domenica 17 marzo 2013

Il tempo di Francesco


MEDIAWORLD



L'accostamento tra l'evocazione del nome Francesco e Mediaworld potrebbe ritenersi assurdo ed irriverente, invece risulta congruo e pertinente. Siamo in un momento in cui la Chiesa e perfino le Istituzioni stano "PROVANDO"  a dare un segnale di cambiamento . 
Se le parole e i nomi sono importanti , il nome Francesco e le parole  che si stanno via via ripetendo nei vari discorsi , sembrano abbiano dei segnali di cambi di rotta.
Solo in futuro potremmo dire se questo discorso rusulta reale o solo vacuità che si sgonfierà con il passaggio dei giorni. 
Il concetto che riporto oggi è ben diverso , non riguarda quello che potrebbe o non potrebbe essere, e non riguarda  se vedere o meno segnali di cambiamento. 
Mediaworld  il regno incontrastato dell' HI Tech , vero simbolo del mondo moderno . Vendita di oggetti e apparati che riempiono le nostre case, ma non solo , che influenzano i nostri modi e in definitiva il nostro mondo. 
Apparati ed oggetti che già prima di portarli a casa hanno iniziato la lora rapida obsolescenza, per esser sostituiti da ancor più nuovi e luccicanti nuovi modelli. Il vero modello del business fast and fourious.
Ogni epoca è caratterizzata da un modello , e Mediaworld ben rappresenta il nostro attuale modello , perlomeno , il modello occidentale.
A dir la verità questo modello in questi ultimi anni sta crollando esso stesso sotto i colpi di questa crisi economica e sociale. 
Detto questo (argomento che potrebbe aprire dibattiti accesi) , e ancora un altro e piu' profondo il fenomeno che Mediaworld ha posto sul tappeto. 
Rechiamoci in uno di questi empori magici dell'elettronica e guardiamoci attorno , luci, scaffali, oggetti, suoni, immagini , plastichine ed etichette ammiccanti , e la facilità del prodotto a portata di mano. 
Questo è il problema di fondo sociale che si radica , la facilità di poter accedere acquistare ogni cosa si desideri senza alcun sforzo e senza come si suol dire alcuna attesa .
Si dirà che il mondo moderno impone la modalità FAST. Chi non è veloce è tagliato fuori , come si suol dire è OUT.  
Per cui si va , si sceglie e si compra, si porta a casa, si usa  e si dimentica. E via così. 
Un modello che ha i suoi benefici nel fatto che dietro tutto c'è il "si produce". 
Questo è in sostanza. Ma l'aderire a questo modello , in specie per le nuove leve generazionali, fa perdere un apsetto che sarebbe rilevante nella vita di ogni persona : il valore.
Cosa è il valore ? 
Il valore può forse esser rappresentato dal costo del materiale ? no di certo , forse può esser rappresentato dal servizio che l'apparato permette di eseguire ?  ancora una volta la risposta è no. Il valore dovrebbe essere dato dal nostro lavoro e dal nostro sacrificio che ci permette di acquistare questo oggetto. 
Vale a dire, la possibilità di poter prendere tutto con facilità, e senza pensarci su per più di qualche ora se non minuti, fa deprezzare di molto il valore delle cose che riempiono la nostra vita. E cose di poco valore vengono dimenticate in fretta. 
Ecco perchè i nostri giovani sono vuoti , senza senso del valore in se , e non delle monete che posseggono in tasca. 
Nessuno si sacrifica più in attesa di poter conquistarsi sul campo  il telefono, il Tv, la lavatrice, il PC, la macchina fotografica, la scopa elettrica... 
Si pensa di aver bisogno di un qualcosa, si esce , si và, si compra , e si porta a casa , che problema c'è ? 
Così crescono le nostre giovani leve, si compra di tutto senza riflessione, senza pensiero, senza neanche il vero bisogno. 
E così facciamo perdere di valore alla nostra vita, al nostro mondo e sempre più nel baratro del vuoto ci troviamo.
Un tempo , quando ancora c'era la speranza di un mondo migliore, si attendeva per lungo tempo il momento di poter arrivare a comprare qualcosa. E questo lungo tempo faceva si che in effetti esisteva un reale bisogno. La vita era piena, consapevole, ma soprattutto  si sognava.
Il sogno accompagnava le nostre azioni , i nostri lavori, i nostri impegni, sognavamo un mondo migliore. Ma non sognavamo certamente un mondo basato su Fast e Fourious. Purtroppo i sogni man mano sono stati dimenticati, arrendendosi al tutto e subito con facilità.
Il pensiero imperante che si è imposto è : la vita è breve occorre godersela. Pensando che godere della vita sia sempre e solo conquistare l'ultimo modello di cellulare che è sullo scaffale. 
Ecco cosa mi ispira il nome Francesco e cosa penso di Mediaworld.

