mercoledì 8 settembre 2010

Quando io amo ....

(foto di Garimar)

...Amo totalmente








L'amore è qualcosa che ti prende dentro,
all'improvviso con una forza inesauribile.
L'amore è gioia irrefrenabile e risate,
seguite da pianti osceni.
L'amore sono le montagne russe della vita,
il vento impetuoso scompiglia i capelli
e rende lacrimosi gli occhi.
L'amore è un susseguirsi di momenti, ore, giorni,mesi e anni
belli e brutti, calmi e tempestosi.
L'amore è un miscuglio inestricabile
di bisogno, esigenza, ossessione,pensiero, desiderio
come il nodo gordiano.
L'amore è durezza e dolcezza, è salato e zuccheroso,
è bruciante e freddissimo come attraversare il deserto sotto
il sole cocente e poi sentire freddo nelle notti lunari.
L'amore è sole e luna, stelle e pianeti
universo sotto gli occhi e ancor più nella testa.
L'amore è totale bisogno dell'altro dentro di se.
L'amore non ha parole come se o ma, l'amore ha solo
il verbo avere e il verbo dare e il verbo essere.
L'amore è avere la pelle sudata e mischiare i propri sudori
con quelli del proprio amato.
L' amore è bellezza, serafica beatitudine dell'altro
e riflessione negli occhi dell'altro.
L'amore è tenersi per mano tutto il giorno e tutta la notte
e non voler lasciarsi neanche per andare in bagno.
L'amore è mangiare e bere dallo stesso piatto.
L'amore sono le carezze, i baci, i tocchi, lo sfregamento,
e i morsi, i graffi gli schiaffi, la goduria e il godimento ,
la sofferenza e la delirante esternazione del dolore.
L'amore è dolcezza infinita, seguita da irrequietezza infinita.
L'amore è desiderio seguito immediatamente da un altro desiderio.
L'amore è telefonarsi ogni secondo per dire ti amo.
L'amore è non stancarsi delle parole, e dei silenzi.
L'amore è girarsi sorridenti al mattino
e con gioia e infinita dolcezza dire buongiorno.
L'amore è baciare gli occhi chiusi la sera.
L'amore è guardarsi e piangere e poi passare alla risata
e poi alla serietà, e poi alla risata ancora.
L'amore è toccarsi e ritoccarsi, è provare desiderio
dopo averne appagato il corpo arso dall'affanno.
L'amore è avere l'acqua salata addosso e leccarsi le goccioline
e sentirsi poi come in un ruscello di acqua freddissima di montagna.
L'amore è lavoro e piacere assieme, è costruzione e distruzione.
L'amore è realizzarsi e annullarsi in un unica emozione
che copre te stesso e tutto il tuo mondo.
L'amore è annullamento di ogni società, basando su un unico fondamento :
la coppia in tutto e per tutto.
L'amore è lavorare e sorridere, essere tristi ma forti,
l'amore è problemi e soluzione, ogni giorno immergersi
in un problema continuo e continuamente trovare e sorridere della risoluzione.
L'amore è annaspare come morire affogati ed aggrapparsi
con disperazione a questa ciambella di salvataggio.
L'amore è periglioso viaggio in mare tempestoso,
ma anche volo calmo in cieli azzurri.
L'amore è bene e male uniti, l'amore è passione e riflessione uniti,
l'amore è esigenza e introspezione eclatanti.
L'amore è delirio, è morire e rinascere continuamente.
L'amore è cucinare e apprezzare, cucinare e combinare pasticci.
L'amore è pulito e sporco , lucido e opaco.
L'amore sono gli occhi cangianti attraversati da lampi di fuoco
e da distese d'azzurro.
L'amore sboccia e appassisce ogni secondo , continuamente,
come l'acqua che bolle nella pentola, in un borbottio sommesso.
L'amore è struggente ed eclatante, l'amore è gridare , urlare,
e indipendente dal dove come e perché.
L'amore è tutto questo e altro ancora, perché
attinge a tutta la letteratura mondiale per esprimersi
con parole che umanamente non sono sufficienti.
L'amore bisogna viverlo per comprenderlo.
E non basta ancora, occorre morire per comprenderlo.
L'amore ti travolge, e ogni giorno ti stritola in una morsa
pesantissima che ti toglie il respiro.
L'amore ti ritrova a sera stanco e anche forte per poi buttarti
in un nuovo giorno ancora più pressante nello stomaco.
L' amore è sentirsi male tutti i giorni e guarire ogni secondo.
L' amore è respirare la stessa aria dell'altro, e condividere
la stessa acqua.
L'amore si ciba di se stesso , mangiandosi e rigenerandosi ogni giorno.
L'amore , infine, è ritrovarsi accanto seduti di fronte
al sole calante , tenersi per mano e pensare all'unisono :
è stata una vita bellissima con te.

