giovedì 28 agosto 2008

Interpretazione della realtà: 1979


Afghanistan

Anno 1979 , l' URSS nonostante lo scetticismo imperante della CIA americana, invase l'Afghanistan. Gli afghani però si opposero strenuamente all'invasore russo , ma la ragione principale era religiosa: l'ateismo sovietico offendeva i fanatici dell' Islam , tale motivazione di opposizione fu sfruttata dagli Americani per fomentare la resistenza contro la 40° armata del generale sovietico Boris Gromov. I mujaheddin rimandarono indietro verso la patria sovietica 50.000 bare , l'esercito russo perse il controllo della situazione . Questo fallimento e l'avvento del riformatore Michail Gorbacev portarono in seguito allo scioglimento dell' URSS. Gli americani , intanto avevano speso oltre un miliardo di dollari l'anno per sovvenzionare la resistenza afghana, mentre sui monti del paese invaso arrivarono in migliaia i volontari idealisti, antisovietici, sauditi, egiziani, yemeniti. Le ragioni profonde di tale opposizione non erano tanto l'antisovietismo quanto combattere l'atesimo, infedeli calpestavano suolo islamico. Quegli stessi uomini però avevano un ulteriore odio profondo , contro la cristianità e gli Stati Uniti in special modo.
Tra costoro c'era un membro di una ricchissima famiglia saudita che finanziava i campi di addestramento in Pakistan dei mujaheddin, il suo nome era Usama. Il suo odio feroce un giorno sarebbe stato dirottato verso un obiettivo diverso dai sovietici, per ora era alleato degli americani e da questi anche sovvenzionato.
Saddam Hussein invase il Kuwait nell'agosto del 1990 , Bush padre e la Tatcher decisero che non avrebbero tollerato un simile stato di cose e nel giro di 48 ore autorizzarono i primi bombardamenti da parte degli F-15. In questo baillamme di bombe e fuoco , passò in secondo piano un evento : un giovane guerrigliero , nonchè capo di una organizzazione che si chiamava al-Qaeda, di ritorno dall' Afghanistan offrì i suoi servigi a re Fahd per difendere l'Arabia Saudita dal bellicoso vicino Iracheno.
Nessuno diede retta a questa zanzara , e anzi re Fahd permise invece a mezzo milione di soldati stranieri di calpestare il sacro suolo arabo e di scacciare l'esercito iracheno dal Kuwait e proteggere i pozzi petroliferi sauditi. Il 90 % di tali truppe erano infedeli cristiani agli occhi degli arabi, e di questi 400.000 erano americani.
Cio' assieme all'affronto subito da re Fahd era intollerabile per Usama Bin Laden , che dichiarò guerra all'America.
Nel 1992 arrivò alla presidenza degli Stati Uniti , Bill Clinton che dovette gestire la peggiore crisi dei servizi segreti americani (CIA, FBI, Agenzie governative) travolti dagli scandali dell' Irangate , degli aiuti ai Contras del Nicaragua, i servizi furono riformati con cambio di uomini di esperienza e nuove direttive. Lo staff politico americano declamava a gran voce l'amicizia degli Arabi quando il 26 febbraio 1993 quattro terroristi arabi portarono a livello B-2 sotterraneo del World Trade Center un furgone con all'interno una carica esplosiva . L'ordigno non era grosso ma fece un gran clamore , la guerra era iniziata.
Usama Bin Laden intanto era stato scacciato dall' Arabia Saudita per le sue forti critiche al re Fahd, e si rifugiò in Sudan , il governo sudanese si offrì di consegnare Usama all'america, ma a quell'epoca nessuno era interessato. Usama fuggi e sparì ancora una volta in Afghanistan dove intanto si era imposta la fazione piu' fanatica : i talebani.
Poi gli avvenimenti si accavalcarono : l'assalto al reparto americano in somalia, nel 1996 un potente ordigno distrusse le Khobar Towers a Dharhan in Arabia Saudita, nel 1998 l'assalto all'ambasciata americana di Nairobi e Dar er Salaam.
Il resto è storia recente e morti innumerevoli .....

