martedì 5 aprile 2011

Fogli di carta

Soldi facili

Quale può essere la ragione per cui noi umani abbiamo ceduto la nostra vita a dei fogli di carta senza valore alcuno ?
Pensiamoci bene, passiamo il 90% del tempo della nostra miserabile vita , alla ricerca spasmodica di quei fogli di carta che ci possano permettere di andare dal macellaio e comprarci un bel tocco di carne, oppure ci possano permettere di prendere l'auto dei nostri sogni, o ci possano permettere di vestirci alla moda, o semplicemente indossare del vestiario.
Quale è la ragione recondita (per la stragrande maggioranza delle comune persone) per la quale siamo mani e piedi legati a tale sistema ?
Facciamo un lavoro , specifichiamo meglio - forniamo una prestazione - e  come corrispettivo di tale prestazione riceviamo dei comuni fogli di carta in quantità variabile a seconda del nostro contratto o contrattazione. Con più o meno fogli possiamo permetterci di entrare in possesso di beni voluttuari e/o risolvere necessità base (mangiare, vestire, viaggiare).
Il ragionamento potrebbe avere un senso  senon che  questi benedetti fogli di carta non hanno valore intrinseco, come potrebbe essere ad esempio un pezzo di oro o di argento, che poi se vogliamo sempre valore assegnato è,  data la non abbondanza di questi metalli su questo pianeta.
Questo vuol dire che questo stesso foglio di carta che oggi mi permette di andare in un negozio e comprare un oggetto o del cibo, domani  nello stesso negozio  con lo stesso foglio potrei comprare molto meno (meno oggetti, meno cibo). Tradotto in altri termini, i tecnici affermano che il foglio di carta si è svalutato . Cioè con un colpo di magia quel pezzo di carta che fino a ieri prima rappresentava un valore (X) , oggi di colpo rappresenta un valore (X-Y) .
Il bello di questo gioco è che questa diminuzione costante e fluttuante è decisa in base a parametri e manovre finanziarie più o meno occulte, più o meno note. 
Per assurdo , il sistema in essere è autoprotettivo, nel senso che se io decidessi di rompere tale catena, ad esempio coniando una moneta di puro argento, e quindi con un valore intrinseco "reale" e la usassi come moneta di scambio , sarei di colpo indagato e indicato come un truffatore.
Questo è quanto viene denominato "battere moneta" . Peccato che tutte le monete attuali legalmente in circolazione sono un prodotto truffaldino per natura, nel senso che i possessori sono sottoposti giornalmente al deprezzamento del valore rappresentato con ingenti danni per la propria economia. 
In sintesi questo è il processo della messa in schiavità di moltitudini di uomini su questo pianeta. Messa in schiavitù a scapito di pochi, pochissimi eletti che sguazzano come si sul dire nella stanza dei bottoni. In effetti non esiste una stanza dei bottoni, ma esiste ed è ben reale il "sistema" in essere che si autosostiene . Chiaramente il ragionamento è molto più complesso e articolato. Ci vorrebbero professori di economia e scenziati del calcolo per spiegarci bene le arti della FINANZA/ECONOMIA/MONETA. Ma a noi comuni esseri mortali basta la considerazione che la mia prestazione, il mio lavoro , il mio sudore oggi vale un tot e appena poche ore dopo vale un altro tot. Cioè il valore della MIA vita è variabile secondo criteri e parametri che sono del tutto estranei al mio IO.
Dobbiamo esssere solo penitenti (come mamma religione insegna) , chinare il capo e sgobbare per un foglio di carta senza valore. Dobbiamo avere notti insonni, litigi furiosi, preoccupazioni eclatanti per un foglio di carta qualunque.
Coloro che fuoriescono da tale giro amletico sono a dir poco considerati pazzi .

Viviamo per un pezzo di carta senza alcun valore, questa è la nostra vita . 

P.S. : i sapientoni  obiettereanno che si vive per tutt'altro, per realizzare il proprio essere, per assolvere ad una precisa missione, per  impegnarsi in un qualche lavoro, per realizzare una famiglia, un affetto, per  costruire qualcosa, per raggiungere la soddisfazione personale.  Sono tutte disquisizioni che nulla tolgono al fatto che quel benedetto foglio di carta non ha valore in se.

mercoledì 30 marzo 2011

WAR

Guerra in Libia


Per chi è  davvero convinto che i bombardamenti in Libia siano contro Gheddafi !