E tutto questo è per te.


giovedì 26 agosto 2010

Il tempo

(foto di Garimar)


Solo diritti

Viviamo , oramai è certo, in una società strana, piena di incongruenze e di rovesciamento di quello che sono i valori.
Viviamo oramai immersi in un fluido mieloso che avvolge il nostro spirito e lo addormenta dinanzi a fatti di coscienza, dinanzi a reflussi morali, dinanzi a doveri sociali.
Oramai tutto è consentito e lecito , e niente è da considerare riferimento se non la nostra smisurata voglia di desiderio verso ogni cosa.
Viviamo in una società che ha fatto dell'impegno un icona, quando non siamo impegnati per lavoro , lo siamo per interessi personali, quando non siamo impegnati lavorativamente siamo impegnati per il nostro diritto al relax, quando non siamo impegnati nei piccoli doveri quotidiani lo siamo per ritrovare il benessere del nostro corpo.
Urliamo che abbiamo da fare, abbiamo delle attività da seguire, e quando riposiamo urliamo che abbiamo il diritto al relax per cui ogni cosa ci disturba deve esser eliminata.
Vediamo solo il nostro orto e non ne vogliamo sapere di guardare affondo, di fermarci, di osservare, e di riflettere. Non abbiamo tempo, troppo di fretta tutto, mangiare, dormire, lavorare, divertirsi,bagnarsi.
Impegno , è la parola abusta di questi tempi.
Sono un uomo impegnato, sono una donna impegnata.
Sempre impegni, di sopra, di sotto, di lato.
E , paradossalmente , viene guardato con diffidenza e sussiego, chi si presenta scanzonato e libero da fantomatici impegni : fannullone viene etichettato tale personaggio.
Chi non ha impegni viene allontanato con fastidio, additato come un nemico come un qualcuno da evitare, perchè è un virus che potrebbe intaccare la nostra salute. E la nostra quiete interiore. Comodo e pulito, siamo in pace con noi stessi e non vogliamo esami interiori di sorta.
Siamo troppo impegnati a seguire percorsi comuni e strabattutti, consunti, che fanno tutti, non abbiamo tempo anche solo per pensare di prendere in considerazione una alternativa.
Un alternativa per noi e il nostro tempo.
Secondi , minuti, ore, giorni, mesi passati ad inseguire stereotipati clichè, e così passiamo la nostra vita per impegni che non sono della nostra natura, sprecando di fatto questo infinitesimo lasso di tempo che è la nostra vita su questo pianeta.
Saremo impegnati fino in fondo, fino all'ultimo minuto della nostra esistenza, e saremo altrettanto sicuri che alla nostra fine il macigno dello spreco ci peserà addosso inamovibile. Un tempo sprecato ad inseguire vacui fantasmi .
Saremo stati uomini impegnati e saremo morti.
Non ci viene mai il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato nel nostro mondo e nel nostro modo di vivere, mai il dubbio di un alternativa valida per il nostro cuore che ci sfugge ?
Siamo così poco saggi in questa moderna società, che abbiamo perso la facoltà del dubbio, dell'incertezza e riteniamo che la nostra strada sia l'unica giusta.
Siamo così uguali uni agli altri che formiamo una melassa di coscienze tutte uguali tutte grigie, tutte uniformi al comportamento usuale che riteniamo l'unico possibile degno di nota.
Impegnati.
Impegnati e morti nell'anima.

mercoledì 18 agosto 2010

Arrivi e partenze

(foto di Garimar)

