Le paure
Sempre più spesso in questi anni post duemila, incontro e sono testimone diretto , del dissolvimento della tanta decantata unione amorosa tra gli umani.
Sempre più spesso , oramai, si incontrano persone donne ed uomini che escono da situazioni a dir poco incresciose e situazioni familiari fallimentari.
Ma ancor più spesso si ascoltano parole di sconforto e paure da donne , madri, prese da ansie, paure, che sfiorano il terrore. Le urla di queste donne e madri oramai sono oltre la soglia della percezione locale, ma sono piuttosto un movimento convulso generale che coinvolge una massa di persone come un onda oceanica. Come il mare in tempesta queste disperazioni travolgono tutto e tutti , andando poi ad infrangersi contro bastioni rocciosi durissimi.
Oramai in tutti gli ambiti familiari c'è una coppia che si rompe, c'è un amore che finisce, c'è una famiglia che si dissolve; quasi sempre , anzi sempre, sono situazioni che scoppiano come bolle di sapone oramai estese al massimo.
La donna , la madre sempre scoppia in una esclamazione di paura e terrore per l'avvenire dei propri figli e il futuro incerto che si spalanca all'orizzonte.
La madre è sempre la protagonista di questo dissidio , perché è indubbio che la discendenza carnale implica un legame corporale che è difficile da dissolvere anche sotto le peggiori tempeste spirituali. Allo stesso tempo i padri hanno meno presente questo legame carnale e da un certo punto di vista subiscono meno il peso della responsabilità dello scioglimento familiare, ma di converso ne subiscono gli effetti a più lunga distanza.
In ogni caso è indubbio che l'essere più debole in questa situazione è la madre, la donna, spesso vituperata , spesso sovraccaricata di responsabilità che vanno ben oltre le proprie legittime possibilità ; e in questa debolezza la donna si sperde.
La frase più abusata e ribadita è "sopporto per i figli", "non posso farlo per i figli".
E proprio in questa ammissione c'è il contrasto e l'annichilimento di esser pensante.
Se da un lato l'amor di madre , cui si accennava prima, giustifica tale affermazioni, dall'altra la considerazione di questo pensiero provoca malesseri che si trascinano anni concludendosi proprio con il danno che si vuol evitare : non far soffrire i figli.
Un gatto che si morde la coda, in un giro vorticoso di causa effetto, ben difficile da rompere.
Al solito è il mondo animale che ci viene in soccorso , con i suoi esempi , ed è ancora la natura che ci offre l'insegnamento che abbiamo smarrito nel corso di secoli di erudizione e civiltà.
Cosa fa mamma orsa, mamma gatta, mamma delfino, mamma tigre, quando deve accudire una nidiata di cucciolotti ? Essenzialmente li cura e li preserva dai pericoli del mondo , ma senza esagerazioni , e soprattutto dando i giusti insegnamenti , che non sono solo le "coccole" o il cibo pronto , ma sono gli insegnamenti sugli "strumenti" che servono per affrontare questo mondo.
Perché è pur vero che occorre procurar il cibo ai figlioletti, ma è anche vero (e gli animali ne son molto più coscienti di noi umani) che un giorno ognuno dovrà pensare per se.
Ecco quindi che gli animali ci fanno vedere che si dedicano alla cura della prole, ma ci insegnano anche che non bisogna nascondere la durezza della vita. Nascondendo le difficoltà, o rendendole semplici non faremo mai un grande favore alle nuove generazioni.
Ammazzando noi stessi alla ricerca spasmodica della vita facile per i figli , non facciamo altro che aprire la strada a insuccessi e fallimenti che a loro volta subiranno, per di più quando i genitori non ci saranno più.
Ecco perché è poco lungimirante nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di niente.
Per queste ragioni una madre donna piena di paure e depressioni (seppur giustificate) non potrà mai assicurare una crescita attiva ai propri figli, questi figli subiranno sempre l'influsso negativo delle vicende, anche con gli sforzi volti a nascondere la realtà.
Per capire cosa significhi bagnarsi non c'è niente di meglio che camminare sotto la pioggia senza ombrello.
Le donne che si sentono sole, le madri che pensano di non farcela, le signore che vedono tutto nero e che si sentono eternamente sole devono cambiare modo di ragionare se vogliono sul serio donare ai propri figli un minimo di amore.
Facendo sforzi nella direzione opposta , nella direzione della sopportazione, della trascuratezza di se stesse , faranno solo un danno ai giovani che un giorno saranno a loro volta genitori.
A parte questa considerazione semplice, c'è da aggiungere che occorre farsi forza anche dal pretendere una presa di coscienza dai padri. Diciamo la verità, agli uomini fa anche comodo dimostrarsi duri e forti , da uomini appunto, di fronte a fallimenti e cadute. E' facile farsi forti quando la donna assume su di se il peso degli oneri, se non altro educativi e/o caratteriali.
Del resto una frase maschile al riguardo ricorrente è : provvedo al mantenimento.
Ecco la società moderna , basta staccare un assegno per sentirsi con la coscienza a posto. Del resto non facciamo la stessa cosa con il senso comune della solidarietà ? Noi italiani poi siamo dei campioni per gli appelli alla solidarietà. Facciamo un offerta, una donazione e il nostro cuore è in pace, abbiamo fatto il nostro dovere verso il mondo. Allo stesso modo nella stragrande maggioranza dei casi , stacchiamo assegni e siamo col cuore in pace. Poi del resto non è forse vero che siamo impegnati in lavori e attività pressanti che realizzano "il nostro essere uomini" ?
Comodo no ? ....come una coperta di Linus
Ebbene , se proprio le donne vogliono far qualcosa di valido , chiamino , battendo i pugni e anche i piedi , i loro uomini alla responsabilità, nessuna battaglia è più giusta come difendere i doveri dello stato di genitore. Anche di fronte alla separazione e alla fine di un rapporto, esser troppo remissivi e comprensivi non si rende mai giustizia ai propri figli, i quali figli del resto, non dimentichiamo , sono molto più robusti e resistenti di quando si voglia credere.
E infine un ultima osservazione, trascurare se stessi in nome di supposti doveri , alla lunga non rende mai un risultato buono, da tutti i punti di vista. Trascurare la propria vita non può mai portare a salvataggi né di amori , né di relazioni sociali. Lasciare da parte i propri desideri e aspirazioni , pur con i dovuti paletti che la vita moderna impone, uccide noi stessi e di conseguenza coloro che vivono a noi vicini e che dichiariamo di amare in maniera superlativa.
In buona sostanza dal dichiarare concetti ed applicarli in pratica c'è una distanza abissale, un oceano, dire : "amo mio figlio" e vivere facendo si che ciò sia vero c'è una bella differenza.
Siamo tutti bravi con le parole, ma solo i comportamenti portano al risultato, non le parole.