Guerra ai nostri orizzonti una mia pagina sugli scenari rossi di sangue appena oltre la portata del nostro sguardo , di anni orsono....ma sempre attualissima. (attendere il caricamento..nella finestra che si apre)


Mattei e la Libia  (di Matteo Zallocco)



La guerra finanziaria italo-francese  ( di Alessandro Li Donni Economia & Mercato)


Multas per gentes et multa per aequora vectusadvenio has miseras, frater (*) :

NEL CIELO  E NELLE ALTRE COSE MUTE  (DO LARGO)

(*) carme 101-Catullo

giovedì 17 marzo 2011

La vita che non vorrei

(foto di garimar)


Quello che desideriamo

Passiamo la maggioranza del nostro tempo terreno a desiderare e immaginare qualcosa da fare e da realizzare. In sostanza passiamo il nostro tempo a pensare cosa faremo, come lo faremo perchè lo faremo.
Immaginiamo nei nostri momenti tristi , nei nostri momenti felici , nei nostri momenti pubblici e intimi quello che vorremmo essere, e più che altro quello che vorremmo fare. Passiamo molto del nostro tempo a immaginarci in un altra condizione, in un altro luogo , in un altra dimensione. Ognuno di noi immagina per se e per i propri cari  successi e momenti felici , una vita quanto più  possibile piena di felicità. Passiamo il nostro tempo terreno a pensare a quello che potrebbe essere o a quello che dovrebbe essere. Ci ritroviamo insomma con noi stessi a immaginare per il nostro ambito una vita sempre diversa da quello che invece è.
Mai per un solo istante pensiamo con altrettanta sollecitudine a ciò che è , a ciò che abbiamo fatto , a ciò che siamo riusciti a fare. Mai ci soffermiamo su quello che abbiamo intorno , non immaginato, non idealizzato, ma vivo e reale, pieno come ogni cosa su questa terra di ipocrisie e nefandezze, di conquiste e di perdite, di salite e discese.
Siamo sempre attratti da una vita ideale che ci sembra a portata di mano, a portata delle nostre forze, e ci lanciamo in costruzioni astruse e fantasmagoriche di quello che secondo il nostro desiderio dovrebbe essere la nostra realtà.  Quasi sempre è una realtà diversa dal nostro vero quotidiano, quasi sempre è una realtà più piena, più luminosa, più di successo . E il nostro pensiero ci porta lontano in panorami fantastici e ambienti affascinanti. 

In buona sostanza ci ritroviamo in fondo a vivere  la vita che non vorremmo.

mercoledì 23 febbraio 2011

La beatificazione delle coscienze

(foto Dailyblog)

