giovedì 24 settembre 2009

Romina Power : Dico no ai vaccini e vi spiego perchè


Lettera di Romina Power ai ministri: "Dico no ai vaccini e vi spiego perché".

(dal blog TUTTOUNO)
Alla cortese attenzione del Ministro della Salute, On.Maurizio Sacconi e del Vice Ministro della Salute, On.Ferruccio Fazio.

Egregio Signor Ministro, Egregio Signor Vice Ministro. Vi scrivo in merito alla supposta "pandemia" A/H1N1, meglio nota come "febbre suina". Secondo quanto avete dichiarato ai media, sono previste per l'Italia due tranches di vaccinazioni; la prima in autunno 2009 e una successiva all'inizio del 2010. Come cittadina italiana e contribuente, mi permetto dunque di sottoporVi alcuni seri dubbi riguardo all'opportunità della campagna di vaccinazione.
1. Secondo quanto apprendo dalle Vs dichiarazioni, i sintomi dell'influenza A/H1N1 non sarebbero altro che quelli della normale influenza stagionale, in forma più lieve per giunta. E mentre l'influenza stagionale provoca fino a 5000 decessi ogni anno solo in Italia, in questi mesi la A/H1N1 ha provocato "soltanto" poco più di 700 decessi in tutto il mondo.
2. E' perfino superfluo rammentarVi quanto possa essere nocivo un vaccino al sistema immunitario, specialmente nei bambini e negli anziani e, di conseguenza, quanto sia inopportuno scegliere la strada del vaccino per malattie di poco conto e scarsamente nocive come questa influenza suina.
3. Gravissime accuse contro l'OMS, le case farmaceutiche Baxter, Sanafi-Aventis e Novartis e una serie di personaggi di rilievo della finanza e della politica internazionale, sono state mosse dalla nota giornalista austriaca Jane Burgermeister (leggi La Scienza Verde di agosto). Secondo la denuncia, sia il vaccino che la stessa epidemia A/H1N1 sarebbero armi biologiche deliberatamente utilizzate per la riduzione della popolazione mondiale.
4. L'ingiunzione dell'affermata giornalista contiene una dettagliata documentazione atta a dimostrare la reale entità dell'epidemia di influenza suina e del relativo vaccino, nonché le gravissime responsabilità degli enti e delle persone chiamate in causa. Sulla base dell'ingiunzione presentata dalla Burgermeister, sono attualmente in preparazione un'ulteriore ingiunzione ed una mozione ad opera di un team di esperti legali americani. Per quanto le gravissime accuse mosse contro l'OMS e Big Pharma siano ancora da dimostrare in tribunale, sarebbe quanto meno opportuno che il Ministero della Salute tenesse conto di queste, prima di "buttarsi a pesce" nell'avventura di una vaccinazione di massa.
5. La stessa OMS non ha escluso rischi, affermando che "nella produzione di alcuni vaccini per la pandemia sono coinvolte nuove tecnologie che non sono state ancora valutate estensivamente per la loro sicurezza in certi gruppi della popolazione".
6. Una serie di eventi e circostanze getta pesanti ombre su questa vaccinazione, nonché sul ruolo di Big Pharma nella politica sanitaria dell'OMS.
7. Il Vice Ministro Fazio ha dichiarato che il costo per l'acquisto dei vaccini ammonterebbe a "poche centinaia di milioni di euro". Una cifra, secondo il Vice Ministro che non creerebbe problemi, neanche in "periodi di magra" come questi. Con tutto il rispetto, considero questa dichiarazione un vero e proprio insulto ai cittadini che faticano ad arrivare a fine mese! Per questa serie di ragioni, mi appello al Vostro buon senso, nonché alla Vostra professionalità, nel chiederVi di riconsiderare la Vostra posizione sulla campagna di vaccinazione per l'A/H1N1 indicata dall'OMS, sulla base di quanto riportato sopra. Al di là delle direttive dell'OMS, la responsabilità politica in materia di sanità in Italia spetta al Ministero e per questo mi rivolgo a Voi. Vi anticipo che, nell'eventualità di una vaccinazione di massa, non mi sottoporrò ad essa. Se anche tale vaccinazione fosse fortemente vincolante o addirittura (Dio non voglia!) coatta, la rifiuterei comunque, sulla base dei punti elencati sopra, nonché delle ingiunzioni presentate. Sono in procinto di contattare la signora Burgermeister ed alcune delle più note associazioni italiane in difesa della libertà di scelta in materia di vaccinazioni sperando di ricevere aiuto e consiglio. Includo in copia conoscenza CC alcuni dei migliori siti internet italiani di informazione, al fine di lasciare una traccia di quanto Vi ho scritto. Se i gestori di tali siti internet e blog vorranno pubblicare questo mio appello a Voi, hanno il mio pieno consenso a farlo. Auspico anzi che da tale lettera possa eventualmente nascere una petizione da sottoporre alla cortese attenzione del Ministero della Salute, al fine di sensibilizzarlo ulteriormente al problema, poiché al di là della preoccupazione di alcuni cittadini per questa influenza suina - preoccupazione esclusivamente generata dal vergognoso ed ingiustificato allarmismo dei media tradizionali (un vero e proprio "terrorismo mediatico")- tanti italiani sono contrari al vaccino, lo reputano inutile e nocivo e vi intravedono i forti interessi lobbistici di Big Pharma, se non il tentativo di introdurre politiche di "militarizzazione" della sanità e di recare danno alla salute della popolazione. Nella speranza che gli argomenti esposti possano essere da Voi presi in considerazione, Vi porgo distinti saluti.