mercoledì 27 agosto 2008

Interpretazione della realtà: 1984


Comprehensive Crime Control Act

Prima del 1984, si dava per scontato che un crimine quale l'omicidio commesso in un qualunque paese della terra fosse di esclusiva competenza dello stato sovrano di quel paese, di qualunque nazionalità fosse la vittima del crimine. Dopo il varo del Comprehensive Crime Control Act del 1984 gli Stati Uniti si sono arrogati il diritto di decidere che nel caso la vittima in questione fosse un cittadino americano , tale crimine potesse esser perseguito come se fosse stato commesso sul natio suolo americano. Il che equivale a dire che la giurisdizione americana si estende unilateralmente a tutto il territorio del pianeta. In piu' nel 1986 l' Omnibus Diplomatic Security and Anti-Terrorism Act stabilì , sempre unilateralmente, il principio di extraterritorialità per gli atti terroristici compiuti all'estero contro cittadini americani.
Tale principio di "extraterritorialità" sottintende un altro principio che passa sotto il nome di "traduzione" , che equivale ad una sorte di sequestro di persone sospette in paesi terzi.
Cioè con l'atto ratificato nel 1986 gli Stati Uniti si sono arrogati il diritto di chiedere che l'assasino di un americano fosse estradato negli States, e nel caso di un diniego da parte del paese terzo, si autorizzava la "traduzione" forzata tramite l'invio di agenti sotto copertura onde "tradurre" il sospettato dinanzi un tribunale americano.
Di tali operazioni forzate di "traduzione" ve ne sono minimo 10 note.
Ma l'origine dell'Omnibus Act forse è poco nota ed è dovuto ad un episodio terroristico che riguarda l'Italia in particolare

Ottobre 1985 , l'Achille Lauro era presso le coste egiziane, navigava diretta verso le coste israeliane con un carico di turisti , tra cui alcuni americani. A bordo clandestinamente erano imbarcati 4 palestinesi appartenenti al fronte di liberazione , gruppo terroristico legato all'OLP di Yasser Arafat, che era in esilio in Tunisia.
Il commando prevedeva di sbarcare in israele dove catturare degli ostaggi , il 7 ottobre però i terroristi vengono scoperti da un uomo dell'equipaggio , mentre erano inteni alla pulizia delle armi. Scattato l'allarme , il commando prese in ostaggio la nave.
Durante le trattative giunse da Tunisi, Abu Abbas il capo del fronte di liberazione.
Si giunse un accordo , nonostante Abu Abbas non fosse certo neutrale come mediatore, che prevedeva l'imbarco dei terroristi su un aereo egiziano per esser tradotti a Tunisi.
Emerse però che durante le trattaive il terzo giorno i terroristi avevano assasinato un turista americano invalido Leon Klinghoffer , sparandogli e buttandolo quindi a mare.
Ronald Reagan non aspettò altro , e intervenne; purtroppo però i terroristi erano già imbarcati sull'aereo egiziano e in volo diretti a Tunisi in uno spazio aereo internazionale.
Dalla portaerei Saratoga decollarono degli F-16 Tomcat che affiancarono l'aereo a largo di Creta.
Atene negò il permesso di atterraggio di emergenza, costringendo i Tomcat a indirizzare l'aereo (su cui era anche imbarcato Abu Abbas) verso la base siciliana di Sigonella. Sigonella è una base US. Navy , ma anche dell'aereonautica italiana su territorio sovrano, lo Stato Italiano rivendicò il diritto di processare i terroristi (rei di un dirottamento di una nave italiana) , venendosi a creare una strana situazione in cui i terroristi erano prigionieri di forze armate statunitensi a loro volta circondate da contingenti di carabinieri italiani inviati da Craxi, l'allora capo del governo.
Il tira e molla continuò a lungo finchè una telefonata di Ronald Reagan ordinò il ritiro delle forze armate statunitensi.
In seguito durante il processo tenutosi a Genova (perchè la compagnia marittima aveva sede a genova) i pesci piccoli furono condannati , ma Abu Abbas fu rilasciato libero come l'aria costringendo l'allora ministro della Difesa a dimettersi (anche se in seguito Abu Abbas fu comunque condannato dal tribunale , in contumacia).
Come si sà, travolto dallo scandalo Bettino Craxi trovò ospitalità proprio a Tunisi.
Dopo tale insuccesso da parte americana , Reagan varò l'Omnibus Act sotto lo pseudonimo di "never again".

martedì 26 agosto 2008

Interpretazione della realtà: anno domini 1 a.c.