sabato 19 gennaio 2013

Le signore lungo le strade

(da La Gazzetta del Mezzogiorno)

Prostitute

Lo spettacolo delle nostre strade punteggiate quasi ovunque da liete signorine  disposte a  fornire piccoli o grandi servizi è sotto gli occhi di tutti noi. Non facciamo i benepensanti pronti a sentirsi scandalizzati al grido che lo spettacolo è degradante. Piuttosto occorre riconoscere che il mestiere piu' antico del mondo ha dinamiche niente affatto scontate o semplicistiche. Come definire infatti la capacità di cassa delle citate signorine, capacità che  un qualsiasi ufficio di marketing si sogna. Anche la disposizione logistica di queste signorine fa  rilevare il flusso di merci e/o percorsi metropolitani piu' congrui. Si potrebbe anche rilevare che tali presenze, spesso sono in anticipo su futuri sviluppi delle nostre poco amate città.  Tali signore e signorine si presentano in varie vesti, andiamo da quelle di colore, alle asiatiche , dalle emaciate nordiche, alle erotiche sud americane. Vediamo di tutto lungo le nostre strade , da esposizioni di parti corporali più o meno erotiche a  esposizioni di atelier di tutto punto. Ci sono vere e proprie postazioni lungo le nostre strade che sono segnalate ben piu' dei fantomatici autovelox. Fogge di ogni tipo, atteggiamenti vari : dalla menefreghista, alla simpatica, alla depressa, alla rifugiata, e anche ( e purtroppo)  alla schiava. Ci sono bambine ,quasi,  e anziane giovinotte che dire ridicole è poco. Ci sono magrissime presenze quanto abbondanti forme pronte a soddisfare ogni qualsiasi immaginazione . Ci sono trans quotati e tanto altro. Ai famosi benpensanti che son pronti ad additare , basterebbe far riflettere che se tali presenze sono aumentate a dismisura è perchè di sicuro il mercato si va espandendo, c'è presenza perchè c'è richiesta. Detto questo e descritto sommariamente questo mondo che di per se presenta aspetti anche complessi che meriterebbero ben altri ragionamenti , nasce però spontanea una domanda. A queste signore e signorine mi piacerebbe chiedere:  ma a chi telefonate continuamente ad ogni ora del giorno e della notte quando non siete impegnate in qualche servizio o servizietto ?

martedì 11 dicembre 2012

Le sensazioni di pelle

(foto di Garimar)

Viaggi

 Strano come si possa provare maggiore emozione quando siamo ciechi e magari anche sordi. Delegare al solo senso del tatto e dell'olfatto la percezione di quanto ci circonda ci induce sensazioni inaudite.
Si pensa subito all'eccitamento , alla morbosità di un incontro al buio, alla speranza di una serata al buio con una sconosciuta o sconosciuto . Tutto lecito quando si parla di emozione e di piu' direi di sensazioni. L'animale uomo è uno strano animale. Si puo' eccitare per una parola, per un gesto, per una visione, ma molto di piu' per una immaginazione. Perchè si scopre come il nostro corpo e in fondo il nostro cuore, riesca a riscaldarsi per cose del tutto immaginarie, per pensieri indotti in noi stessi, indipendentemente da chi ci sta di fronte.
Esperimento: poniamoci su una spiaggia deserta e osserviamo e sentiamo. Di sicuro ci emoziona, il mare piace a tutti (a parte poche eccezioni) , sentiamo l'odore, il rumore delle onde, perfino qualche gabbiano passante rasente, il vento, la sabbia sotto i piedi. Sensazioni che ci inducono emozione, visione che riempie il cuore e la mente. Tutto sublime, molto lindo e lucido come i nostri occhi. Poi chiudiamo tutto , chiudiamo gli occhi, solleviamo i piedi, estraniamoci dall'ambiente e ascoltiamo solamente e odoriamo, sentiamo l'aria sulla nostra pelle. Facciamoci trasportare dalla nostra mente, abbandoniamoci a questi due unici sensi e vediamo che un immagine si forma nella nostra mente. Intraprenderemo un viaggio molto piu' profondo , e rilasciando ancor di piu' la mente, attraverseremo il buco nero della percezione per tuffarci nell'abisso dell'emozione pura. Eppure siamo nello stesso luogo di prima, ma la sensazione è molto piu' profonda. La nostra immaginazione è il mezzo piu' potente per costruire la nostra vita. Immaginazione che trasforma la realtà. Un arma potentissima

giovedì 29 novembre 2012

Distrazione

(foto di Garimar)

