venerdì 14 marzo 2008

La chemioterapia

La Chemioterapia

Sappiamo tutto della malattia del secolo e dei suoi rimedi approvati secondo protocollo standard accettato dalla medicina ufficiale?
O sarebbe meglio affermare che siamo nelle mani del Signore...anzi dei Signori della Medicina?
La risposta a tale argomento è ardua e molto contrastata comunque la si voglia considerare. Affermiamo per questo che in libera coscienza occorre che ognuno di noi possa esprimere la propria scelta. C'è solo un piccolissimo particolare, ed è quello relativo alla conoscenza, conoscenza e interpretazione dei dati e conoscenza delle cause e dei possibili danni, nonchè delle aspettative.
Purtroppo nel campo medico , accade , e in maniera molto piu' subdola, che la divulgazione è spesso incanalata verso ben precise opinioni e precisi scopi, non sempre a tutela della salute.
Purtroppo mai come quando è in gioco la salute di ognuno di noi , la vera libertà sarebbe avere tutti gli elementi ben presenti per poter esprimere una scelta. Si dice, anzi sentenziano, che in campo medico non tutti possiamo capire perfettamente , per cui , ai piu' non rimane che fidarsi del proprio medico e , magari, dei vari medici consultati .
Ancora una volta , però, dobbiamo notare, che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori . è indottrinata e sottoposta a osservare determinate procedure e prassi , che sono state decise e imposte in ben altra sede. Se solo fossimo messi , tutti noi , sull'avviso, magari le scelte sarebbero un tantino in controtendenza (citando il blogger universale B. Grillo) rispetto a tutte le statistiche che gli articoli e gli studi medici riportano.

Da www.disinformazione.it: Cancro: un crepuscolo degli dei

Prima di tutto bisogna sapere cosa si intende in medicina per paziente guarito di cancro. Poiché effettive guarigioni non ne ottengono mai, definiscono guarito colui che sopravvive almeno cinque anni dal giorno della diagnosi, anche se muore cinque anni e un giorno dopo, anche se alla fine del quinto anno ha un cancro grande come una zucca che gli sta straziando il corpo. Credo che veramente poche persone conoscano questo dato. Non è che venga tenuto segreto; ma, per darvi un'idea, io per televisione in tanti anni l'ho sentito spiegare solo un paio di volte e solo di sfuggita. Ricordatevi che cambiare il significato alle parole è un mezzo importante per confondere e dominare. Questo dato pertanto è fondamentale, è una chiave per capire veramente tutti i discorsi che fanno gli oncologi quando parlano di "guarigione".
Premesso ciò, loro proclamano che: ogni 100 persone che si ammalano di cancro, 50 guariscono; in altre parole ciò significa soltanto che 50 muoiono entro 5 anni dalla diagnosi, le altre dopo.
In verità le cose stanno perfino molto, ma molto peggio di così. Se lasciamo perdere le chiacchiere televisive e le cialtronate per ottenere offerte e finanziamenti e ci riferiamo a ciò che effettivamente è scritto e provato, troviamo che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di "tumore certo" è mediamente del 7%. Nella tabella seguente trovate i dati riferiti ad alcuni specifici tipi di tumore. Sono presi dal monumentale trattato Medicina Oncologica di Bonadonna e Robustelli (testo universitario): mille pagine per dire "non ci abbiamo capito niente".

Glomi maligni (cervello) sopravvivenza a 5 anni meno del 10%
Distretto cervico facciale sopravvivenza a 5 anni meno del 5%
Melanomi maligni sopravvivenza a 5 anni meno del 20%
Neoplasie maligne dell'orecchio e
della mastoide sopravvivenza a 5 anni meno del 25%
Polmone sopravvivenza a 5 anni meno del 7,5%
Mesotelioma della pleura sopravvivenza a 5 anni 0%
Carcinoma dell'esofago sopravvivenza a 5 anni meno del 10%
Carcinoma dello stomaco sopravvivenza a 5 anni meno del 13%
Neoplasie del piccolo intestino sopravvivenza a 5 anni 25%
Carcinoma del fegato sopravvivenza a 5 anni 0-2%
Carcinoma della colecisti sopravvivenza a 5 anni meno del 3%
Carcinoma del pancreas sopravvivenza a 5 anni 2%
Carcinoma mammario
localmente avanzato sopravvivenza a 5 anni 5%