Morale e moralisti

Cosa hanno in comune le due forme di vita più diffuse sulla terra se non la caratteristica di essere predatori ?
La capacità della moltiplicazione e della diffusione è attiva in entrambe, ed in entrambe può manifestarsi con effetti deleteri per tutto l'ecosistema presente sul pianeta. Ma in più, nell'uomo  si aggiunge anche la perniciosità della volontà del comportamento. Mentre nelle forme di vita più arcaiche, il comportamento dell'essere è naturale e scritto nelle catene di DNA o RNA, nell'uomo si aggiunge qualcosa che lo contraddistingue e lo pone una casella più sù di qualsiasi  forma vivente :la volontà. In altri termini l'uomo è l'essere più contagioso e pericoloso che viva su questa terra, e probabilmente, in questo remoto angolo di universo. 
L'alta pericolosità dell'essere umano è data non tanto dal propagarsi di malattie e infezioni strettamente legate all'essere Homo Sapiens, ma è data da un aspetto più pericoloso : quello della diffusione di ciò che chiamiamo semplicemnte  "comportamento", più spicificatamente  deterioramento del "comportamento umano". 
L'uomo è l'unico essere vivente che è in grado di "spiegare" i propri comportamenti , e nella grandiosità di questa capacità trova quella che è anche la sua caratteristica più negativa : la capacità di ingannare se stesso.
Siamo gli esseri che possiamo giustificare tutto e il contrario di tutto con altrettanta validità, e possiamo affermare con convinzione un credo per poi disconoscerlo con fermezza il minuto successivo.
"In verità ti dico che questa stessa notte , prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte" (Matteo/26).
Siamo gli esseri che sono in grado di combattere battaglie per questioni di principio, alte questioni di principio, ma siamo quegli stessi esseri che sono in grado di ammazzare per il solo possesso di poco vile denaro.
Siamo l'alfa e l'omega allo stesso tempo, e probabilmente in questa essenza  è riassunto tutto il mistero dell'essere umano.
Siamo quindi in tempi in cui  tutti , per un verso o per un altro, ci ergiamo a difensori di quella che è l'etica. Che sia pubblica o privata poco importa, e del resto non comprendo cosa voglia significare etica pubblica o privata, l'etica è etica punto!.
Siamo affascinati dal discorso dei comportomenti e volumi su volumi sono recitati e scritti su questo argomento, e fazioni immense si fronteggiano con  impegno sovrumano.
Rimane però il fatto incontestabile che la decadenza continua  è in atto, e l'abisso della povertà umana, è dinanzi i nostri occhi ogni giorno.
L'infezione da essere umano si propaga con velocità innaturale, e il diffondersi di comportamenti sempre più privi di "coscienza"  è innalzato a modello da seguire, anzi, è l'unico modello conosciuto.
Naturalmente , in particolare, noi italiani  oggi  ci potremmo riferire a determinati argomenti dello scandalo politico sul tappeto. Sbaglieremmo di molto in questo caso, perchè a ben guardare, la decadenza in atto è molto più profonda e non è mai solo dall'altra parte, ma sono convinto, alberga in tutti noi , come esattamente fa un virus mortale infettivo di 4° grado in quello che viene chiamato "ospite".
Siamo sempre portati a pensare che è l'altro ad avere comportamenti scorretti, è l'altro che  è il cattivo, che è l'altro ad essere colpevole, riserviamo una sorta di impunità parlamentare a noi stessi, pur indignandoci quando della stessa impunità vogliono arrogarsi altri.
Siamo strani, malefici, micidiali nella nostra essenza.
Per i meno attenti basti pensare che in occasione della prossima beatificazione del Santo Padre, gentiluomini  affaristi, hanno pensato bene, pur con tutte le legittimazioni legali del caso, e le giustificazioni  economiche del caso, di alzare fino a 8-10 volte  il prezzo del soggiorno in occasione dell'evento.
Ora i più salteranno sulla seggiola dinanzi questa notizia, e gli stessi alzeranno le sopracciglia commentando semplicemente "è il mercato" "sono le leggi della domanda e dell'offerta" "è il capitalismo" .
"E' il mercato!"  la giustificazione e la spiegazione più ricorrente di questi decenni. L'essere umano ha trovato la spiegazione scientifica ad un comportamento blasfemo e inverecondo, e la soluzione a portata di mano per tutto.
Gli stessi che danno questa spiegazione, per questo fatto portato ad esempio, si ergono a giudici inflessibili per altre vicende.
Questo è il nostro essere supremo, comportamenti di "basso valore" possono essere giustificati o condannati a discrezione, dimenticando invece di puntare l'attenzione sul vero problema indicato da quel "basso valore".
Non ci indignano per il "basso valore" in sè, ma ci indignamo (lievemente!!!) per l'mbito in cui si esplica questo comportamento di "basso valore".

Penso che come uomo , indipendentemente dall'ambito,  il "basso valore" è sempre un comportamento negativo. La coscienza dell'albergatore di turno  o quella del politicante da party notturni non è diversa, la coscienza è la stessa, e per questo non è che uno sia meglio dell'altro.
Questo vale per la coscienza di noi tutti, basta rifletterci, siamo tutti come gli albergatori o come i politicanti beneamati, nel nostro piccolo ambito.
Pace a tutti.

giovedì 3 febbraio 2011

Leggera follia

(foto di Garimar)

Che sensazione di leggera follia...