Concentrazione

Siamo in un mondo di distrazione assoluta, nel senso letterale del termine. 
Qui voglio indicare non il fatto della disattenzione, della poca concentrazione su ciò che ci vede impegnati, no tutt'altro, voglio indicare il fatto che siamo assolutamente concentrati sul nostro IO, quindi distratti da tutto ciò che è appena al di là di noi  e presi  dall'assoluto narcisismo del nostro esser perfetti. Siamo in un mondo che decanta e idealizza l'amore, lo racconta, lo favoleggia, lo descrive come la panacea di tutti i mali che affliggono l'umanità, e allo stesso tempo siamo concentrati solo sul prevalere sugli altri. Purtroppo questa gara non è una competizione leale dove finita la gara ci si ritrova tutti uniti nella passione, tutt'altro questa competizione puo' solo finire con l'annientamento degli altri. Tutto tende a far rivalere gli uni contro gli altri per poter concludere io sono il piu' bravo, io sono il meglio assoluto e io son il massimo. Siamo corpo e mente portati ad sminuire piuttosto che ammirare e complimentarsi con un estraneo per qualità evidenti. Diventiamo subito invidiosi , invidiosi di quello che sul campo dimostra capacità superiori alle nostre. Diveniamo quindi preda di mal di pancia e di strette di stomaco, di pensieri poco gentili, e concludiamo ogni discussione con una considerazione : se l'altro è piu' bravo di me, sicuramente o è un delinquente o un raccomandato, di sicuro non è per capacità .
Viviamo così , decantando la solidarietà, ma guardandoci bene dall'applicarla alla nostra vita. Questo accade quotidianamente nell'ambito familiare, e si presenta centuplicato nell'ambito lavorativo.  Siamo chiusi su noi stessi ,è un carattere ereditato dal nostro esser feudali, ed infatti  siamo fermi a quell'epoca. Non ci siamo mossi di una virgola anche se ci atteggiamo da moderni, siamo inchiodati al villico carattere di odiare il potente  chiunque esso sia e qualunque cosa faccia anche buona. 
In sostanza odiamo, a parole, colui che usa il potere e il denaro per imporsi, ma sotto sotto lo ammiriamo invidiandolo e cercando ogni mezzo per emularlo. Da questo discende che il nostro esser popolo italico è una incongruenza nei termini. Non siamo popolo , non lo siamo mai stati e nè mai lo sentiremo sulla nostra pelle. Non siamo italici , perchè italici lo siamo solo fino alla porta di casa, poi incontrando in strada l'altrui , questo diviene sicuramente un pò meno italico di noi , dato che sicuramente noi siamo meglio. Noi siamo meglio di chiunque , e per questo ambiamo a dire la famosa frase  "lei non sa chi sono io ". Ecco l'ambito premio del sentirsi realizzati, poter finalmente un giorno urlare in faccia a chiunque  "lei non sa chi sono io ". Già non lo so chi sei tu, probabilmente un cazzone. Anzi sicuramente un cazzone!!
Perchè tutta questa concentrazione su noi stessi porta di sicuro ad un solo unico effetto : la distrazione dalla vita. La disattenzione del tempo che passa e la perdita di ogni cosa possa arricchire il nostro sguardo, il nostro animo e perfino il nostro portafoglio. 
Siamo troppo concentrati su noi stessi per poter guardare orizzonti larghi , scenari ampi che coinvolgano un pò tutto . Perchè in effetti , diciamo la verità, a noi degli altri non frega un cazzo. 
Si certo declamiamo e scriviamo su Facebook  frasi solidali , appelli alla comprensione, e alla fratellanza, alla educazione. Ma spento il pc siamo solo capaci di mangiarci lo stomaco per scovare il modo di fregare il prossimo. Ci meravigliamo della poca sincerità dei governanti, della poca propensione al bene comune dei potenti, alla poca solidarietà degli imprenditori, alla poca vicinanza degli altri prelati, e poi noi stessi siamo molto peggio di quanti critichiamo. Siamo incapaci di pensare un concetto comune, e soprattutto di portarci insieme ad una meta. Il pensiero italico è sempre e solo quello di esser primo o almeno , prima di te. Non ha importanza se siamo ultimi degli ultimi, è importante solo che dietro di me ci sei tu .
Quindi distrazione da ciò che è la vita e concentrazione sul nostro io. Nessuno sarà daccordo. Lo credo bene, sentir dire che siamo dei cazzoni non piace a nessuno , ma lo siamo , lo siamo fino in fondo. Lo siamo quando nelle nostri potenti auto superiamo le code , sicuri del nostro : "lei non sa chi sono io " ....no non lo so , ma di sicuro sei un cazzone come me. Perchè così facendo in effetti dimostriamo che lo siamo tutti dei cazzoni, niente di più.