Maria la madre di Gesù

Anno domini 1 a.c. , luogo Palestina, Nazaret.
In questa terra vive in un ambiente che è tutt'altro che nobile , la giovane Maria, destinata a dare alla luce Colui che piu' di ogni altro sarà destinato a cambiare i destini del mondo.
Ma quali erano le abitudini e le usanze del tempo che hanno coinvolto Colei che nella cristianità viene venerata come la Vergine Maria , madre di Gesù Redentore???
A quel tempo , le unioni erano tutt'altro che basate sull'amore, quanto piuttosto su accordi pseudo commerciali tra le famiglie. In ogni caso cio' che costutiva il pregio della promessa sposa era la sua assoluta verginità di sposa bambina.
In quell'epoca i matrimoni si consumavano in età tutt'altro che adulta da parte delle donne , con uomini molto più anziani di loro. Inoltre si viveva in una società in cui le donne erano considerate esseri di livello inferiore agli uomini e quindi alla di cui volontà sottomesse.
Così era anche per Maria . Ma se si leggono per bene i Vangeli, senza per ciò trascendere verso testi non canonici , ma rimanendo nel più consolidato ambiente cristiano i canonici 4 Vangeli , si apprende che l'unione di Maria con Giuseppe era tutt'altro che fondata su un incontro di amore , quanto combinato dalla famiglia con il falegname Giuseppe. La famiglia di Maria molto povera, (Nazaret è un piccolo villaggio di povera gente ) , si addice poco con il solito abbigliamento con cui siamo abituati a mirare la Vergine nella iconografia classica. Il blu seta era un tessuto e un colore riservato a caste aristocratiche e ben difficilmente l' avremmo potuto ammirare indossato dalla Vergine.
Il fatto essenziale comunque a quell'epoca era il fatto che la donna/ragazza fosse considerata pura, la vera dote femminile di quell'epoca, arrivare pura al matrimonio e offrire la dote in dono allo sposo/padrone.
Ma per Maria questa dote fu rispettata?
Sul dogma della verginità di Maria si fonda l'intero credo cristiano, il fondamento del mistero della verginità (e quindi purezza) pur avendo dato alla luce un figlio e quindi senza la concezione carnale dell'unione dei corpi. E' la così detta Fede nel Miracolo della Verginità.
Ma nei Vangeli di Marco e Giovanni non si parla della inseminazione Divina , nè tantomeno nelle lettere di S. Paolo, e le versioni di questo avvenimento fornite da Matteo e Luca sono alquanto diverse tra loro.
Essendo l'unico accenno in Matteo e Luca , facilmente si deduce che tale argomentazione sia stata aggiunta postuma , essendo gli stessi vangeli scritti alla fine del 1° sec: la nascita del Messia da una Vergine.
Ma c'è un aspetto chiarissimo nei Vangeli : Maria è in attesa del figlio , ben prima del matrimonio, in periodo in cui era ancora "solo" promessa a Giuseppe. E sempre sugli stessi Vangeli c'è l'accenno che popolarmente si ritenne quel figlio "illegittimo" (Vg. Giovanni).
Se tutto cio' si fosse verificato così, si capisce bene come Maria sia stato in estremo pericolo , essendo questo fatto considerato tabù e blasfemo, una promessa sposa violata da un altro uomo, la reputazione della famiglia distrutta, e a quel tempo il semplice sospetto poteva costituire già un motivo sufficiente perchè il padre potesse porre fine alla giovane vita della fedigrafa, tramite lapidazione. Anche Giuseppe , quale promesso sposo , avrebbe potuto chiedere ragione di tale stato. Ma così non fu.
A tal proposito il Vangelo recita che un Angelo venne da lui , annunciandogli che il bambino proveniva da Dio. Per cui , in buona sostanza dato che Giuseppe era un bravo uomo semplice, decise di non ripudiare Maria , e di sposarla ugualmente.
Una teoria affermatasi in seguito ( e osteggiata dai più) vuole che Maria sia stata vittima di uno stupro, a carico del soldato romano Panther, per cui per questo motivo Giuseppe tacque per mettere tutto a tacere e salvaguardare il buon nome di Maria.
Di Panther si parla a partire dal II sec. questo è vero, ma poi fu scoperta una tomba con l'epitaffio Panther, e questo fornisce una base alla teoria accennata.
Naturalmente questa teoria potrebbe esser immessa a solo scopo di screditare il credo cristiano, ma non possiamo dimenticare dell'ambientazione storica di quei tempi, in cui stupri e malvagità verso le donne che erano considerate solo esseri inferiori erano all'ordine del giorno.