Ci si ritrova sempre più spesso in questi anni  come folli su una nave di folli, come estasiati , euforici e incoscienti di fronte a tutto ciò che accade. 
Sempre più spesso questa estasi di coscienza ci avvolge e ci pone in uno stato catatonico di rassegnazione. "Così è perchè così deve essere". 
Si badi bene, qui non si  indicano eventi e misfatti noti ai più e di cui tanto si parla o si sparla. Non si indicano in questa sede gli eventi importanti e  accadimenti disastrosi che ci portano vorticosamente a cambi epocali. Siamo in questa sede molto più limitati  all'ambito familiare e quotidiano che ogni ora, ogni minuto quasi ogni secondo anestetizziamo con la nostra considerazione sempre più frequente : "così è!"
E diciamo che la normale prosecuzione della nostra allocuzione sarebbe  "perchè così dev'essere". 
La follia appunto , la follia della nostra umana mente oramai persa nei meandri sillogistici dei condizionamenti sistemistici del vivere comune.Appunto vivere comune del tipo "così fan tutti " ,
Il bello di tutto questo, è che essendo, noi tutti coinvolti , non c'è speranza di menti eccelse che ci possano in qualche modo salvare o avvisare.
Tutti i riferimenti sono andati persi, tutti i paradigmi saltati, e anche le parole sono pronunciate per dire tutto e allo stesso tempo il contrario di tutto. Ognuno afferma e dice per poi  negare e riaffermare. Ognuno di noi è avvolto da una coperta quale corazza impenetrabile ai tanti , unica parte di noi esposta , e quindi  l'unica preoccupazione nostra è pulire tale coperta perchè all'esternopossa esser bella.
Ciarliamo, vociferiamo, urliamo e lanciamo parole a vuoto , proclamiamo a gran voce significati di cui non comprendiamo neanche una infinitesima parte, ci atteggiamo a far parte di un tutto e invece non rappresentiamo niente, men che meno noi stessi. 
Un animale ha molta più rappresentanza di se stesso e molta più coerenza esistenziale.
Siamo uno e tutti, siamo il bene e il male, siamo il buono e il cattivo allo stesso tempo. Siamo aguzzini e carnefici e siamo anche le vittime . La nostra mente è oramai ubriaca e preda di grandi dosi di  ecstasy. Viviamo questa parvenza di vita , convincendoci, facendo in modo di convincerci, che sia vita. In effetti i nostri sforzi quotidiani sono in questa direzione : dobbiamo convincerci che stiamo vivendo. 
Tutti i nostri muscoli , tutte le nostre energie sono rivolte ad affermare che stiamo vivendo, e poco importa  , al contrario , il come. 
Il come non convince nessuno, il come non importa a nessuno, importante è esserci, il come è un dettaglio di scarsa rilevanza. Non importa alla società , vuoi che ci interessi individualmente ? 
Siamo macchine che vivono in una qualche maniera, non importa come, importante è poter dire : io vivo. 
Del resto , si suol dire, con i tempi che corrono ci mettiamo forse a fare dei distinguo ? ci mettiamo a mettere i puntini sulle "i" ? Oggi è già difficile fare qualcosa, figurarsi se perdiamo tempo a chiederci il "come" fare quella cosa. 
Siamo disposti a tutto, sopportiamo tutto, troviamo giustificazione per tutto,  per poter concludere e recitare il verbo essere. 
Recitiamo infatti una parte, che sarebbe del tutto estranea alla nostra natura se solo ci fosse un attimo di tempo e la volonta a riflettere. 
Orbene i veri folli  sarebbero  le persone più giuste , il nostro problema  è che anche come folli siamo annacquati e alquanto scarsi. 
La nostra recita fa pena.


