultima frase è la piu' importante, per il mio pensiero.
Grazie dell'analisi.