Naturalmente per il Cristiano tutto cio' non ha senso, credendo ciecamente al miracolo della discendenza Divina e della Verginità di Maria, essendo tutto opera di Dio.
Il fatto storico rimane, che Maria sopravvisse protetta da Giuseppe e dette alla luce un figlio destinato a cambiare il mondo.

Interpretazione della realtà: 1989


Serbia


La Iugoslavia si stava sgretolando , Milosevic si presentò come colui che avrebbe salvato l'unità nazionale, solo che intendeva farlo con il "genocidio" , il concetto era presentarsi come il salvatore dei serbi perseguitati.
Occorreva , però, che i serbi fossero perseguitati , appunto.
E se i croati e i bosniaci erano lenti di comprendonio verso questo concetto, si poteva sempre dare una spintarella!!! Un piccolo massacro locale , et voilà che la popolazione poteva rivoltarsi verso la minoranza serba, a quel punto era legittimato l'intervento dell'esercito di Milosevic per preservare tale minoranza.
Con la caduta della Iugoslavia di Tito , quale migliore alletao poteva esser per attuare tale piano se non la malavita organizzata? a questo occorre considerare anche le'norme afflusso di denaro che il regime di Milosevic ha dirottato verso le proprie tasche., quelle sue e della propria famiglia.
Lo scambio di favori era presto fatto concessioni di racket redditizi con la garanzia dell'immunità, a fronte di servigi per causare piccoli "incidenti" prendendo di mira comunità serbe per indurre la "scusa" dell'intervento.
Il regime colluso con la malavita per ottenere i suoi beceri scopi, con il plauso e il compatrimento dell'occidente, pronto a "piangere" per i perseguitati serbi.
Solo che questo non bastò , la Slovenia seguita dalla Macedonia e dalla Croazia si staccò, dopo l'accordo di Dayton dle 1995 se ne andò anche la Bosnia, e nel luglio 1999 anche il Kosovo, oltre al fatto che oramai la Serbia era distrutta a causa dei bombardamenti NATO.
Regione prevalentemente agricola il Kosovo , insieme al Montenegro, era tutto quel che rimaneva del feudo serbo della federazione iugoslava. Vi abitavano 100.000 kosovari mussulmani e 200.000 serbi.
Milosevic continuò col gioco dei "terroristi" che perseguivano la comunità serba, finchè la NATO impose un ultimatom, Milosevic non credette alla minaccia dando adito all'inizio dei bombardamenti dei caccia NATO.
Nella primavera del 1999 iniziò l'opera di pulizia etnica da parte delle truppe di milosevic, con l'ausilio di vari reparti paramilitari (malavitosi) , dando inizio all'esodo verso Albania e Macedonia di oltre un milione di kosovari. Milosevic si aspettava che l'occidente accogliesse i profughi , battendo i pugni, invece così non fù, e l'occidente dette inizio ai bombardamenti verso la Serbia.
78 furono i giorni di bombardamenti , ufficialmente la posizione della popolazione era contro la NATO, ma piano piano serpeggiò sempre più tra il popolo serbo che la causa fosse quel pazzo di Milosevic. il 3 giugno 1999 ci fu la firma dell'intesa per la fine dei bombardamenti. Le armate serbe si ritirarono con tutto l'arsenale intatto e la rabbia della popolazione cominciò a rivolgersi sempre piu' verso Milosevic, anche se quest'ultimo dava poco adito all'umore del popolo.
I principali responsabili delle persecuzioni Karadzic e il generale Mladic responsabili della strage di Srebrenica erano braccati in Bosnia . Il 27 luglio 2000 furono indette elezioni previste per l'autunno e nonostante i brogli e i depistaggi dei media e la diatriba con gli albanesi-kosovari e il tentativo di rifiutare il risultato Miolsevic perse.

§
da altrenotizie.org

Le accuse contro l’occidente si fanno quindi sempre più forti e pressanti. Con la stampa che ricorda che l’occidente si è sempre caratterizzato stringendo alleanze sbagliate. L’ha fatto nei Balcani - dicono a Belgrado – con l’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) e lo sta facendo in Iraq, illudendosi che esista una linea di demarcazione tra il bene e il male. La situazione va sempre più aggravandosi perchè gli albanesi-kosovari si sentono protetti dall’Onu e dalla Nato e spinti, soprattutto, dalle manovre espansionistiche di Tirana. Intanto la posizione dei kosovari fedeli alla Serbia si fa sempre più complessa. I motivi vanno ricercati nella lontananza reale da Belgrado e dall’assenza di concrete informazioni sullo stato delle trattative. Tutto è affidato alla radio e alla tv dal momento che la stampa locale è in mano agli uomini dell’ex Uck e ai nazionalisti albanesi. E così se da un lato Belgrado invita a disertare le urne, dall’altro il Partito Liberale Democratico fa sentire la sua voce denunciando il pericolo di autoisolamento che corrono le popolazioni locali. Le quali, allontanandosi dalla consultazione, lascerebbero completamente agli albanesi le decisioni sul futuro del Kosovo.