domenica 9 gennaio 2011

Cosa viviamo

Come viviamo

In quale modo trascorriamo la nostra vita che di solito descriviamo come meravigliosa e irripetibile ?
Cosa inseguiamo nel corso della nostra breve esistenza se non il modo di vivere che ci viene imposto quasi obbligato da tutto ciò che con un eufemismo chiamiamo vita sociale ?
Ad ogni angolo declamiamo che è questo il modo giusto per vivere degnamente da uomo. Ma ne siamo convinti fino in fondo ?
Parole come denaro, investimenti, debiti, profitti, bilanci,  tasse, obbligazioni, bollette, more, prestiti, finanziamenti, derivati, azioni,  fondi di investimento, mutui, costellano la nostra vita come un epitaffi lugubri della strada verso il cimitero.
Ma che vita  che esistenza è quella di passare quel breve tempo che abbiamo a nostra disposizione inseguendo il pareggio del bilancio familiare , affannandoci a pagare le tasse, imprecando contro gli evasori, che sempre ci sono e ci saranno, e maledicendo il portafoglio sempre troppo vuoto.
Ma che sistema è quello messo in piedi da questa umanità, dove i pochi detengono il potere mondiale finanziario e i molti si affannano e letteralmente la stragrande maggioranza dei popoli nuore di fame.
Ma che umanità è quella formata da questi individui che sono le persone comuni , e che siamo tutti noi ad iniziare da me , che si affannano a correre a destra e a manca, a salire su treni pendolari, su autobus strapieni, a farsi lunghissime code sulle strade strapiene per fare un lavoro che possa portare la pagnotta a casa, e a volte neanche arriva la pagnotta.
Ma sul serio ognuno di noi crede intimamente ed è fermamente convinto che questa è la vita che si merita un essere vivente su questa terra per l'arco di una esistenza sempre effimera?.
Quanto tempo ...quanto tempo sul serio viviamo per noi come persone, come persone coscienti, come persone ragionevoli.
Quanto tempo ?
Trascorriamo la nostra esistenza inseguendo cosa ? L'acquisto di una casa ?  che sempre cosa fatta di pietre e cemento è ,  l' acquisto di una macchina ?  che sempre un pezzo di ferro è , destinato ad arrugginire come noi. L'acquisto di oggetti che per di più si dimostrano alla lunga inutili cianfrusaglie che non testimoniano niente che non sia passeggero ?
Per cosa viviamo quindi ?
Si dirà, che si vive per i figli e per conoscere il mondo.
Quanto possa essere vero questo mi sembra alquanto aleatorio. I figli rappresentano la continuazione della stirpe. La discendenza, il perdurare del proprio sangue di fronte alla scomparsa che ineluttabile ci aspetta tutti.
Ma che mondo diamo a loro stessi ? Cosa tramandiamo che non siano le solite tasse, debiti,cambiali,rate,bollette, ingiunzioni di pagamento, e scadenzari vari . E non parliamo della terra che consegniamo loro , dato che è tristemente noto come lo scempio profondo sia oramai irreversibile avendo inquinato l'impossibile, e avendo adulterato in maniera permanente tutto ciò di cui ci nutriamo.
In quanto a conoscere il mondo , credo che solo una piccola parte di tale mondo possa esser davvero conosciuto da noi cittadini universali. Siamo troppo presi oramai da millenni di "sistema"  i nostri sensi non possono che esser dormienti. Certo possiamo viaggiar nei nostri  - pochi - momenti liberi , possiamo visitare luoghi lontani, incontrare genti e costumi più vari, ma conosceremo il mondo in questa maniera?.
Ripetiamo la domanda per cosa viviamo   e come viviamo ?

lunedì 6 dicembre 2010

Pazienza

(foto di Garimar)

Regalo di Natale (ovverosia Babbo Natale)

