Il 13° Apostolo
Il Nuovo Testamento è stato scritto in periodi successivi tra il 50 d.c. e il 100 d.c. , cioè a dire l'epoca in cui la nascente Chiesa trasforma il rabbi, Gesù in un Dio, allo scopo di crearsi una legittima veste di esistenza nei confronti del giudaismo e dei culti pagani romani fin allora imperanti.
Gesù non ha mai creato nesssuna struttura comunitaria nè sociale nè tantomeno religiosa, in effetti la Chiesa si appella a concetti che Gesù non ha mai espresso durante la sua vita.
Innanzi tutto, se si stila un elenco di discepoli di Gesù dalle Sacre scritture emergono 15 nomi : Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni di Zebedeo, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo, Giacomo d'Alfeo, Lebbeo, Taddeo, Giuda di Giacomo, Simone e Giuda con l'aggiunta di Natanaele.
Perchè dunque la chiesa primitiva ha impostato la dottrina sull'esistenza di soli 12 Apostoli?
La ragione và ricercata nel fatto che in quei primi anni , tale Chiesa nascente, ha dovuto imporsi all'attenzione del popolo proclamando la morte dell'antico giudaismo e la nascita di una nuova Chiesa che sarà il Nuovo Israele, quello promesso da Dio.
Il numero 12 è fortemente simbolico , dodici troni per dodici tribù di Israele.
Si è già detto in un altro post di come il mezzo piu' veloce per appropriarsi di una civiltà, di un culto, di una società, sia il primo luogo l'approprazione dei simboli primari. Nell'antico Israele le 12 tribù erano fortemente costituite alla base della società ed erano un simbolo di appartenenza a quel paese.
Il momento fondamentale è l'uscita di Gesù dal deserto, coloro che seguirono Gesù all'uscita del deserto, tornandovi trasfigurato, potevano ambire al titolo di "Apostolo".
Rivelatore è il brano che testimonia proprio l'istante in cui i discepoli iniziarono a seguire Gesù:
"Il giorno dopo Giovanni stava ancora là [sulle rive del Giordano] con due dei suoi discepoli. E i due discepoli sentendo parlare Gesù, iniziarono a seguirlo. Andarono dunque e videro dove abitava e si fermarono presso di lui; era pomeriggio. Uno dei due che aveva udito le parole di Giovanni era Andrea."
Chi era l'altro dei due ?
Dato che è un incontro all'uscita del deserto, è un apostolo ,e starà con Gesù fino alla fine. Assieme ad Andrea è il primo che ha conosciuto Gesù come figlio di Dio, e sarà l'ultimo a vederlo. Ma nonostante cio' mai verrà nominato il suo nome tranne che nel quarto vangelo di cui egli è l'iniziatore.
L'appellativo di questo personaggio è "il discepolo che Gesù amava" o meglio noto come il "beneamato".
L'esistenza storica di tale personaggio è stata provata da insigni studiosi, e questa persona è distinta da san Giovanni l'evangelista. Nel quarto vangelo viene nominato otto volte.
Ad esempio nel cap. 21 descrive il momento in cui Pietro e altri sei sono fuggiti dopo la crocefissione; c'erano Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo (Giovanni e Giacomo) e altri due discepoli. Piu' avanti nel testo c'è scritto : " Pietro allora voltandosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava."
Vive a Gerusalemme nel quartiere ricco della città, possiede una villa, e in quella villa verrà consumata l'ultima cena, ed in quella villa si riuniranno i discepoli dopo i giorni della crocifissione, spauriti e intimoriti da un eventuale repulisti dei centurioni romani. In questa stesa villa avverrà il fenomeno noto e venerato dalla futura chiesa come il miracolo della Pentecoste.
Il nome di tale personaggio è stato letteralmente cancellato da tutti i testi del nuovo Testamento salvo il racconto del quarto Vangelo.
Perfino nel viaggio di Paolo a Gerusalemme , nei tempi della nascente Chiesa (39-52 d.c.) non si nomina nessuna visita a colui che è stata comunque una colonna portante del seguito di Gesù.
Sembra che il discepolo beneamato sia sparito. Ogni traccia cancellata salvo una citazione, Gesù parla ai suoi discepoli indicando gli accordi per trovarsi :
Marco 14 13-15 "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua (il portatore d'acqua) ; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa : "il Maestro dice: dov'è la mia stanza..." Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti già pronta."
Ma sappiamo qualcosa di piu'.
Il beneamato era un discepolo di Giovanni Battista , e in effetti solo chi seguiva la predicazione Battista poteva convivere fianco a fianco con persone di un altra casta. Ricordiamo che il beneamato bitava nella parte ricca della città a poca distanza dal palazzo di Caifa.