Romina Power

L'intervista a
Jane Burgemeister su freemachines

venerdì 14 agosto 2009

La moto e la solitudine


(foto di Garimar)
Il viaggio

Ti accorgi della solitudine quando compri una moto e compri un solo casco.
Ti accorgi della solitudine quando carichi la tua moto appoggiando i bagagli sul posto del passeggero.
Ti accorgi della solitudine quando non compri l'auricolare per le comunicazioni, dato che non hai nessuno con cui comunicare.
Ti accorgi della solitudine quando hai spazio a sufficienza per portare le tue cose.
Ti accorgi della solitudine quando viaggi , e non hai nessuno con cui meravigliarti e indicare : guarda!
Ti accorgi della solitudine quando in viaggio riesci a fermarti ogni volta che lo desideri, senza chiedere.
Ti accorgi della solitudine quando nessuno ti strizza i fianchi per una curva ad alta velocità.
Ti accorgi della solitudine quando puoi percorrere chilometri fino a sentire dolore nelle parti basse per mancanze di soste.
Ti accorgi della solitudine quando l'unica voce che senti è quella di Antonella o Chiara, le voci dei navigatori : tra 300 metri gira a sinistra, prosegui per 2 kilometri.
Ti accorgi della solitudine quando ad un incrocio ti dici : destra o sinistra ??? e non hai consigli da chiedere.
Ti accorgi della solitudine quando arrivi e finalmente scendi a sgranchirti le gambe e non hai da chiedere: come stai ?
Ti accorgi della solitudine quando ti rispondono : non posso venire.
Ti accorgi della solitudine quando viaggi , ma ne gioisci solo all'interno di te stesso.
Ti accorgi della solitudine quando viaggi e vedi gli altri sempre in due.
Ti accorgi della solitudine quando chiedi alla tua moto : dove andiamo ?
Ti accorgi della solitudine quando riempi gli spazi vuoti con sogni e illusioni.
Ti accorgi della solitudine quando bussa alla tua porta una angelo dagli occhi azzurri e ti chiede del tuo gattino.
Ti accorgi della solitudine quando i villeggianti , un megagruppo di 20 persone vicini di casa, si muovono divertenti, ma non conoscono nessun segreto della tua terra.
Ti accorgi della solitudine quando ti spari la musica ad alto volume per centinaia di metri non ci sono disturbi da arrecare.
Ti accorgi della solitudine quando ti dicono : sei un angelo.
Ti accorgi della solitudine quando sali sulla tua moto e percorri le strade , neanche tanto veloce, ma le cui strisce bianche sono un sentiero che non sai dove ti porterà, e speri in cuor tuo che ti portino a perderti nel nulla.
Ti accorgi della solitudine quando i tuoi tre cellulari rimangono inesorabilmente muti , nonostante il centinaio di sms che invii.
Ti accorgi della solitudine quando il colore della tua moto lo hai scelto solo tu .
Ti accorgi della solitudine quando guardi le foto e ridi , perchè in fondo il buonumore non ti ha mai abbandonato, e neanche la speranza, anche se molto in fondo oramai.
Ti accorgi della solitudine quando sei tu e la tua moto.

lunedì 20 luglio 2009

martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero

Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana

domenica 5 luglio 2009

Il libero mercato.....forse!