Ma la posizione del “no” resta forte. Scendono in campo il primo ministro serbo Vojislav Kostunica e il presidente della Repubblica Boris Tadic i quali, pur rappresentando tendenze diverse (conservatore il primo, filoeuropeo il secondo),
si ritrovano uniti nel “no” alle elezioni. E subito devono affrontare le proteste che arrivano sia da parte dei dirigenti albanesi - che insistono nel reclamare la piena indipendenza della regione - che degli esponenti dell'Unione Europea e degli Stati Uniti i quali hanno già dato il loro avallo alla convocazione del voto di novembre. Il serbo Tadic comunque - mentre sale la tensione - lancia alcune proposte distensive. In una intervista al quotidiano di Lisbona Diario de Noticias afferma che Belgrado ''non farà la guerra'' in Kosovo. Smentisce così le recenti dichiarazioni di un membro del governo serbo, che aveva evocato l'ipotesi di un dislocamento di soldati in Kosovo in caso di dichiarazione unilaterale di indipendenza di Pristina.

Tadic precisa che quelle dichiarazioni ''sono state male interpretate''. E aggiunhe: ''La Serbia dimostrerà di essere una democrazia europea”. Comunque - ha aggiunto - “senza una Serbia stabile non ci sarà stabilità nella regione''; ed è ovvio che ''una guerra in Kosovo sarebbe uno scenario di disastro per tutti noi''. Nell'intervista, Tadic mette in guardia contro il ''precedente'' che sarebbe rappresentato da una dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo che sarebbe ''contraria alle regole del diritto internazionale'' e incoraggerebbe ''tutti i separatisti''. Ci sono ''situazioni simili'' - avverte infine l’esponente di Belgrado - ''in Bosnia, a Cipro, in Georgia, in Moldavia ed in altri paesi''.

Il fronte che si è aperto, comunque, registra anche posizioni relative a nuove trattative. Perché sono all’opera, con il diplomatico russo Aleksandr Botsan-Kharcenko (al quale il Gruppo di Contatto - composto da Usa, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia ha deciso di affidare la prosecuzione dei negoziati sullo spinoso dossier) l'americano Frank Wisner e il tedesco Wolfgang Ischinger, indicati in rappresentanza rispettivamente di Usa e Ue. Ma il diplomatico di Mosca ha già fatto sapere che il Cremlino resta fermo nella richiesta di un accordo accettabile tanto dagli albanesi quanto dal governo serbo e che non intende piegarsi al tentativo di Washington e Bruxelles d'imporre una scadenza rigida alle trattative.

Intanto da Belgrado arriva un autorevole commento relativo alle prospettive di successo della nuova troika. C’è il direttore del giornale governativo serbo “Politika” - Ljiljana Smajlovic - che avanza molti dubbi sull'ipotesi di un compromesso in extremis e accusa Washington e Bruxelles di simulare disponibilità al dialogo dopo essersi già rimangiate definitivamente l'impegno postbellico - sottoscritto nel 1999 con la risoluzione Onu numero 1244 - a mantenere in qualche modo il Kosovo sotto la sovranità di Belgrado. A giudizio di Smajlovic le cancellerie occidentali sembrano voler in realtà utilizzare i prossimi mesi solo per cercare di accreditare come ''isolata'' la posizione di Serbia e Russia. In modo da poter poi giustificare il ''riconoscimento unilaterale'' euro-americano di un Kosovo indipendente.