I Battisti erano coloro che rifiutavano il culto della gerarchia corrotta, l'ingerenza del potere economico e il potere romano. I battisti avevano il culto dell'immersione in acqua purificatrice della propria interiorità. I battisti piu' celebri erano gli esseni, il battesimo era il loro culto principale. C'è una probabilità dunque che il beneamato fosse un esseno. Tra le sette conosciute c'erano i farisei, i nazoreni, e gli esseni. Gesù era un nazoreno, ma poco si sà dei nazoreni, ma è certo che facessero parte dei battisti. A ben vedere il Corano parla molto dei nazoreni e ne trova ispirazione nella concenzione dell'identità di Gesù.
Il beneamato nel quarto vangelo cita espressamente l'appartenenza di Gesù alla setta dei nazoreni. Le guardie che si recano ad arrestare Gesù dicono che cercano "Gesù il nazoreno re dei Giudei."
Nei Vangeli sinottici nazoreno è stato trasformato in nazareno , cioè abitante di Nazareth, o anche in nazireno ossia di chi ha fatto voto di nazirato.
Questa è una delle piu' grandi mistificazioni perpretate nei vangeli. Era necessario nascondere l'identità nazorena (e quindi battista) di Gesù. Per cui gli evangelisti hanno fatto di Gesù un abitante di Nazareth. Scavi e ricerche invece dimostrano che non v'è traccia di un luogo Nazareth nel I secolo, nè Flavio Giuseppe che ha catalogato scrupolosamente le borgate di Galilea parla di una Nazareth.
Non Gesù di Nazareth, ma Gesù il Nazoreno.
Gesù non ha mai creato nesssuna struttura comunitaria nè sociale nè tantomeno religiosa, in effetti la Chiesa si appella a concetti che Gesù non ha mai espresso durante la sua vita.
Innanzi tutto, se si stila un elenco di discepoli di Gesù dalle Sacre scritture emergono 15 nomi : Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni di Zebedeo, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo, Giacomo d'Alfeo, Lebbeo, Taddeo, Giuda di Giacomo, Simone e Giuda con l'aggiunta di Natanaele.
Perchè dunque la chiesa primitiva ha impostato la dottrina sull'esistenza di soli 12 Apostoli?
La ragione và ricercata nel fatto che in quei primi anni , tale Chiesa nascente, ha dovuto imporsi all'attenzione del popolo proclamando la morte dell'antico giudaismo e la nascita di una nuova Chiesa che sarà il Nuovo Israele, quello promesso da Dio.
Il numero 12 è fortemente simbolico , dodici troni per dodici tribù di Israele.
Si è già detto in un altro post di come il mezzo piu' veloce per appropriarsi di una civiltà, di un culto, di una società, sia il primo luogo l'approprazione dei simboli primari. Nell'antico Israele le 12 tribù erano fortemente costituite alla base della società ed erano un simbolo di appartenenza a quel paese.
Il momento fondamentale è l'uscita di Gesù dal deserto, coloro che seguirono Gesù all'uscita del deserto, tornandovi trasfigurato, potevano ambire al titolo di "Apostolo".
Rivelatore è il brano che testimonia proprio l'istante in cui i discepoli iniziarono a seguire Gesù:
"Il giorno dopo Giovanni stava ancora là [sulle rive del Giordano] con due dei suoi discepoli. E i due discepoli sentendo parlare Gesù, iniziarono a seguirlo. Andarono dunque e videro dove abitava e si fermarono presso di lui; era pomeriggio. Uno dei due che aveva udito le parole di Giovanni era Andrea."
Chi era l'altro dei due ?
Dato che è un incontro all'uscita del deserto, è un apostolo ,e starà con Gesù fino alla fine. Assieme ad Andrea è il primo che ha conosciuto Gesù come figlio di Dio, e sarà l'ultimo a vederlo. Ma nonostante cio' mai verrà nominato il suo nome tranne che nel quarto vangelo di cui egli è l'iniziatore.
L'appellativo di questo personaggio è "il discepolo che Gesù amava" o meglio noto come il "beneamato".
L'esistenza storica di tale personaggio è stata provata da insigni studiosi, e questa persona è distinta da san Giovanni l'evangelista. Nel quarto vangelo viene nominato otto volte.
Ad esempio nel cap. 21 descrive il momento in cui Pietro e altri sei sono fuggiti dopo la crocefissione; c'erano Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo (Giovanni e Giacomo) e altri due discepoli. Piu' avanti nel testo c'è scritto : " Pietro allora voltandosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava."