sabato 13 ottobre 2012

E' passato un anno

Il tempo immobile

A volte , il tempo rimane come inchiodato in un preciso istante, e sembra che da quel momento niente si muova o vada avanti come prima.

http://garimar.blogspot.it/2011/10/quando-un-amico-se-ne-va.html



Ciao amico mio

giovedì 13 settembre 2012

Passi

(foto di Garimar)

Da ieri ad oggi

Ultimi scampoli d'estate, godo gli ultimi tuffi in  un mare d' azzurro.
Lontani i clamori d'agosto passato.
Mi accorgo in un tempo del luogo percorso. 
Un tempo lontano, perfino dimenticato , il sentiero di oggi lo stesso di ieri.
E come d'incanto il pensiero di allora, risorge immediato. 
Passi e ancora passi, su pietre remote, segnate dal tempo. 
Il pensiero riporta sapori di antico, la mente vacilla, sperduta nell'aria.
Da ieri ad oggi , il sentiero  lo stesso, i miei passi solo più lenti. 
Allora i miei passi con segni scomparsi, oggi gli stessi con traccia fantasma.
Da ieri ad oggi, io passo così. 

venerdì 31 agosto 2012

La parabola del Rock e Facebook

(Pink Floyd - The Wall)

Il Muro

Le avanguardie del Rock segnarono gli anni '60/'70 rivoluzionando il mondo della musica , del fare e recepeire la musica ROCK. Esponenti di rilievo di tali avanguardie contribuirono a cambiare per sempre le regole dello spettacolo musicale e non solo , unendo musica immagini e luci in un mix allucinogeno di emozione e sensazione. Il gruppo che più ha contribuito con i propri tour e dischi a tale rivoluzione sono stati indubbiamente i Pink Floyd.  Come ogni  rivoluzione  , anche quella delle avanguardie , data l'esplosione a livello mondiale dei gruppi musicali , arrivò però a chiudersi su se stessa perdendo di vista l'obiettivo principale dei musicisti  che è quello dell'ascolto del brano musicale. Il punto di rottura e di non ritorno di tale fenomeno fu segnato dal disco prima e dal conseguente tour poi  "The Wall" , il muro creatosi tra artisti e spettatori, i primi racchiusi nella ricerca esasperata del riff, e i secondi urlanti e piangenti per nulla attenti alle note esplose dagli impianti di amplificazione. Il muro appunto invalicalibile con la comunicazione impossibile tra palco e spettatori.
Allo stesso modo Facebook , ha rappresentato l'avanguardia della comunicazione mediatica  in internet. Il fenomeno Facebook esploso quasi per caso  , essendo nato solo per disporre di un book di immagini - in prevalenza femminili - per contatti in ambito scolastico. Ebbene tale book , ha preso man mano piede e a livello mondiale ha avuto una esplosione demografica senza pari. Possiamo dire che l'era Internet si può dividere tra prima di Facebook e il dopo Facebook. Il social network per eccellenza è divenuto nel giro di pochissimo il punto di approdo e di ritrovo degli sperduti della rete , il luogo di convivenza virtuale e di comunicazione totale in ogni ambito : familiare, nazionale, mondiale, globale, fino ad approdare alla comunicazione politica e finianziaria, filosofica ed anche didattica ;  in altri termini la vera  comunicazione globale.
Questo social network si è evoluto , annichilendo gli altri sistemi  in auge fino al suo avvento quali i comunicator propriamente detti ( Messenger MSN, Yahoo messenger, ICQ, AOL, Odigo ...) e i vari siti e comunità come i vari Meetic, Netlog, Badoo, HI5 ect...
Tutti amichevolmente su Facebook , indubbiamente è stato un piacere ritrovare vecchi compagni di scuola, parenti lontani , amicizie dimenticate ,vecchi compagni di lavoro e anche nemici (diciamolo) , e tutto questo con una facilità disarmante. 
E' bastato  un click e  ritrovare vecchi e nuovi rapporti , relazioni, discussioni, comunità.
Man mano ha preso piede sempre di più la necessità di collegarsi a Facebook e rimanerci per l'intera giornata.