La democrazia e la libertà

In questi tempi di rivalutazione di determinati paradigmi fin qui ritenuti inviolabili, una considerazione è dovuta.
Dato per scontato che, al solito, non tutte le cause e gli effetti di questo disastro finanziario siano stati resi noti ai più, rimane di sottofondo una sorta di sfiducia nei soliti assiomi che si ripetono all'infinito.
Siamo in una società occidentale e definita "democratica" , quindi una società che fa della libertà la base di ogni sua esternazione e attività finanziaria e non.
Un dubbio , però oramai, assale i comuni cittadini di tale società. Cittadini che sempre più spesso sono alle prese con rendiconti e programmazioni di vita quotidiana che difficilmente riescono a soddisfare le sepur minime normali aspettative.
Siamo sempre più alle prese con incomprensibili fenomeni , che di per sè sono lontani dal nostro manage familiare, ma che inequivocabilmente ne decidono le sorti.
Oramai son passati mesi dal manifestarsi di questo crack globale , e in fondo ci chiediamo tutti noi , se con i moderni mezzi e conoscenze , fosse davvero così imprevedibile , dato che nell'ambito finanziario la voce poteva esser nota da tempo. (ad esempio vedi le analisi negli anni 2007 - 2008 di E. Benettazzo )
Ma in più, a distanza di mesi , si continua a ribadire il concetto post-moderno "sono le regole del mercato".
Continuiamo a chiederci del perchè il costo del petrolio continua a salire , o meglio a fare una montagna russa dell' up-down, senza tuttavia portare benefici all'utente finale (il salire produce aumenti, lo scendere quasi mai riporta i valori al precedente aumento). Mistero buffo dell'alchimia finanziaria, che viene spiegata ai profani come " è il libero mercato".
Chiaro come il sole!, siamo in una economia CAPITALISTICA inserita nelle più grandi e avanzate democrazie occidentali per cui libertà è anche la base dei mercati finanziari ritenuti ...appunto...liberi!
Allora noi "poveri cittadini seguiamo questo libero mercato e continuiamo a pagare (in particolare in Italia) sempre più i beni essenziali quali carburanti, energia, comunicazioni, cibi di prima necessità (pasta, pane, pesce, carne) .
Grandissimi personaggi ci invitano all'ottimismo, alla ripresa, all'uscita dal tunnel prossima, ci invitano al sorriso, ma si guardano bene a chiarire perchè tutto ciò è successo, e perchè , soprattutto, nessuno ha rintracciato i colpevoli di questo stato di cose (escluso qualche sparuto anche se eclatante caso di inquisizione e condanna).
Si ritorna a parlare di "libero mercato" e quella prima parola ci rassicura tutti .
Ma è proprio così?
Allora ci riferiamo alla cronaca di questi giorni per rilevare davvero quanto sia "libero" questo mercato e indenne da sotterfugi e interessi di parte.
Leggiamo sulla repubblica di oggi :

"Un trader del petrolio fa perdere 10 milioni di dollari al suo gruppo"

un titolo così non ci allarma, ma il titolo del giorno prima (4 luglio) sulla stessa notizia è di ben altro tenore

"Il brocker canaglia del mercato del petrolio "

Leggendo l'articolo si scopre come quest'unico individuo col suo agire abbia determinato in una sola ora la salita del barile di petrolio da 71 a 73,5 dollari a barile .
Questo broker martedì us. ha iniziato a compiere operazioni non autorizzate portando il mercato dei FUTURES (che determinano il prezzo del greggio) a innalzarsi rapidamente.
Ora noi liberi cittadini dovremmo chiederci ......ma sul serio questo mercato è libero e i suoi prezzi vengono determinati dalla regola domanda/offerta e quindi da tutti noi, oppure le leve di comando sono al solito in mano ad uno sparuto gruppo di uomini e le conseguenze le paghiamo sulla pelle di tutti noi ?

Ora chiediamoci cosa significhi libertà, e per rammentarlo rivediamo un illuminante video di Carmelo Bene su Democrazia e Libertà, del '94 ma sempre attuale, anzi direi più che mai attuale.