Vive a Gerusalemme nel quartiere ricco della città, possiede una villa, e in quella villa verrà consumata l'ultima cena, ed in quella villa si riuniranno i discepoli dopo i giorni della crocifissione, spauriti e intimoriti da un eventuale repulisti dei centurioni romani. In questa stesa villa avverrà il fenomeno noto e venerato dalla futura chiesa come il miracolo della Pentecoste.
Il nome di tale personaggio è stato letteralmente cancellato da tutti i testi del nuovo Testamento salvo il racconto del quarto Vangelo.
Perfino nel viaggio di Paolo a Gerusalemme , nei tempi della nascente Chiesa (39-52 d.c.) non si nomina nessuna visita a colui che è stata comunque una colonna portante del seguito di Gesù.
Sembra che il discepolo beneamato sia sparito. Ogni traccia cancellata salvo una citazione, Gesù parla ai suoi discepoli indicando gli accordi per trovarsi :
Marco 14 13-15 "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua (il portatore d'acqua) ; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa : "il Maestro dice: dov'è la mia stanza..." Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti già pronta."
Ma sappiamo qualcosa di piu'.
Il beneamato era un discepolo di Giovanni Battista , e in effetti solo chi seguiva la predicazione Battista poteva convivere fianco a fianco con persone di un altra casta. Ricordiamo che il beneamato bitava nella parte ricca della città a poca distanza dal palazzo di Caifa.
I Battisti erano coloro che rifiutavano il culto della gerarchia corrotta, l'ingerenza del potere economico e il potere romano. I battisti avevano il culto dell'immersione in acqua purificatrice della propria interiorità. I battisti piu' celebri erano gli esseni, il battesimo era il loro culto principale. C'è una probabilità dunque che il beneamato fosse un esseno. Tra le sette conosciute c'erano i farisei, i nazoreni, e gli esseni. Gesù era un nazoreno, ma poco si sà dei nazoreni, ma è certo che facessero parte dei battisti. A ben vedere il Corano parla molto dei nazoreni e ne trova ispirazione nella concenzione dell'identità di Gesù.
Il beneamato nel quarto vangelo cita espressamente l'appartenenza di Gesù alla setta dei nazoreni. Le guardie che si recano ad arrestare Gesù dicono che cercano "Gesù il nazoreno re dei Giudei."
Nei Vangeli sinottici nazoreno è stato trasformato in nazareno , cioè abitante di Nazareth, o anche in nazireno ossia di chi ha fatto voto di nazirato.
Questa è una delle piu' grandi mistificazioni perpretate nei vangeli. Era necessario nascondere l'identità nazorena (e quindi battista) di Gesù. Per cui gli evangelisti hanno fatto di Gesù un abitante di Nazareth. Scavi e ricerche invece dimostrano che non v'è traccia di un luogo Nazareth nel I secolo, nè Flavio Giuseppe che ha catalogato scrupolosamente le borgate di Galilea parla di una Nazareth.
Non Gesù di Nazareth, ma Gesù il Nazoreno.
9 commenti:
Considerazioni molto interessanti. Tutte le mie conoscenze sull'argomento derivano dalla lettura di Inchiesta su Gesù di Corrado Augias. Quella lettura e il tuo post mi suggeriscono un unica considerazione: non vi una religione obiettiva, vi è solo l'interpretazione voluta da chi può imporre la sua visione, scegliendo le fonti, proclamando sacri alcuni testi rispetto altri, espungendo delle informazioni, aggiungendone altre ex novo. Una stratificazione strumentale a fini di potere, un vero e proprio peccato originale della Chiesa.
Questa manipolazione storica può corroborare i dubbi di tutti quelli che si ritengono non fedeli. Chiaramente i fedeli passano oltre a tutto e non sono neanche interessati alla verità storica.
La mistificazione è tale che nessuno si sognerebbe di affermare che Gesù era ebreo, eppure è una delle poche verità che potremmo affermare.
Riflettere sul potere mistificatore che chi ha detenuto il potere, la conoscenza e il Verbo ha messo in atto fa rabbrividire. I vincitori (sui campi di battaglia o sulle dispute teologiche) scrivono la Storia.
Quale, ad esempio, il valore dei Vangeli apocrifi?
Quante domande e dubbi rimarranno senza risposta?
Quanti segreti negli archivi del Vaticano?
Sussurri obliqui
La storia la si fa citando fonti e testimonianze: è delle persone intelligenti e corrette farlo.
una osservazione su tutte:
- non esiste nessuna fonte pre evangelica che testimoni le cose che lei dice e quindi prima da dare per presupposto che quello che ci viene presentato nei vangeli è falso occorre prima dimostrarlo.