Infine una notazione di carattere strategico-economico che viene da Belgrado e che riportiamo - come si dice in gergo giornalistico - “per dovere di cronaca”. Le fonti serbe fanno notare che attorno all’ex Jugoslavia si stanno sempre più aggirando i falchi delle grandi multinazionali. Tutti consapevoli dell’importanza di una regione dove le popolazioni della Serbia, del Montenegro, della Croazia e della Bosnia formano un mercato di circa 16 milioni di persone. E considerando anche i macedoni e gli sloveni, che parlano una lingua molto simile al serbocroato, la cifra sale a 20 milioni. Si arriva poi a 22 milioni se si includono gli albanesi del Kosovo che, pur detestando il serbocroato, lo comprendono perfettamente. In ogni caso, per le multinazionali, il semplice fatto che tutti i membri della famiglia della ex Jugoslavia si capiscano – quanto meno sul piano linguistico – favorisce la commercializzazione di qualunque prodotto. La globalizzazione, come si vede, è in marcia. Ed è questo il vero obiettivo - dicono a Belgrado - di quella distruzione sistematica della ex Jugoslavia. Il Kosovo è (per ora) l’ultima pedina del grande gioco dell’Occidente.
§

Il primo atto del nuovo presidente Kostunica fu di procedere all'arresto di Milosevic.

lunedì 25 agosto 2008

Interpretazione della realtà

Con questo articolo , prende il via una serie con lo stesso titolo , a rilettura di quanto in questi nostri anni ( e precedenti) accaduto e che spesso viene riportato con una interpretazione a dir poco, fantasiosa.
Anche la mia sarà una interpretazione, ma di piu' vorrà esser un filo comune che lega il passato al presente e quindi al futuro.
Senza nessuna pretesa di verità, ma con spirito "curioso" e "gnostico" dato che la gnosi è sempre l'obiettivo che la nostra vita dovrebbe perseguire.
A tal proposito per dichiarare e illuminare cio' che intendo per gnosi, riporto una definizione che mi è piaciuta molto:
" Ogni cosa può esser conosciuta solo attraverso la nostra interiorità . La scienza non è che la scorza, bisogna penetrarla per trovarvi il cuore, l'alburno della conoscenza. E' così per i minerali, le piante, gli esseri viventi, ed è vero anche per i vangeli. Gli antichi chiamavano questa conoscenza "gnosi". Molti sono stati intossicati dal nutrimento troppo ricco che in essa vi trovavano, si sono creduti superiori a tutto , catharoi (in grego "puro" da cui catari). "

lunedì 4 agosto 2008

L'alternativa biologica

Metti un alga nel tuo motore

L'epoca moderna , sotto il peso di problemi energetici enormi, vede alternarsi di movimenti piu' o meno ecologisti , che spingono per l'uso e il consumo di biocarburanti, come rimedio alla industrializzazione basata sul petrolio.
Spesso i concetti che sono alla base di tali intendimenti sono però del tutto mal posti , o peggio , tenuti nascosti o alterati. Perchè se da un lato è pur vero che l'industrializzazione basata sul petrolio ci ha portati ai nefasti effetti che tutti conosciamo , è pur vero che la ventilata ipotesi di biocarburante basati su estratti da cereali (mais e soia in primo luogo), produrrebbe ancor piu' nefandi effetti per l'intera popolazione , in special modo per le popolazioni piu' povere (leggi terzo mondo). Il problmea non è se il biocarburante è una soluzione o meno all'inquinamento e ancor piu' (non dimentichiamo) alla scarsezza di petrolio, il vero problema è la resa di ettaro/litro prodotto. Nessuno ne parla, nessuno cita dati , come se le piantaggioni a disposizione fossero infinite e disponibili , e ancor di piu' in aggiunte alle attuali piantaggioni dedicate alla produzione di cibo. Così non è in effetti. La compagnia di San Diego Sapphire biotech (in California) ha annunciato una scoperta nel campo dei biocarburanti , su un nuovo procedimento che consentirebbe di estrarre biocarburante dalle culture di un alga (organismo unicellulare) , ottenendo un carburante esente da azoto e benzene, ed compatibile con i moderni motori , senza nessun adeguamento meccanico. Tale carburante, bruciato , rilascerebbe nell'atmosfera solamente anidride carbonica assorbita dalle alghe durante la loro crescita. La resa ti tale estrazione è straordinaria , si parla infatti di 100 mila litri di carburante all'anno per ogni ettaro di coltivazione. Contro i normali attuali 6 mila litri per ettaro all'anno per culture basate su mais e/o soia. Le coltivazioni di tali alghe non richiederebbero nè cure particolari nè attenzioni incredibili , potendo essere irrorate anche di acqua non potabile, e accontentandosi di tanto sole.
La società Sapphire intende immettere sul mercato , agli attuali prezzi dei carburanti, questo "green crude" nei prossimi tre anni.