domenica 28 giugno 2009

Il futurismo, la crisi ,le aziende e le dueruote


Il pensiero recondito

In questo periodo di crisi economica , e di crash finanziari più o meno noti , gli articoli dei soloni e dei professori della finanza creativa si sono sprecati.
Analisi, individuazione delle cause, grafici di proiezioni economiche, andamento di PIL, analisi della svalutazione, la crisi dei mutui.
Dati , parole, grafici , e formule matematiche per cercare di spiegare cosa stiamo vivendo tutti noi sulla nostra pelle.
Pagine e pagine di articoli che tutto dicono e tutto nascondono, lasciandoci infine come eravamo partiti: confusi e basiti di fronte alla enormità di questa crisi.
Esperti e profeti della finanza , nonchè politici, non ci hanno per niente convinto nel descrivere ciò che è successo e soprattutto perchè. Ma più di tutto , nessuno ma proprio nessuno si è curato di scrivere qualcosa che tutti noi , almeno una volta abbiamo pensato , in merito a questo crash globale.
Dove vado a trovare delle parole semplici e chiare, che tutto indicano e descrivono del come questa crisi colpisca noi comuni mortali ? su una rivista di motociclismo , nell'editoriale del numero di Luglio , un chiaro esempio di come le conoscenze e le corrispondenze culturali possano individuare una linea di lettura degli accadimenti mondiali, ma sopratutto , trovare una critica profonda all'essenza di ciò che nella società moderna ha fallito (senza che nessuno abbia il coraggio di esprimerlo) , voglio dire il concetto di capitalismo e di impresa , che impera sovrano nelle società odierne.
Testualmente :
"Ho visto aziende motociclistiche che per un decennio si sono ingrassate su un mercato florido e in crescita ma che quest'anno, al primo accenno di crisi , sono entrate nel panico e hanno reagito con tagli feroci agli investimenti e alle attività. In realtà non mi riferisco tanto alle aziende occidentali quanto a quelle giapponesi, visto che proprio tra loro - leader di mercato con tutti gli onori ma anche gli oneri che ne dovrebbero derivare - ci sono state le prime defezioni dall'attività sportiva."

Come non assentire di fronte a tale semplice proclama estratto dall'editoriale ?
Cosa è in effetti impresa , azienda , finanza ? se non l'atto di intraprendere una attività , certamente a scopo di lucro, ma da non abbandonare alle prime difficoltà, e sopratutto non a scapito di quanti , ultima ruota del carro , hanno dato la vita per il successo di tale imprese.
Dove sono i capitani di industria di una volta, coloro che dalle ceneri di una guerra hanno risollevato il mondo , rendendo agiata la vita di milioni di persone?
Dove sono i veri capitani di industria , pronti a mettersi di impegno per far si che il lavoro non vada perso, e che non corrano a nascondersi sotto le sottane di mamma politica , sotto la minaccia delle perdita di guadagno.
E' vero , quest'anno è un anno di perdite, ma quanti e quante aziende si sono arricchite negli anni passati ? quanti dividendi e stock option sono stati distribuiti ? e ora al primo accenno di calo dei profitti si grida "Aiuto , Aiuto si salvi chi può!"
Cito ancora :
"...trasferito dall'arte agli uomini , il Futurismo propugnava coraggio , audacia e voglia di ribellione, tutti valori che - correttamente intesi - ben si sposano con la passione per la motocicletta e rimangono validi ancora oggi ."
"...nel periodo plumbeo che stiamo vivendo - la vitalità e la voglia di rompere gli schemi di questi nostri vivaci predecessori possono dare lo spunto per reazioni diverse rispetto a quanto stiamo osservando.
Il gruppo Marinetti rappresentò una reazione ai toni sentimentali e nostalgici allora imperanti, e oggi , forse, potrebbe essere l'antidoto a certi eccessi del politically correct, che sarà anche una cosa buona, ma se abusato ,può trasformarsi in una camicia di forza."

Luigi Bianchi Dueruote (www.motonline.com)

venerdì 12 giugno 2009

La coerenza degli italiani

(foto di Garimar)

