"Per il Re, certo, ma quale Re?"
Il ragazzo ebbe una delle sue crisi di serietà che lo rendevano inpenetrabile e caro. "Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la Repubblica. Se vogliamo che tutto rimaga com'è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?" Abbracciò lo zio un pò commosso. "Arrivederci a presto, ritornerò col Tricolore". La retorica degli amici aveva stinto un pò anche suo nipote; oppure no. Nella voce nasale vi era un accento che smentiva l'enfasi. Che ragazzo! Le sciocchezze e nello stesso tempo il diniego delle sciocchezze. E quel suo Paolo che in questo momento stava certo a sorvegliare la digestione di "Guiscardo!".
Questo era il figlio suo vero. Il cameriere venne a vestire e calzare il Principe. "Il tricolore! Bravo , il tricolore! Si riempiono la bocca con questa parola, i bricconi. E cosa significa questo segnacolo geometrico , questa scimmiottatura dei francesi, così brutta in confronto alla nostra bandiera candida con l'oro gigliato dello stemma? E cosa può far loro sperare quest'accozzaglia di colori stridenti?" Era il momento di avvolgere attorno al collo il monumentale cravattone di raso nero. Operazione difficile durante la quale i pensieri politici era bene venissero sospesi. Un giro , due giri, tre giri.
Il passo vigoroso faceva tintinnare i vetri dei saloni che attraversava. La casa era serena, luminosa e ornata; soprattutto era sua, Scendendo le scale, capì. "Se vogliamo che tutto rimanga com'è..." Tancredi era un grand'uomo: lo aveva sempre pensato.
.....
Molte cose sarebbero avvenute, ma tutto sarebbe stato una commedia, una rumorosa romantica commedia, con qualche macchia di sangue nella veste buffonesca. Questo era il paese degli accomodomanti, non c'era la furia francese; anche in Francia d' altronde, se si eccettua il Giugno del Quarantotto, quando mai era successo qualcosa di serio ? Aveva voglia di dire a Russo, ma l'innata cortesia lo trattenne "Ho capito benissimo: voi non volete distruggere noi, i vostri 'padri'; volete soltanto prendere il nostro posto. Con dolcezza , con buone maniere, mettendoci magari in tasca qualche migliaio di ducati. E' così tuo nipote, caro Russo, crederà sinceramente di essere Barone; e tu diventerai , che so io, il discendente di un boiardo di Moscovia, mercè il tuo nome, anzichè il figlio di un cafone di pelo rosso,come proprio quel nome rivela.Tua figlia già prima avrà sposato uno di noi , magari anche questo stesso Tancredi, con i suoi occhi azzurri e le sue mani dinoccolate. Del resto è bella, e una volta che avrà imparato a lavarsi... 'Perchè tutto resti com'è' . Com'è nel fondo: soltanto una lenta sostituzione di ceti. Le mia chiavi dorate di gentiluomo di camera, il cordone ciliegia di S. Gennaro dovranno restare nel cassetto, e poi finiranno in una vetrina del figlio di Paolo, ma i Salina rimarranno i Salina; e magari qualche compenso lo avranno: il Senato di Sardegna, il nastro pistacchio di S. Maurizio. Ciondoli questi, ciondoli quelli."
Il ragazzo ebbe una delle sue crisi di serietà che lo rendevano inpenetrabile e caro. "Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la Repubblica. Se vogliamo che tutto rimaga com'è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?" Abbracciò lo zio un pò commosso. "Arrivederci a presto, ritornerò col Tricolore". La retorica degli amici aveva stinto un pò anche suo nipote; oppure no. Nella voce nasale vi era un accento che smentiva l'enfasi. Che ragazzo! Le sciocchezze e nello stesso tempo il diniego delle sciocchezze. E quel suo Paolo che in questo momento stava certo a sorvegliare la digestione di "Guiscardo!".
Questo era il figlio suo vero. Il cameriere venne a vestire e calzare il Principe. "Il tricolore! Bravo , il tricolore! Si riempiono la bocca con questa parola, i bricconi. E cosa significa questo segnacolo geometrico , questa scimmiottatura dei francesi, così brutta in confronto alla nostra bandiera candida con l'oro gigliato dello stemma? E cosa può far loro sperare quest'accozzaglia di colori stridenti?" Era il momento di avvolgere attorno al collo il monumentale cravattone di raso nero. Operazione difficile durante la quale i pensieri politici era bene venissero sospesi. Un giro , due giri, tre giri.
Il passo vigoroso faceva tintinnare i vetri dei saloni che attraversava. La casa era serena, luminosa e ornata; soprattutto era sua, Scendendo le scale, capì. "Se vogliamo che tutto rimanga com'è..." Tancredi era un grand'uomo: lo aveva sempre pensato.
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Molte cose sarebbero avvenute, ma tutto sarebbe stato una commedia, una rumorosa romantica commedia, con qualche macchia di sangue nella veste buffonesca. Questo era il paese degli accomodomanti, non c'era la furia francese; anche in Francia d' altronde, se si eccettua il Giugno del Quarantotto, quando mai era successo qualcosa di serio ? Aveva voglia di dire a Russo, ma l'innata cortesia lo trattenne "Ho capito benissimo: voi non volete distruggere noi, i vostri 'padri'; volete soltanto prendere il nostro posto. Con dolcezza , con buone maniere, mettendoci magari in tasca qualche migliaio di ducati. E' così tuo nipote, caro Russo, crederà sinceramente di essere Barone; e tu diventerai , che so io, il discendente di un boiardo di Moscovia, mercè il tuo nome, anzichè il figlio di un cafone di pelo rosso,come proprio quel nome rivela.Tua figlia già prima avrà sposato uno di noi , magari anche questo stesso Tancredi, con i suoi occhi azzurri e le sue mani dinoccolate. Del resto è bella, e una volta che avrà imparato a lavarsi... 'Perchè tutto resti com'è' . Com'è nel fondo: soltanto una lenta sostituzione di ceti. Le mia chiavi dorate di gentiluomo di camera, il cordone ciliegia di S. Gennaro dovranno restare nel cassetto, e poi finiranno in una vetrina del figlio di Paolo, ma i Salina rimarranno i Salina; e magari qualche compenso lo avranno: il Senato di Sardegna, il nastro pistacchio di S. Maurizio. Ciondoli questi, ciondoli quelli."
2 commenti:
Il principe Salina è come Consalvo nei 'Vicerè' di De Roberto (1894), che afferma che la storia è una monotona ripetizione.
'Gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi.'
Cambiano i capi, cambia il colore, cambiano le ere ma l’uomo rimane sempre uguale a se stesso.
Negli Uzeda di Francalanza, discendenti dei Viceré che spadroneggiarono in Sicilia in nome delle dinastie di Spagna. viveva, intatto e feroce, l’istinto «degli ingordi spagnuoli unicamente intenti ad arricchirsi, incapaci di comprendere una potenza, un valore, una virtù più grande di quella dei quattrini» (I Vicerè, Garzanti, Milano 1989, pag. 430).
È una «razza ignorante e prepotente» (508), sacrilega e superstiziosa, rosa al suo interno da contrasti implacabili, espressi con una spietatezza, una stravaganza, una ossessione molto vicine alla vera e propria follia.
E’ cambiato qualcosa????
In realtà la caratterizzazione del Tomasi , si adatta di piu' al momento "attuale" che è sotto gli occhi di tutti noi.
Molto attinente proprio alle polemiche di questi giorni, o ai supposti scontri.
Guardando con gli occhi del principe di Salina è proprio come se: tutto cambi perchè tutto rimanga com'è!!!!
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