Gli oncologi vanno dicendo che le possibilità di guarire dal cancro sono molto più alte oggi, il 50 %, rispetto al 20 % del 1930. Se teniamo per buoni questi dati (ma sappiamo che sono privi di fondamento), come mai allora le morti per cancro sono spaventosamente aumentate negli ultimi 70 anni? Il fatto è che nel 1930 non esistevano tutti i sofisticati mezzi di diagnosi e le campagne di sensibilizzazione alla diagnosi precoce; pertanto il cancro veniva scoperto tardivamente e così il tempo fra la diagnosi e il decesso era breve, se non brevissimo. Oggi invece, poiché la diagnosi avviene spesso in tempi molto più precoci, la morte arriva più tardi rispetto alla diagnosi stessa e più sovente oltre i fatidici 5 anni!
Cito ancora la conclusione a cui sono arrivati ricercatori del Dipartimento di genetica e di biologia molecolare dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma attraverso ricerche sperimentali. Essi "confermano, infatti, che alcuni chemioterapici, quali la citosinarabinoside, il metotrexato, la vincristina ed il cisplatino4 (sostanze usate comunemente e quotidianamente nei trattamenti N.d.A.), in particolari linee tumorali aumentano la resistenza alla morte cellulare (...) Questi risultati sono sorprendenti, poiché dimostrano che i suddetti chemioterapici non uccidono le cellule tumorali, come invece generalmente si ritiene, bensì, impedendo l'apoptosi (morte della cellula, N.d.A.), facilitano la crescita del tumore" .

A fronte di un'efficacia nulla della chemioterapia e degli altri trattamenti, ben testimoniata dai risultati, vi è la terribile tossicità delle sostanze usate, tanto è vero che le autorità sanitarie hanno dovuto prendere drastici provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori addetti alla manipolazione e somministrazione di questi cosiddetti farmaci (medici, infermieri e farmacisti). Poiché la lista degli effetti collaterali è molto lunga, mi limito a darvi alcune delle caratteristiche tossicologiche in generale e di un paio di sostanze specifiche, prendendole da una pubblicazione dell'Istituto Superiore della Sanità.

Tra una ventina di effetti collaterali, troviamo: sterilità, aborti, malformazioni nei figli, danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e produzione di tumori secondari (!!!). "Infatti, non solo essi sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l'insorgenza di neoplasie"

Antraciclinici: "Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità nel 50 % dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni” .

Procarbazina: "E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni nei figli, N.d.A.) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10 % di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante'


Si suggerisce anche la lettura dai siti seguenti e i relativi articoli :

Progetto Caduceo :Aspetti sconcertanti della Medicina Ufficiale

Per opporsi all'incessante campagna del grande business per dominare le nostre scelte sanitarie, il Dr. Matthias Rath presenta un conciso compendio della basilare etica delle aziende commerciali:

"L'industria farmaceutica è stata creata nel corso del 20mo secolo da investitori, con lo scopo di sostituire terapie e rimedi naturali, efficaci ma non brevettabili, con prodotti farmaceutici per lo più inefficaci, ma brevettabili ed altamente lucrosi. La reale predisposizione dell'industria farmaceutica è quella di derivare profitti dalle malattie sempre più diffuse ed essa, così come le altre industrie, tende ad espandere i propri mercati, vale a dire preservare le malattie attualmente presenti e scovarne di inedite da poter curare con i propri prodotti. La prevenzione e la cura delle malattie danneggia il business farmaceutico mentre l'eliminazione delle malattie più comuni ne minaccia la stessa esistenza."

FONICAP - Forza Operativa Nazionale Interdisciplinare Contro il Cancro del Polmone

I carcinomi polmonari non microcitomi (NSCLC) rappresentano circa l’80% dei tumori polmonari e sono riconducibili a tre istotipi principali (carcinoma squamoso, carcinoma a grandi cellule e adenocarcinoma con la variante del carcinoma bronchiolo-alveolare) accomunati da analoghe caratteristiche clinico-prognostiche-terapeutiche. Al termine dell’iter diagnostico, tipizzata istologicamente la neoplasia, completato lo studio funzionale del paziente e definito lo stadio TNM, si può procedere ad una razionale scelta terapeutica, che, idealmente, dovrebbe coinvolgere pneumologo, oncologo, chirurgo toracico e radioterapista. Tale approccio multidisciplinare diventa imperativo nei casi in cui la scelta terapeutica può essere controversa.

Il trattamento del carcinoma polmonare comporta fondamentalmente tre opzioni terapeutiche: chirurgia, radioterapia e chemioterapia, usate singolarmente o in varie combinazioni temporali. Peraltro, in questi ultimi anni, si stanno sperimentando nuove modalità terapeutiche quali la “targeted therapy”, la vaccino-terapia, la terapia genica, ecc., caratterizzate da un’azione mirata sulle cellule neoplastiche. Pertanto, se i risultati dei trials clinici in corso conforteranno le premesse teoriche iniziali, si cercherà di integrare quanto prima queste “nuove terapie intelligenti” con i trattamenti tradizionali, nella speranza di migliorare finalmente la sopravvivenza globale in questa neoplasia.

1) Malattia localizzata (Early stages): definisce i NSCLC in stadio iniziale (I-IIIA con linfonodi mediastinici negativi); la chirurgia, purchè eseguita da équipe altamente specializzate e in centri di consolidata esperienza, rappresenta, tuttora, il trattamento elettivo in questo sottogruppo di pazienti, garantendo i migliori risultati possibili; tuttavia la sopravvivenza a 5 anni, non superiore al 40-70% secondo lo stadio, è insoddisfacente (Tab.1).


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