IO non posso certo lamentarmi

La vita è questione di carattere, di profonda conoscenza di se stessi e di impegno continuo in qualcosa in cui si crede ciecamente. A fronte di delusioni e cocenti sconfitte, l'unica forza che può sorreggerci è il credere nel proprio pensiero e nel misurarsi continuamente con la realtà del quotidiano.
Il nostro agire contribuisce alla formazione del bozzolo in cui viviamo.
Siamo immersi in un aria che respiriamo , ma che muoviamo e agitiamo con i nostri movimenti. Il vento che sentiamo, non è solo quello atmosferico, ma è il frutto degli spostamenti di aria che noi causiamo con le nostre scelte.
La vita fatta continuamente di scelte , di decisioni più o meno coerenti con il nostro pensiero.
Non è facile mantenere la coerenza tra il nostro agire e ciò che intimamente pensiamo, non è facile per niente. Non possiamo fare a meno di considerare che la nostra declamazione "siamo liberi", si scontra con i condizionamenti e i bisogni e le necessità del mondo e del modo in cui viviamo.
Poco importa che nessuno di noi possa tirarsi indietro e dire "io non ho colpe", quello che in estrema sintesi appare evidente è che siamo tutti artefici del nostro destino.
Noi , popolo italico , in più abbiamo nel DNA storico, un forte spirito individualistico. Siamo discendenti dell'epoca dei comuni , quando i paesi stranieri erano già popoli , noi dimentichi del nostro antenato romano, eravamo ridotti solo a villici di borgo. Come villici siamo cresciuti, portandonci appresso quell'arte del vivere frutto delle fatighe quotidiane del fattore nei confronti del padrone. Ed eccoci qui sempre pronti a mettere in evidenza unicamente il proprio io , il proprio orto , il famoso italico detto "tiramm' a campà".
Ci diamo le arie di popolo progredito , ma dopo l'epoca rinascimentale niente e nessuno è venuto a dare lustro ai nostri anni duemila.
Siamo italici fin nell'anima, individualisti fin nel midollo , e ne andiamo fieri.
Lo siamo in ogni tempo e in ogni dove. Ai semafori, in coda alla posta, al ristorante, al supermarket, al lavoro, in banca, all'ufficio delle tasse, dal dottore, al parco divertimenti, al cinema, lo siamo sempre , ed è in noi la voglia immensa di dimostrarlo come rivendicazione dei nostri antenati villici nei confronti dei padroni. Siamo i furbi più furbi degli altri , e ogni giorno , ogni ora della nostra vita siamo concentratissimi a dimostrare solo e unicamente questo : io son più furbo di te.
Siamo negli anni duemila, epoca incontrastata del berlusconismo, e tutti ci chiediamo perchè questo movimento , questa idea di padronismo, abbia preso così piede nel nostro paese. Ci chiediamo come questo possa essere successo, dato che a parole, siamo tutti ma proprio tutti , contrari.
Ci dimentichiamo di colpo chi siamo e da dove veniamo : tutti noi abbiamo nel nostro intimo il desiderio e il mito del padre padrone e aspiriamo in modo voluttuoso a diventarlo.
Eccoci pronti a denigrare chi lo è diventato , ma dietro le quinte prontissimi a lanciarci nella stessa identica scalata personale.
Cosa conta il vicino, la solidarietà, il gruppo, l'insieme, quando io posso farcela, io dimostro di esser più bravo e quindi vado avanti e mostro a tutti il mio potere.
Allora contenstiamo , urliamo, ci agitiamo sulle nostre amate poltrone, declamando insulti e sberleffi verso il dittatore di turno, ma poi nelle dimostrazioni ricadiamo nell'italico detto :vai avanti tu .
Proprio nelle odierne vicende si può trovare una risposta e il senso di quanto esposto.
In occasione della protesta dei lavoratori Telecom per i tagli occupazionali previsti dal piano di riorganizzazione dell'azienda in aperto contrasto con accordi appena firmati , il comportamento di quanti hanno ritenuto di non partecipare è illuminante dello spirito italico.
Una frase spiega in poche parole il vero carattere degli italiani, una frase che è pronunciata da molti di questi lavoratori : "IO non mi posso certo lamentare".
Ecco la soluzione, il vaso di Pandora che aperto spiega ai più , alla massa, del perchè di questo stato di cose italiche. Non solo , si badi bene, per la vicenda Telecom, ma a più largo raggio , per ogni vicenda che interessa questo suolo del bel paese.
"Io non mi posso lamentare" .
Ecco che è assurto a protagonista assoluto l' IO, l'individualismo che nulla vede e nulla sente, al di fuori del proprio orticello.
IO non mi posso lamentare, che mi frega del mio collega, del mio vicino, del mio conoscente?
Niente, assolutamente niente.
Del resto si dice sempre che la pagnotta a tavola dobbiamo portare !
Si è vero lo diciamo , ma riportiamo questo detto erroneamente, il più esatto sarebbe : la pagnotta sulla MIA tavola devo portare.
Il male del "lavoro italiano" non sono nè gli imprenditori , nè i sindacati , o meglio , non sono loro i primi colpevoli di questo stato di cose; i primi colpevoli sono proprio quei lavoratori , tutti i lavoratori che contribuiscono a questo cancro che ha invaso tutto l'ambiente.
Certo imprenditori e sindacalisti non sono stinchi di santo, ma i lavoratori sono veri e propri diavoli.
Bene appenderemo sulla testata del nostro letto , dove dormiremo sonni tranquilli, il detto : Io non posso certo lamentarmi.