Estate per te

Arrivi , partenze, incontri, appuntamenti, e anche scontri.
Estate tempo di viaggi che partono e si concludono all'interno di noi stessi.
Si passa dal mal di pancia e ansia della prepartenza alla malinconia e mal di schiena del ritorno, per ritrovarsi , infine, dove eravamo , come eravamo nella stessa identica posizione come se non avessimo mosso neanche un passo.
Estate, tempo di chilometri percorsi senza pensiero, con sorriso e speranza. Tempo da passare in compagnia dei nostri pensieri. Un tempo nel quale non ci pesano più, come per incanto, i metri , i chilometri di spostamenti. In inverno , al contrario, quanto ci diventa pesante anche spostarci di cento metri, sembra che tutto ci pesi addosso. Eppure siamo sempre noi, sempre gli stessi che eravamo ieri e che saremo domani, solo intorno è cambiato qualcosa. Intorno eppure non intorno. In effetti è il non intorno a farci compiere cose che ci appaiono meravigliose, questo non intorno altro non è che il nostro "interno". Si questa è la magia della vita, ogni cosa, ogni luogo, ogni sensazione vive all'interno di noi stessi.
Siamo solo abituati a capire e sentire questo nell'estate.
Ma noi siamo in grado di far questo ogni giorno della nostra vita, ogni ora del nostro cammino, ogni minuto del nostro respiro, tutto può esser un immenso e meraviglioso viaggio, se solo diamo retta alla nostra grandissima capacità di sentire le sensazioni.
Arrivi e partenze per ogni luogo , con un itinerario che ci conduce inesorabilmente all'interno di noi stessi , per apprendere infine quanto possiamo esser felici con così poco : la consapevolezza di essere unici con ciò che percepiamo.
Andiamo, veniamo, corriamo, ma siamo sempre noi che possiamo anche fermarci e guardare non con i nostri meravigliosi occhi pieni di colori, ma col cuore, e sentire in conclusione del nostro viaggio che c'è sempre un nuovo inizio, un nuovo mal di stomaco per una nuova partenza, una nuova ansia di iniziare ancora un lungo viaggio.
Il ripetersi continuo di questa forza ci fa vivere come solo noi possiamo fare, sia in estate che in inverno, sia nella gioia che nel dolore. Possiamo fare tutto, ogni cosa non ci è vietata, sono solo i nostri sensi limitati e la nostra mente poco allenata a costituire quelle che sono le barriere del cuore.
Il viaggio di spostamento anche se da fermi ci porta verso scenari inimmaginabili, rendendo la nostra vita di accesi colori che vanno al di là della nostra vista.
Partiamo e arriviamo nel luogo dove vogliamo, dentro di noi , per cogliere quell'attimo di estasi, e di gioia che ci fa capire che "noi siamo".
Questa è l'essenza della felicità basata solo su di noi , e quindi eterna, facendo si che l'estate non finisca mai.