- per progvolution: se le sue conoscenze sull'argomento derivano dalla lettura di un singolo libro su un argomento così vasto le suggerisco di informarsi prima di dare dei giudizi o per lo meno di fare intelligente silenzio.
Don Nicola
Evidentemente la lettura è stata fatta in maniera distratta, capita quando ci si fa prendere dalla foga dell'argomento.
In primo luogo però c'è un equivoco di fondo, se Don Nicola avesse avuto il buon cuore di leggere tutti i post con il titolo INTERPRETAZIONE DELLA REALTA' , e in special modo il primo della serie , dove spiegavo a chiare lettere cosa si intendeva per "interpretazione."
Non certo l'individuazione di una verità assoluta, nè tantomento l'assunzione di assiomi a occhi chiusi.
Qui si dà una INTERPRETAZIONE appunto, basta sull'intelligenza e il ragionamento di UOMO libero da condizionamenti, ma con l'umiltà , naturalmente, non conoscendo tutto lo scibile umano.
Del resto questo non è un blog di fede o di dogmi religiosi.
Io sono uno gnostico in senso lato, amo conoscere e non credere a occhi chiusi cio' che altri uomini in epoche remote e quindi in ambientazioni e condizionamenti ben difficili da capire oggi, hanno scritto.
I Vangeli Sinottici per me non sono gli unici testimoni di verità. Io sono un uomo libero , e liberamente penso che ci sono validi motivi perchè la storia sia stata distorta e volta per fini non sempre leciti.
Che lo si voglia o no Gesù non ha mai fondato una chiesa, nè mai ha voluto dare una organizzazione.
Questo è scritto , e ci sono studiosi ben validi che affermano questo.
Le fonti evangeliche Lei cita...bhè certo secondo il Vaticano le uniche ammesse sono i Sinottici, Giovanni, Gli atti degli apostoli, l'apocalisse, e poche altre lettere.
Il Vaticano , appunto , la Chiesa...l'istituzione.
Io invece come cittadino del mondo dico che occorre leggere anche altro, altri libri , altre testimonianze se si vuol veramente capire come era quell'epoca.
Le mie fonti piu' usate ?
Augias ( tutte e due i libri "inchiesta su Gesù" e "Inchiesta sul Cristianesimo"), Le indagini dei Michel Benoit, frate Benedettino scomunicato dal Vaticano, L'inchiesta della BBC, le inchieste di Baigent e Leigh, I Vangeli Apocrifi, Stephen Odge "I manoscritti del Mar Morto", Il Vangelo di Giuda , (ultimamente tradotto), Paolo Cortesi "i Manoscritti segreti" , la BBC "La Vergine Maria la storia la fede" ...e via così...
Del resto basta anche guardare le indicazioni dei miei libri a lato del blog.
Ora invece faccio io una domanda Quale motivo avevano Costantino il Grande prima e Teodosio I poi a fare cio' che hanno fatto:
"Costantino riconosce al cristianesimo il carattere di religio, cioè la consente, portando i culti alla luce del sole, e Teodosio con il suo editto la trasformerà in una religione imperiale" ?
Progvolution
Io credo che ogni atto umano, da quando l'uomo calca i piedi su questo pianeta sia poi interpretato da chi preso il potere (che sia economico, che sia politico, che sia religioso , che sia culturale)lo usa per i propri fini.
Del resto lo facciamo tutti noi al nostro livello : ogni cosa che compiamo la spieghiamo al nostro vicino , convivente, ascoltatore, secondo la nostra visione che di certo obiettiva al 100% non puo' essere.
Tutti seguiamo i nostri scopi legittimi o meno.
Il problema nasce quando chi usa questi scopi , comanda Masse e moltitudini, allora lì puo' esserci facilmente qualche interesse non proprio neutrale.
E dal mio punto di vista , soprattuto, quando qualcuno dice, che stà operando per il nostro bene.
Bene, nervi scoperti che scattano a serramanico.
Premesso che il libro "Inchiesta su Gesù" è un'intervista a Mauro Pesce che è professore universitario di Storia del cristianesimo e, di per sé, mi sembra una fonte autorevole, io non ho problemi ad ammettere di non avere consultato tutte le fonti che Nartek può citare. Ma nonostante questo, umilmente e censori permettendo, un'idea me la sono fatta e la esprimo. L' "intelligente silenzio" è una regola che potrebbe applicare anche Don Nicola, magari insieme a un "democratico rispetto" delle opinioni altrui. Il consiglio del silenzio, in un luogo come un blog, momento di confronto e discussioni, assomiglia vagamente a una patetica richiesta di autocensura.
