venerdì 29 febbraio 2008

IO NON CI STO'

Assieme a Grillo , per dire un non ci stò, un no contro qualcosa che non comprendiamo e non condividiamo.
Come nella conferenza stampa in occasione del "monnezza day",
del 23/02/2008 occorre ribadire con fermezza: tutti a casa.

Come sostenuto da questo blog : Io non ci stò.

domenica 24 febbraio 2008

L'arte di perdere

L'arte di perdere-Elisabeth Bishop

L'arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall'intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.
Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.Ho perduto l'orologio di mia madre.

E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.

E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente. Mi sono mancati, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. E' evidente,
l'arte di perdere non è troppo difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.



IL TUO CUORE LO PORTO CON ME -Edward Cummings


"Il tuo cuore lo porto con me

lo porto nel mio cuore

non me ne divido mai

dove vado io, io lo porto con me

e vieni anche tu, mia amata.

Qualsiasi cosa fatta da me

la fai anche tu, mia cara,

perché il mio fato sei tu, mia dolce.

Non voglio il mondo perché il mio mondo

più bello, più vero sei tu.

Questo è il nostro segreto profondo,

radice di tutte le radici

germoglio di tutti i germogli

e cielo dei cieli

di un albero chiamato vita

che cresce più alto di quanto l’anima spera

e la mente nasconde,

la meraviglia che le stesse separa.

Ma il tuo cuore esiste nel mio".


domenica 17 febbraio 2008

Ancora un dolore

"... e continuerò a dirle che l'amo; voglio infatti che queste siano le ultime parole da lei udite ogni notte prima di addormentarsi, e prima di scivolare nell'ultimo sonno.
E quando si addormenterà per sempre io mi alzerò e uscirò nella notte e percorrerò le strade deserte. "

" In OTIN IHUAN IN TONALTIN NICAN TZONQUICA"

Qui terminano le strade e i giorni

venerdì 15 febbraio 2008

Io sono qui


Tutto dipende da te





Lui ha creato l'Universo,

ma tu puoi anche volare

grida all'Universo

“io sono qui”

e decolla

e urla all'Universo

“io... sono... qui”

e ancora...

... e ancora...

“io sono”....

“io sono”


dal film Ripple Effect

giovedì 14 febbraio 2008

Personale

Cosa c'è di più personale dei sentimenti?
Non è forse l'anima di un uomo ad essere ciò che è il fulcro dell'uomo stesso ?
Ma perchè capita sempre che questa anima la sotterriamo sotto una montagna di ipocrisie e timori reverenziali verso cio' che la vita stessa ci presenta?
Lustri e decenni della nostra vita passati a discutere di quanto aneliamo in tutto il nostro percorso terreno: l'attimo dell'amore.
Ma poi non siamo capaci di gustare questo famosissimo momento messo che si abbia la fortuna di averlo in tutta la nostra vita. Soffriamo , piangiamo, imprechiamo, e poi siamo incapaci di credere ai nostri occhi, e di più, siamo incapaci di dar retta al nostro cuore.
Tutti noi, anche quando avessimo la fortuna, di avere l'opportunità di avere il magico momento in cui solo le emozioni possano guidarci, siamo presi da consuetudini e preconcetti insulsi, che non ci permettono di muovere neanche un passo in quella direzione.
Sembra assurdo , ma in realtà è ciò che capita comunemente, rendendoci ciechi a ciò che la vita ci offre.
Passiamo tutta la vita in attesa di un evento magico e unico , e poi se questo si presenta realmente , passiamo il resto della nostra vita a chiederci se val la pena crederci o no, finchè poi arriva il momento in cui è tardi per ogni cosa.
Una insulsa vita fatta di quesiti sciocchi cui non c'è risposta.
Perchè l'animo umano è molto più attento alle sofferenze che alla gioia ? nè vale la considerazione che le sofferenze siano in numero maggiore delle gioie, per cui nella vita il cuore di un uomo è portato ad aver più timore che entusiasmo.
La constatazione della perdita del momento magico è ben triste , pensando che tali momenti sono rari, come gemme incastonate in una povera roccia. Siamo talmente presi dall'aver paura , che non osiamo fare nessun passo per cercare di prenderle.
Esiste un unico momento in cui avremo piena consapevolezza di ciò : il momento della fine.
Chiaramente un momento incommensurabile in cui la nostra vita ci apparirà in tutta la sua banalità, e in cui non avremo nessuna possibilità di porvi rimedio.
Umanità particolare , quella dell'essere umano, particolare e povera di spirito , spinta in questo da false credenze e religioni mal poste. Le religioni dell'uomo che son ben diverse dalle religioni dell' Esser Divino.
Nessun Essere Divino pretende l'amore per sè dai mortali, quanto al contrario insegna ad amare i propri simili . L'amore divino non è mai una pretesa, quanto piuttosto una spinta all'essere amore umano, fatto di passioni , di emozioni e di sentimenti umanissimi.
Nessuna Religione Divina insegna a chiedere il preservarsi da sofferenze e delusioni dedicando il proprio cuore al Divino, al contrario, invece l'insegnamento è atto a sospingerci verso la vita e l'amore per il proprio simile. Questo è il vero atto di amore Divino, e non il prostrarsi in funzioni introdotte e elargite da uomini in rappresentanza e per conto del Divino.
Se non apprendiamo questo nella nostra misera vita , mai potremo arrivare al momento culminante , voltarci indietro e sorridere di aver vissuto per qualcosa.
L'Amore Divino vuole insegnarci ad amare , non a chiuderci guardando solo in alto e dedicandoci all'Essere superiore. Siamo umani e tra gli umani viviamo, in questa unica vita e a questa dovremmo dedicarci , non aspettare di godere mirabolanti serenità nell'aldilà, costringendo la nostra vita reale in anfratti tristi e neri.
Questo insegna ogni Religione, ma è anche cio' che non viene diffuso.