giovedì 5 agosto 2010

Le madri e i padri



Le paure

Sempre più spesso in questi anni post duemila, incontro e sono testimone diretto , del dissolvimento della tanta decantata unione amorosa tra gli umani.
Sempre più spesso , oramai, si incontrano persone donne ed uomini che escono da situazioni a dir poco incresciose e situazioni familiari fallimentari.
Ma ancor più spesso si ascoltano parole di sconforto e paure da donne , madri, prese da ansie, paure, che sfiorano il terrore. Le urla di queste donne e madri oramai sono oltre la soglia della percezione locale, ma sono piuttosto un movimento convulso generale che coinvolge una massa di persone come un onda oceanica. Come il mare in tempesta queste disperazioni travolgono tutto e tutti , andando poi ad infrangersi contro bastioni rocciosi durissimi.
Oramai in tutti gli ambiti familiari c'è una coppia che si rompe, c'è un amore che finisce, c'è una famiglia che si dissolve; quasi sempre , anzi sempre, sono situazioni che scoppiano come bolle di sapone oramai estese al massimo.
La donna , la madre sempre scoppia in una esclamazione di paura e terrore per l'avvenire dei propri figli e il futuro incerto che si spalanca all'orizzonte.
La madre è sempre la protagonista di questo dissidio , perché è indubbio che la discendenza carnale implica un legame corporale che è difficile da dissolvere anche sotto le peggiori tempeste spirituali. Allo stesso tempo i padri hanno meno presente questo legame carnale e da un certo punto di vista subiscono meno il peso della responsabilità dello scioglimento familiare, ma di converso ne subiscono gli effetti a più lunga distanza.
In ogni caso è indubbio che l'essere più debole in questa situazione è la madre, la donna, spesso vituperata , spesso sovraccaricata di responsabilità che vanno ben oltre le proprie legittime possibilità ; e in questa debolezza la donna si sperde.
La frase più abusata e ribadita è "sopporto per i figli", "non posso farlo per i figli".
E proprio in questa ammissione c'è il contrasto e l'annichilimento di esser pensante.
Se da un lato l'amor di madre , cui si accennava prima, giustifica tale affermazioni, dall'altra la considerazione di questo pensiero provoca malesseri che si trascinano anni concludendosi proprio con il danno che si vuol evitare : non far soffrire i figli.
Un gatto che si morde la coda, in un giro vorticoso di causa effetto, ben difficile da rompere.
Al solito è il mondo animale che ci viene in soccorso , con i suoi esempi , ed è ancora la natura che ci offre l'insegnamento che abbiamo smarrito nel corso di secoli di erudizione e civiltà.
Cosa fa mamma orsa, mamma gatta, mamma delfino, mamma tigre, quando deve accudire una nidiata di cucciolotti ? Essenzialmente li cura e li preserva dai pericoli del mondo , ma senza esagerazioni , e soprattutto dando i giusti insegnamenti , che non sono solo le "coccole" o il cibo pronto , ma sono gli insegnamenti sugli "strumenti" che servono per affrontare questo mondo.
Perché è pur vero che occorre procurar il cibo ai figlioletti, ma è anche vero (e gli animali ne son molto più coscienti di noi umani) che un giorno ognuno dovrà pensare per se.
Ecco quindi che gli animali ci fanno vedere che si dedicano alla cura della prole, ma ci insegnano anche che non bisogna nascondere la durezza della vita. Nascondendo le difficoltà, o rendendole semplici non faremo mai un grande favore alle nuove generazioni.
Ammazzando noi stessi alla ricerca spasmodica della vita facile per i figli , non facciamo altro che aprire la strada a insuccessi e fallimenti che a loro volta subiranno, per di più quando i genitori non ci saranno più.
Ecco perché è poco lungimirante nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di niente.
Per queste ragioni una madre donna piena di paure e depressioni (seppur giustificate) non potrà mai assicurare una crescita attiva ai propri figli, questi figli subiranno sempre l'influsso negativo delle vicende, anche con gli sforzi volti a nascondere la realtà.
Per capire cosa significhi bagnarsi non c'è niente di meglio che camminare sotto la pioggia senza ombrello.
Le donne che si sentono sole, le madri che pensano di non farcela, le signore che vedono tutto nero e che si sentono eternamente sole devono cambiare modo di ragionare se vogliono sul serio donare ai propri figli un minimo di amore.
Facendo sforzi nella direzione opposta , nella direzione della sopportazione, della trascuratezza di se stesse , faranno solo un danno ai giovani che un giorno saranno a loro volta genitori.
A parte questa considerazione semplice, c'è da aggiungere che occorre farsi forza anche dal pretendere una presa di coscienza dai padri. Diciamo la verità, agli uomini fa anche comodo dimostrarsi duri e forti , da uomini appunto, di fronte a fallimenti e cadute. E' facile farsi forti quando la donna assume su di se il peso degli oneri, se non altro educativi e/o caratteriali.
Del resto una frase maschile al riguardo ricorrente è : provvedo al mantenimento.
Ecco la società moderna , basta staccare un assegno per sentirsi con la coscienza a posto. Del resto non facciamo la stessa cosa con il senso comune della solidarietà ? Noi italiani poi siamo dei campioni per gli appelli alla solidarietà. Facciamo un offerta, una donazione e il nostro cuore è in pace, abbiamo fatto il nostro dovere verso il mondo. Allo stesso modo nella stragrande maggioranza dei casi , stacchiamo assegni e siamo col cuore in pace. Poi del resto non è forse vero che siamo impegnati in lavori e attività pressanti che realizzano "il nostro essere uomini" ?
Comodo no ? ....come una coperta di Linus
Ebbene , se proprio le donne vogliono far qualcosa di valido , chiamino , battendo i pugni e anche i piedi , i loro uomini alla responsabilità, nessuna battaglia è più giusta come difendere i doveri dello stato di genitore. Anche di fronte alla separazione e alla fine di un rapporto, esser troppo remissivi e comprensivi non si rende mai giustizia ai propri figli, i quali figli del resto, non dimentichiamo , sono molto più robusti e resistenti di quando si voglia credere.
E infine un ultima osservazione, trascurare se stessi in nome di supposti doveri , alla lunga non rende mai un risultato buono, da tutti i punti di vista. Trascurare la propria vita non può mai portare a salvataggi né di amori , né di relazioni sociali. Lasciare da parte i propri desideri e aspirazioni , pur con i dovuti paletti che la vita moderna impone, uccide noi stessi e di conseguenza coloro che vivono a noi vicini e che dichiariamo di amare in maniera superlativa.
In buona sostanza dal dichiarare concetti ed applicarli in pratica c'è una distanza abissale, un oceano, dire : "amo mio figlio" e vivere facendo si che ciò sia vero c'è una bella differenza.
Siamo tutti bravi con le parole, ma solo i comportamenti portano al risultato, non le parole.