Scorgo delle parole stizzite, burocratiche che intessono una formalissima difesa d'ufficio che eludono poi il senso della discussione.
Chi parte dai dogmi non dovrebbe scendere in discussione con chi quei dogmi non sposa: è evidente che si scatena un discorso tra sordi. Opporre la verità di Fede alla ragione non ha senso. Certamente è comodo per un'istituzione autoritaria e antidemocratica zittire tutti quelli che la contestano opponendo una non adeguata conoscenza dell'argomento (di cui l'Istituzione è, non sia mai!, l'unica depositaria). Questi atteggiamenti la qualificano.
Se qualcuno ha la presunzione di essere in grado di concedere patenti sulla minore o maggiore conoscenza di un argomento e sulla base del suo (immagino insindacabile) giudizio essere tanto cortese da accordarmi il diritto di parola, comincio a inquietarmi.
La Storia che tutti conosciamo, senza bisogno di dover citare molte fonti, insegna che la Chiesa ha una lunga tradizione di menzogne, mistificazioni e persecuzioni di tutti i pensieri "eretici" (le Crociate, Galileo, l'Inquisizione, la caccia alle streghe, l'evangelizzazione con le armi degli indios americani: giusto per citare esempi macroscopici e incontestabili). Basterebbero queste poche e banali considerazioni per suffragare intere pagine di contestazioni sulla storia della (ex?) religione di Stato.
Ma non vengono nominate, meglio svicolare, appellarsi all'altrui ignoranza e innalzarsi dal solito pulpito, con la Verità in tasca, e dispensare pillole di cultura, saggezza e acume a noi povera plebaglia ignorante e miscredente.
Virtù tanto sbandierate quali l'umiltà e la tolleranza qualche volta, in duemila anni, sarebbe soddisfacente vederle messe in pratica!
E poi ci si stupisce che le Chiese sono vuote!
Sussurri obliqui
Invito l'utente che ha postato il primo commento a leggersi “La Favola di Cristo” di luigi Cascioli per trovare tutte le prove della manipolazione dei vangeli. Inoltre deve sapere a carico della chiesa cattolica è in atto una denuncia per "plagio popolare" portata avanti da storici che hanno PROVE ALLA MANO. La favola di Cristo è una decisiva raccolta di prove dimostranti che la figura di Gesù è il risultato di manipolazioni e di falsificazioni di documenti che in realtà si riferiscono a un certo Giovanni di Gamala (San Giovanni Battista), figlio di Giuda il Galileo e nipote del rabbi Ezechia, a sua volta discendente diretto della stirpe degli Asmonei fondata da Simone, figlio di Mattatia il Maccabeo.
Per arrivare a questa conclusione, l'autore non ha soltanto effettuato una esegesi razionale e approfondita dei “Libri Sacri”, dei “manuscritti di Kimberth Qumran” e dei Culti dei Misteri pagani, ma ha utilizzato anche una larga documentazione tratta dagli scritti degli storici dell'epoca, quali Giuseppe Flavio, Filone Alessandrino, Plinio il Vecchio e altri.
Dopo le prove fornite dalla “Favola di Cristo” sulla non esistenza di Gesù, come si può ancora credere che i racconti riportati sui Vangeli, pieni di contraddizioni e di grossolanità, siano la biografia di un personaggio storico?
Seguendo una fede cieca molti cristiani preferiscono mettere l'accento sul simbolismo contenuto nei testi... Ma se tutto è simbolico, cosa resta allora del personaggio?
Con l'essenzialità e la chiarezza di una regola matematica, Luigi Cascioli non espone una teoria sulla Favola di Cristo, ma dimostra incontrovertibilmente, sulla scorta di tutti i documenti possibili e di un raziocinio altrettanto aderente, la verità delle parole stesse che Leone X scrisse in una lettera a Luigi Bembo, fratello del Cardinale Bembo: “Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Christo fabula”.
"ciò che non si può dire si deve tacere...la realtà è mistica..esiste prima o oltre la parola...nel silenzio dell'esperienza e nell'esperienza del SILENZIO:la parola indica la possibilità di un'esperienza di ricerca o di rifiuto.Perciò non ha senso polemizzare,quello che è reale EMERGE ...Girolamo di Siracusa
@Teresa Stuto
Nessun polemizzare,...mi piace esporre....ecco il mio pensiero...
;-) per cui non taccio .
Nè tantomeno voglio indicare verità assolute...solo mie interpretazioni.
grazie della sua lettura.
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