domenica 18 novembre 2007

RADICI (Roots)

Correva l'anno 1977 quando Alex Haley ex guadia costiera
e free lance per le riviste Playboy e Reader's digest,
pubblicò il suo romanzo piu' conosciuto "Radici",
dove racconta la storia dei suoi antenati
a partire da "Kunta Kinte" per sette genarazioni
fino al riscatto dell'orgoglio di famiglia africana.

Son passati molti anni dalle deportazioni del 1760,
ma il concetto di bianco/negro è insito nella nostra cultura
fino al parossistico pensiero che ogni uso aggettivale
di tale termine (negro) debba per forza di cose riferirsi
all coscienza immorale del genere dell'uomo bianco.


Cosa è un aggettivo se non parte variabile del discorso che,
unita a un sostantivo col quale si accorda in genere e numero,
lo qualifica o lo determina (Garzanti)?.

Chiamiamo negro un uomo di pelle nera e ci sentiamo
in crisi di coscienza ;pur se teniamo presente , ancora oggi,
che abbiamo esempi lampanti di schiavitù , appannaggio
oramai di ogni razza.
(schiavi del lavoro, schiavi del consumo, schiavi delle mode, schiavi delinquenziali.....)

Negro:
che appartiene a un gruppo umano,
comprendente diversi sottogruppi,
originario del continente africano,
caratterizzato da pelle di colore più scuro
e capelli scuri dai ricci più fitti rispetto
alla media dei popoli europei (Garzanti).

E perchè mai allora non dovrebbe, parimenti, esser allusorio
l'aggettivo bianco??
Forse perchè da sempre il bianco è stato associato a stati puri ed
eterei, mentre il nero è assimilabile a luoghi e mondi oscuri e
tenebrosi?
Ancestralmente il nero è sempre stato simbolo
dell'ignoto , alcova delle paure del genere umano.
Mentre il bianco ci ha sempre infuso un concetto di
tranquillità, sicurezza, benessere.

Ecco che le parole assumono significato universale di
archetipo cosciente di un giudizio.
Ma se così dovesse essere non si capisce perchè
mai non debba valere per tutti gli aggettivi di questa natura.

Ad esempio, che dire dell'aggettivo "cristiano"?
Dobbiamo forse sentire in noi , ogni volta che vi facciamo riferimento,
il peso delle migliaia di uomini e donne mandate al rogo
in nome della Santa inquisizione?
Dobbiamo altresì sentirci in crisi per il fatto che
"cristianamente" sono annichiliti interi popoli sulla faccia della terra ?


Eppure rimane il fatto che "cristiano" ci spinge verso una sensazione
di persona perbene, equilibriata, solidale.
Mentre se diciamo "negro" , temiamo in cuor nostro di recare offesa,
disturbo, recriminazione di antiche prevaricazioni.
Ed evitandone l'uso , intendiamo lavarci in un sol
colpo la coscienza di secoli.
Negro è la nostra coscienza sporca, mentre cristiano
è la nostra aurea...
A ben vedere i numeri degli eccidi, dovremmo semplicemente vergognarci
di dirci "cristiani".

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