giovedì 1 luglio 2010

Avvenimenti e il senso di responsabilità

(foto di Garimar)

Ovvero parlare per luoghi comuni

Recenti avvenimenti e conseguenti discussioni portano a riflettere sul senso che avvolge tutta la nostra vita. Parole e commenti hanno portato a capire che in effetti viviamo per sentito dire, o meglio , viviamo secondo canoni e dettami che ci sono inculcati , e per assurdo non capiamo.
Da questo discende che non solo viviamo per modelli non nostri, ma addirittura ragioniamo secondo schemi precostituiti e imposti da luoghi comuni che nulla hanno a che fare con la nostra natura di esseri pensanti.
La conclusione ovvia è infatti che oramai poco abbiamo a che fare con i nostri progenitori , i nostri avi , che magari saranno stati anche meno progrediti ed eruditi, ma di sicuro usavano molto più di noi il cervello.
Il discorso è imperniato sul senso di responsabilità, oramai in questa società fritta e ritrita , il mondo moderno come lo conosciamo, ruota attorno al concetto del senso di responsabilità.
A ben vedere, la generazione degli anni duemila usa e abusa questo termine, mettendola tutta sul senso di responsabilità . Non c'è campo in cui non si fa appello al senso di responsabilità, dalla politica, all'economia, dalla socialità alla medicina, dalla professione al divertimento, dalla famiglia alla religione.
E anche quando al giorno d'oggi , ci indigniamo , e questo avviene sempre più spesso, concludiamo ogni discorso sempre con il senso di responsabilità.
Io sono una persona responsabile è la frase più abusata e sfruttata in questi anni post moderni.
Ogni avvenimento non fa che sollecitare il nostro senso di responsabilità, non fa che spronarci ad esser sempre e più responsabili.
E la domanda sorge spontanea : come mai con questa fortissima spinta al senso di responsabilità, il nostro mondo va sempre più a rotoli ?
Qui nasce l'arcano, è evidente che qualche rotella è fuori posto , e qualche ingranaggio non gira nel verso giusto .
Recenti eventi di disastri ecologici non fanno altro che sollecitare la nostra coscienza di consumatori, e ci spingono a dire dobbiamo essere più responsabili.
Recenti eventi economici ci portano a concludere che dobbiamo essere tutti più responsabili delle nostre abitudini e che per evitare il crollo dobbiamo moderarci.
Recenti eventi politici ci indignano spingendoci ad assumere in prima persona responsabilità di cittadini attivi per cercare di dare un segnale di cambiamento.
Recenti eventi religiosi ci spingono ad assumere posizioni spirituali responsabilmente, avendo più fede in ciò che recitiamo a menadito.
In ogni aspetto della nostra quotidianità non facciamo che ribadire che noi siamo responsabili e che gli altri , solo gli altri sono degli incoscienti, e che è per questo che le cose vanno male.
Quanta verità, in estrema sintesi è dentro di noi ?
Siamo sul serio convinti che siamo responsabili in prima persona e che ciò accade è al di fuori della nostra volontà ?