Il nostro comportamento , le nostre reazioni ai fatti della vita , le nostre emozioni che ci caratterizzano sono il frutto di prime esperienze che ti colpiscono e ti formano nei primi anni . 
Per alterne vicende della famiglia , ho vissuto nell' infanzia con i nonni, assieme ai nonni, presenti  i due figli maschi  miei zii, grandi rispetto a me e che in definitiva sono stati i compagni e gli idoli del mio esser bambino. I nonni avevano una attività di cartolibreria del paese; negozio pieno di matite, penne, quaderni e libri. Io spesso mi aggiravo tra scaffali e pacchi di materiale scolastico. Naturalmente erano anche presenti giocattoli  e dato che all'epoca non esistevano i grandi centri commerciali, era il negozio il luogo dove potevi vedere gli oggetti dei tuoi sogni. Assistevo anche all'ordinazione in anticipo del materiale , come ogni buon negozio, le stagioni erano sempre molto anticipate, e il materiale natalizio si ordinava in estate se non in primavera. Vivere in questo ambiente di forniture scolastiche mi ha fatto apprendere da subito le tematiche del commercio, l'orario dell'apertura e chiusura, le prenotazioni, le vendite e la classica "nota" , anticipo dei tempi per il moderno finanziamento a tasso "zero". 
Allo stesso tempo era come vivere nel mondo dei balocchi , perchè essendo bambino come tutti i bambini vedere confezioni di fucili, pistole, soldatini, macchinine veniva facile esprimere desideri con la più classica delle letterine a "Babbo Natale". 
Un particolare Natale ricordo ancora oggi,  avevo visto una particolare pistola come le colt del mitico Far West, mi piaceva da morire, era bellissima, con il calcio che mi sembrava enorme, e il grilletto tutto cromato. 
Era l'oggetto dei miei desideri. L'osservavo con occhi sognanti ogni giorno in attesa del più classico giorno di Natale. Diligentemente avevo descritto sulla letterina la pistola dei miei sogni , bella lucida, con il grilletto argentato come quella che è nella vetrina del negozio della nonna , (per me la cartolibreria era della nonna piuttosto che del nonno). 
Finalmente arriva quell'anno il Natale e ricordo ancora l'ansia dell'attesa del giorno all'ora di pranzo , quando già sapevo che davanti il portone di ingresso al suono del campanello avrei trovato un pacco con dentro la mitica pistola (era la consuetudine della casa della nonna per il Natale). 
Vivendo  periodicamente a contatto dei grandi (nonni e zii) , ero anche smaliziato, avevo oramai capito che Babbo Natale non era un signore vero, e che molto più realisticamente il Babbo Natale sarebbe stato lo zio che doveva portarmi all'ora giusta il più bel regalo del mondo. 
Finalmente arriva l'ora di pranzo e prima di sederci tutti a tavola ecco il campanello, mi precipito alla porta apro e c'è un pacco, una scatola , tutto come previsto, Babbo Natale mi ha accontentato, felice al colmo  apro ...e delusione delle delusioni non c'è la mitica pistola !!!
C'era un altro giocattolo che non ricordo neppure, e la mia disperazione pare che sia stata come un frastuono di temporale, non perchè mi fossi messo a piangere, no, ma perchè la mia faccia deve aver preoccupato tutti , mamma, zii, nonni e soprattutto nonna. 
I grandi si mettono a parlare, io disperato con il cuore rotto non so che fare , sono mortalmente ferito , non so cosa dire, pensare, gridare o stare zitto. Il nonno mi aveva insegnato che non bisogna mai lamentarsi , e quindi io diligentemente ricacciavo le lacrime indietro, la mia faccia era una maschera di dolore. Gli zii parlavano, era successo che al momento di ritirare la pistola dalla vetrina, si era presentato un signore (si dice oggi  quello dell'ultimo momento) che cercava un regalo per il proprio figlio, e aveva trovato una bella idea quel pistolone lucido lucido.  Mio zio aveva pensato bene di fare la vendita , non pensando affatto al nipote che aspettava da tanto proprio quel pistolone. Del resto come negozio si poteva ordinare un altro pezzo,  quale era il problema?
Così è andata la cosa,  i nonni e gli zii furono anche di parola, perchè tempo dopo mi portarono dal grossista fornitore , addirittura di persona per vedere e scegliere la pistola, naturalmente quella stessa pistola non c'era più, molti altri modelli erano disponibili ma non quella,  e infatti mi fu presa un altra, forse anche più bella, ma non quella che io avevo accarezzato, guardato per tanto tempo. 
Penso che questo sia stato l'episodio che mi abbia fatto apprendere dolorosamente cosa sia la pazienza, cosa sia rimanere delusi e cosa sia "non lamentarsi".  Penso che sia stato il momento in cui ho capito che non importa quanto tu desideri una cosa, la vita ti presenterà sempre qualcosa di diverso, magari di simile, ma sempre diverso da quello che tu immagni e sogni.
Ero un bambino eppure in quel momento credo che sia iniziato il mio cammino verso le difficoltà, e forse è stato il preludio a tutte le difficoltà che poi ho incontrato ed è stata la scuola che oggi mi porta a dire pazienza.
Pazienza quando qualcosa non và per il verso giusto, pazienza quando qualcosa non è esattamente come la sogni, pazienza quando non ottieni quello che ti sembra giusto, pazienza quando la vita ti presenta il conto, pazienza quando ti senti rodere dentro e non puoi far niente per cambiare, pazienza quando ti senti male e nessuno può far niente, pazienza quando una persona che ami ti fa del male,  pazienza quando non trovi quello che vuoi e che cerchi disperatamente. Pazienza la parola della mia vita che da quel giorno ha battuto i colpi del mio cuore. 
Non sono in grado di dire se sia stata un buona lezione o un cattivo esempio quel Natale, di fatto è stata la mia realtà, per cui l'ho portata dentro fino ai giorni di Internet, dei centri commerciali, dei grandi Megastore, delle gallerie di negozi super assortiti, dei meravigliosi cataloghi . Ma soprattutto fino ai giorni in cui sentimenti emozioni , desideri e sogni presenti , come in quel giorno di Natale, sono depositati in attesa di vedere un esito , una svolta, un risultato , oggi come allora c'è l'ansia di sentire quel campanello al portone, l'ansia di  sentirlo e  precipitarsi a vedere cosa c'è, cosa è arrivato; naturalmente è presente quella paura di antiche origini ,  il terrore di veder andar a vuoto tutti i desideri e le illusioni , paura di trovare aprendo il portone, qualcosa che non sia quello sperato, desiderato. 
Giorni in cui si sogna e si desidera oggi come allora, giorni che nonostante il "modernismo" presentano le stesse cose di quaranta anni fa, le stesse situazioni di un bambino che sogna e desidera quello che considera un oggetto bellissimo e indispensabile, e sono giorni in cui l'uomo  sente dentro di se ciò che manca e  lo vede lì in una vetrina bellissima: il suo sogno.