domenica 10 febbraio 2008

La rete dei Miracoli

Potrebbe essere il momento giusto perchè si verifichi in questa vecchia Italia un fatto del tutto eccezionale.
Nel paese piu' arretrato, in termini informatici e tecnologici, impastoiato da mille leggi e leggine e regolamenti, impelagato nel Digital Divide, potrebbe essere che il popolo possa dare una lezione di modernità senza eguali.
In questo momento il popolo sovrano potrebbe usare il piu' moderno dei mezzi degli ultimi decenni , per poter affermare il proprio dissenso e il proprio " Io non ci stò ".
Credo che la vera rivoluzione, la vera protesta, possa dilagare nella rete e da qui spandersi nella realtà quotidiana con un tam-tam senza eguali, e usando il mezzo piu' democratico che ci sia : "la rete" , mezzo che la nostra 'vetusta' e antiquata classe dirigente non comprende e non conosce.
Penso che il popolo sia sempre piu' avanti dei propri governanti, possa dare un segno , una sferzata e una svolta a questo stato di cose che vedono il nostro paese in rapido deperimento.
Nasce nella rete un vasto movimento di protesta, di passa parola, di comunicazione che prende tutti gli strati sociali e tutte le età anagrafiche e ne forma un "unicum" di cui i nostri governanti non sospettano neanche l'esistenza. Il V-day di Grillo ha solo mostrato le potenzialità di cio' che puo' fare la rete; del resto agli italiani non è rimasto molto altro. Di fronte abbiamo le immagini dei soliti noti e vetusti, personaggi ingobbiti nelle loro perenni poltrone, e tracotanti di supponenza , che dimostrano solo il loro disprezzo per la sovranità popolare, credendo piu' ad un paese a proprio uso e consumo piuttosto che ad un paese da servire e portare avanti .
La rete dei Miracoli , forse è l'unica strda che possa permettere una affermazione di volontà sociale e civile e che possa urlare "Io non ci stò".

martedì 5 febbraio 2008

Il coraggio di dire NON CI STO'

Arriva il momento di avere coraggio di dire "NON CI STO' ", di opporsi , di dare un segno di repulsione.
Il momento di anteporre il giusto a interessi di parte, sofisticati calcoli di convenienza, tabelle di sfruttamento e guadagno personale.
Giunge sempre il momento in cui la "persona" se persona è, deve avere il coraggio e il diritto di dire "NON SONO DACCORDO", non sottostare a regole e leggi che sono palesemente in contrasto con cio' che è normale regola di buon senso.
Abbiamo bisogno di buon senso , piu' che di sbandierare slogan pubblicitari fasulli e per di più sempre disattesi.
Occore avere il coraggio di astenersi , quando anche solo un timido accenno potrebbe essere frainteso e strumentalizzato. Siamo al punto di non ritorno, al punto in cui gli uomini dovrebbero comportarsi da uomini e da persone pensanti , e non farsi usare come fantocci.

Avranno gli italioti questo coraggio? questa coscienza morale che nella classe dirigente manca da decenni e decenni ?

Probabilmente no, probabilmente è mero intendimento e pura follia solo il pensarlo.

E' bello sognare.

domenica 3 febbraio 2008

Dicotomia

La dicotomia

L'insieme che chiamiamo (A) lo dividiamo in due parti che chiameremo (B) e (non-B), per cui possiamo affermare che (B) non ha parti in comune con (non-B) e inoltre ( B ) + (non-B ) porta al risultato esatto di (A).
Ora se immaginiamo che (A) sia la nostra vita, cosa possiamo dire sulla parte (B) oppure sulla parte (non-B) ?
Quale delle due è la nostra vera vita, quale delle azioni compiute in (B) o in (non-B) sono la nostra vera essenza ?
Si badi bene che non vale l'appartenenza indefinita alla parte (B) piuttosto che alla (non-B). Si vuole intendere che ogni azione della nostra vita puo' indifferentemente appartenere all'uno piuttosto che all'altro. Il problema si pone quando consapevolmente sappiamo di essere in (B) ma vorremmo che fosse (non-B) e viceversa.
E probabilmente tutte le nostre azioni di vita sono in questo senso... abbiamo coscienza della nostra realtà (B) ma vorremmo che fosse (non-B), scegliamo magari un (non-B) ma sappiamo che sarebbe meglio un (B).
Dicotomia di vita , che lacera il nostro io cosciente, lasciandoci qual vacuo senso di vuoto in ogni minuto della nostra esistenza. Per di più la nostra confusione aumenta a dismisura prendendo coscienza del fatto che i due sottoinsiemi (B) e (non-B) non sono in antitesi come il bianco e il nero , il bene e il male, ma sono comunque mutuamente esclusivi; nessun elemento di uno puo' appartenere all'altro. Questo comporta che ogni nostra scelta è sempre da una parte e non puo' in alcun modo esser dall'altra, scelte esclusive, e che in entrambi i casi possono esser positive o negative.
La vita dicotomica è quella che ci aspetta.