Recentemente un evento triste ha fatto insorgere le coscienze di molti nell'affermare che da persone adulte , in specie in presenza di legami familiari, occorre adottare uno stile di vita responsabile.
A causa della famiglia dobbiamo essere più responsabili , più adulti se vogliamo assicurare nei limiti del possibile un avvenire ai nostri discendenti, ai nostri figli , ai nostri nipoti.
Già...tutto vero ?
L'uomo come animale ha solo questa legge , assicurarsi la procreazione e la continuità della specie.
Tutto bene quindi ?
Si sembrerebbe di si , se non che, è tutto falso come il vetro più comune spacciato per smeraldo.
Semplicemente stiamo recitando a soggetto e il copione non è scritto da noi.
Come spiegare altrimenti , con queste premesse, il fatto che continuiamo a fare gli schiavi ed accettiamo tutto per un tozzo di pane , come spiegare che prestiamo la nostra opera in attività che ammazzano il nostro pianeta, come non vedere che la nostra figura e la nostra opera viene sfruttata per estorcere denaro ai più, come far finta di niente sapendo che quegli stessi figli che diciamo di proteggere li abbandoniamo in mano ad mezzi che ci alleviano la fatica ( e diciamolo una buona volta che è una fatica) di crescerli e ascoltarli , come spiegare a noi stessi che di fronte a nostro figlio facciamo i protettivi e poi di fronte a coloro che ammorbano l'aria e l'acqua e il cibo pieghiamo inverecondamente la testa facendo finta di niente. Pensiamo che evitare una marca di prodotto o l'altra mette a posto la nostra coscienza, del resto se al mercato quello c'è...non possiamo che scegliere il meno peggio.
Come spiegare che ci sentiamo professori di fronte a chi per mero egoismo abbandona la famiglia (per volere o per disgrazia) mentre poi con altrettanta sagacia noi in prima persona deprediamo il pianeta togliendo di fatto non solo ai nostri figli ma a tutte le generazioni future la possibilità di avere un qualsiasi futuro ?
E' strano come affermiamo da un lato la nostra responsabilità e dall'altra ci diamo al più infame saccheggiamento che l'uomo possa compiere . Stiamo mangiando la nostra terra a ritmi mai raggiunti nei secoli passati , e affermiamo di essere responsabili ?
Ma responsabili di cosa ?
Viene da chiedersi , prima di parlare il cervello lo colleghiamo , o diamo fiato alle trombe come ci viene in un concerto di suoni cacofonici ?
Conosco solo persone responsabili , mi presentano solo persone responsabili, vedo in giro solo persone responsabili , e il modo cade così in basso, come mai ?
C'è da augurarsi sul serio che sia in arrivo un cambiamento , una fine, uno stravolgimento , ma che sia delle nostre coscienze, dei nostri valori , e che ci riporti ad una condizione di affermazione senza tentennamenti e soprattutto ad una condizione di coscienza naturale.
Che la fine del mondo , questo mondo arrivi al più presto , perchè non se ne può più.

domenica 16 maggio 2010

Gli uomini del fare


Paura....