Gli amministratori di Facebook , capito per tempo la potenzialità di tale social netowork, non avendo peli sullo stomaco, giustamente, han pensato da subito di realizzare una macchina da guerra poderosa per far soldi a palate . Il colosso Google ha tremato al cospetto di questo social network , infatti  Facebook   ha imposto cose quali il famoso "mi piace" , poi il "tag", e poi la "chat interna", ed un infinità di APP piu' o meno note che ci forniscono ogni possibile uso, dal   "sono qui" , al "vado qui" oppure "interverrò" . 
Non sei nessuno se non sei su Facebbok!
Ma come la parabola del Rock, la complessità sempre maggiore dell'apparato, ma soprattutto la perdita dello scopo per cui iscriversi da parte degli utenti, sempre di più portano verso la decadenza del social network. 
E' nell'aria , sotto i colpi di APP sempre piu' uguali a se stesse ed invadenti, sotto la moda imperante dei manifesti e delle esposizioni spersonalizzate  , e soprattutto sotto il desiderio spasmodico di collezionare "mi piace" ad ogni spron battuto.
La comunicazione che voleva essere in rapporto di uno-a-molti , ma preservando il colloquio uno-a-uno si è andata via via persa nell'unica comunicazione oramai imperante : uno-a-molti .
Ecco che sempre di più la bacheca è affollatissima di lanci mattutini e serali di buongiono e buonasera "URBI ET ORBI" , tutti accomunati in un fascio di pseudo-amicizie, senza nessun individualismo e senza nessuna caratterizzazione, come nelle mense, il menù uguale per tutti !.
Sempre più la moda di condannare o eloggiare con parole desunte da citazioni e/o articoli piu' o meno famose, e sempre piu' la facilità della diffusione di notizie quasi mai verificate, in sostanza  "c'è scritto su Facebook" , quindi è vero a prescindere. 
Per questo parimenti alla storia delle avanguardie del Rock , il Social Network e i suoi utenti stanno richiudendosi su se stessi. 
Di fatto , l'azienda quotata in borsa con manifesta soddisfazione ( e supervalutazione..diciamolo!) , in breve tempo è stata ridimensionata del più del 50 %. 
Di questo ancora  non c'è una consapevolezza assoluta, ma i segnali di un tramonto prossimo sono evidenti, quando lo strumento prende il sopravvento sulla sostanza, non c'è legge che tenga, è destinato a decadere. 
Indubbiamente Facebook ha rappresentato una rivoluzione, sia per la facilità della comunicazione (parlare per immagini, condividere eventi, far partecipare amici, amici di amici, conoscenti ...), ha rappresentato un cambiamento costruendo quello che è una piazza su cui tutti si possono incontrare (anche se l'idea non è originale vedi ad esempio lo scomparso Second Life, che però dopo un boom iniziale è andato man mano spegnendosi, anche perchè in quel caso  la facilità d'uso era alquanto aleatoria) ; il merito è senz'altro quello di aver reso protagonisti tutti  con la semplice presenza, questo il segreto del successo ; ma allo stesso tempo il fatto che Facebbok in cambio esige sapere tutto di te (in maniera chiara e anche in maniera subdola), ecco lo scopo de  il "dove sono"  il "cosa mi piace" il "cosa faccio" , "quali sono le mie amicizie" ,"quali sono le mie foto" , tutte informazioni che  costituiscono  un bagaglio di informazione preziosissimo che permette a sistemi sofisticati di analisi di esporre suggerimenti personalizzati, e fin anche di influenzare movimenti e tendenze sociali . Non da poco tale potenza nel mondo moderno. 
Ma tutto questo ha creato un sistema che è un mostro e all'interno del quale gli utenti  sempre di più perdono di vista la ragione dell'esserci. Perchè alla fine è sempre valido il pensiero dove sono , cosa faccio.
Il muro appunto, anche in questo caso siamo di fronte a "The Wall".