Periodo travagliato .
Vicende note, lavoro compromesso, futuro incerto, sacrifici inutili , orizzonte familiare nero.
Nell'aria in questi giorni di maggio , accompagnati non ultimo anche dalle condizioni meteo lontane da quelle che sono le medie stagionali, la rabbia .
Questa compagna ha intriso i nostri cuori di fronte a comunicati stampa , discussioni e osservazioni, blog, giornali e mail di comunicazione sociale. Allarme, chiamata alle armi, e aiuti di personaggi più o meno noti sono stati invocati dalla folla. Insomma un mare in tempesta, le cui acque sferzate dal vento dell'incertezza , vento che man mano è cresciuto fino a scompigliare i nostri capelli e i nostri pensieri. Sempre più palpabile, infine , si è reso evidente l'arrendevolezza del cuore, di fronte al maglio pesante dell' ineluttabile realtà.
Si continuano a leggere negli occhi delle persone incertezza e pregiudizio. In generale si legge paura, paura verso ogni cosa , paura verso la più semplice azione.
Riunioni e dibattiti sono stati pervasi da questo senso comune di paura per l'azione, e per il futuro da dover subire in ogni caso .
In buona sostanza, quello che emerge evidente , più in generale in ognuno di noi abitanti del mondo occidentale , è il senso di impotenza e il senso di disastrosa paura verso il domani.
Se da un lato quando la rabbia prende il sopravvento si è avuto un guizzo di vivacità, di affermazione del proprio io , dell'affermazione della "persona" e non dello schiavo, dall'altro lato tale guizzo è pur sempre stato di breve durata , o dirottato esclusivamente verso azioni di facciata , da palco, che poco hanno a che fare con la vera tattica di battaglia.
Il concetto è molto semplice, per quanto si cerchi di non diffondere allarmismo, per quanto a livello generale giornali, televisioni e perfino trasmissioni dichiaratamente non "politicamente corrette" cerchino di avere un atteggiamento soft verso il disastro sociale che ci stà avvolgendo, occorre rendersi conto che siamo sulle barricate, siamo in guerra e ci saranno morti e feriti.
Non dobbiamo illuderci che siamo fuori pericolo, che il peggio sia alle nostre spalle, che in qualche modo ce la faremo.
Si vede lampante l'atteggiamento della persona media, quale noi tutti siamo.
Un grande parlava di uomini, ominicchi e quaquaraquà e dipingeva con acume profondo l'essere civile moderno. Appunto ora viene da chiedersi , senza al solito additare gli altri, io cosa sono ?
Un uomo , un ominicchio o un quaquaraquà?.
Sull'esser quaquaraquà abbiamo avuto evidenza di come tutti siamo pronti a declamare, a fare annunci e anche a infervorarci accusando col dito indice puntato , come un arma, l'altro. Siamo i più bravi a declamare e leggere grandi affermazioni di civiltà e di principio. Poi siamo anche ominicchi nel vero senso del termine, perché dietro le scene, intraprendiamo azioni di accomodamento e di ricerca personale del proprio vantaggio, avulse dal contesto generale.
Spesso indichiamo i politici come maestri del proprio interesse personale, dimenticandoci che noi stessi , siamo pronti , prontissimi a intessere personalissime ragnatele per il solito e vecchio detto: "mi coltivo il mio orticello personale".
Quindi delle tre categorie possiamo ambire al massimo a esser catalogati nelle due basse. In quanto alla categoria degli uomini , quella la dobbiamo proprio dimenticare. L'uomo moderno è incapace di essere e affermare la propria umanità. Siamo lontani anni luce dal seguire un dettame universale : "beati coloro che hanno affermato ciò che avrebbero fatto , e poi l'hanno fatto davvero".
Dopo il tempo degli annunci e delle grida viene sempre il tempo del silenzio, ed è il tempo in cui gli uomini agiscono. Il tempo in cui gli ominicchi e i quaquaraquà si eclissano. Agli uomini rimane di "fare" e non parlare.
A coloro che si impegnano per la propria vita e per il proprio valore di "persona" rimane solo questo , il resto sono solo facciate che crollano col tempo , lasciando a nudo il vero essere presente in tutti noi : l'essere pieno di paura.
Avere paura non è un male in senso lato, non è mai stato un elemento negativo la paura, tutti sappiamo bene che i supereroi esistono solo nei fumetti; il problema è decidere se la paura debba o meno diventare la signora della nostra vita. Il problema è solo questo.
Il problema è guardare negli occhi i propri figli e dire : ho fatto ciò che ritengo giusto per voi e per me!

sabato 8 maggio 2010

Notte di NO-TE

(foto di garimar)

NO-TE









Notte di fondo pensiero
di spiro e imago
di ansia e desio.
Notte infinita
lunga e vogliosa
pesante , ansante
le mani, le tue.
Notte di NO-TE
lontana ed assente
possa il giorno scacciarti
lontana e vicina.
Notte in miseria
dell'animo tradito
il tuo corpo distante
come il pensiero.
Notte l'assente
il NO-TE presente.
L'ansia del riso
lo spiro infinito.
Notte di NO-TE
diventa un macigno.
Il tuo respiro
non sento
il tuo corpo non tocco.
Notte andante
sapiente e dolente
ma non più bella
del giorno assassinio.
Notte di NO-TE
diventa un amore,
sopito e stranito
mai esaudito.
Notte di NO-TE
porta solo al fine
il giorno invitante.
Notte di NO-TE
sarà solo un ricordo
come il tuo volo
mai finito.