sabato 26 luglio 2014

Rinunce & Cuore

(foto di Garimar)

Rinunce & Cuore

Adulti, cosa vuol significare in genere quando indichiamo : esser adulti ?
Esiste per caso un età definita , o un momento  nel quale passiamo dallo stato di adoloscente, o giovane che dir si voglia, allo stato di adulto ?
Cosa possiamo dire in merito all'esser Adulto ?
Una cosa ho appreso nel percorso del tutto personale della storia passata,  quella che Adulti non si diventa mai,  solo una chimera, un modo di dire  per indicare un qualcosa di indefinito , un comportamento generico in base al quale poter giudicare i fatti o i misfatti di una persona. 
Modi di dire quali  "non ti comporti da adulto" , "non sei maturo",  "non hai responsabilità" sono solo delle etichette per poter affermare  la nostra contrarietà di fronte ad atteggiamenti o comportamenti che non riusciamo a comprendere. 
Adulto per me vuol solo dire:  persona che è in grado di fare rinunce, e nonostante tutto continua con volontà a proseguire. Questo la mia storia mi ha insegnato.
Due gli episodi base che hanno dato il senso di ciò che poi nel corso della vita si è confermato. 
Da bambino , come tutti i bambini, ero attaccatissimo ad un giocattolo ,  ricordo ancora "meraviglioso" , avrò avuto cinque o sei anni , ero affascinato da un camion di plastica che mi portavo sempre appresso con la cordicella. Se non che , in una delle sue fughe ribelli , mia sorella  portandosi appresso questo mio oggetto  lo perde o lo scambia non si sa, insomma se ne perde traccia. 
Questo primo episodio , mentre per i miei genitori si concludeva con un grosso sospiro di sollievo per il ritrovare senza danni la figliola , per me si risolveva unicamente con la perdita del giocattolo preferito. 
Un secondo episodio , identico per sofferenza, pochi anni piu' tardi , quando vivendo con i nonni , avendo questi un negozio di articoli scolastici e di giocattoli , mi innamorai di una "meravigliosa" pistola da gringo (a quel tempo questi erano i sogni di tutti i bambini, non esistento iPhone, iPad, ..), ebbene esprimo il sogno quale regalo di Natale. Il giorno di Natale ansioso in attesa del pranzo ( a quel tempo i regali erano il fulcro del pranzo di Natale in famiglia) , mi vedevo pronto per conflitti a fuoco e sparatorie. Poco prima di pranzo , mio zio si reca al negozio per prendere il gradito oggetto, se non che , una volta aperto, un cliente alla ricerca di un regalo dell'ultima ora, si presenta scegliendo proprio quella pistola per il proprio figlioletto. 
Facile immaginare la mia delusione a pranzo quando invece di quella pistola "meravigliosa" da gringo , ricevetti un altra pistola - forse anche piu' bella - ma senza dubbio  "diversa" , e a nulla valsero le promesse di riceverla in un secondo momento , per me quel natale fu orrendo, con un sogno infranto. Inutile dire che quella pistola da gringo non arrivò mai. 
Questi due episodi , educarono il mio carattere alle rinunce, a dover esser delusi , ma in ogni caso  , costretti a dover fare a meno di quanto si poteva sognare. In effetti il corso della mia vita poi in quella direzione si è avviata. Come si dice il buongiorno si vede dal mattino . Molte altre cose  sono intervenute e ho conquistato, ma sempre  è capitato di dover rinunciare a quello che piu' desideravo, avevo altro , ma non quello. 
Ho imparato quindi che per quanto si abbia e si possa volere,  occorre fare i conti sempre con una rinuncia di cio' che poi è più importante per noi.
In fondo forse, questo è quel diventare Adulti , icona di tutti i discorsi educativi familiari.
Mi son ritrovato a vivere in case non mie e di cui non avevo nessuna passione, e di converso a dover sempre sospirare di raggiungere la mia vera casa.
Anche questa è arrivata tardi a fronte di conquiste e  posta in capo al mondo , dove la terra finisce, lontano da tutto e da tutti ,  raggiungerla per pochi , pochissimi giorni della mia vita , porta  a maggior ragione a dover rinunciare .
Alla soglia dei sessanta , dover constatare di non aver mai vissuto a lungo presso la propria abitazione , è una considerazione amara, per certi versi di un sottile gusto maligno che ti mangia il cuore giorno per giorno . 

Come una beneamata canzone di un grande diceva "no, tu no".

Naturalmente tutto questo non puo' esser compreso da chi proviene da esperienze opposte. Per assurdo , invece, chi ha sempre vissuto tra le proprie quattro mura , non vede l'ora e sogna continuamente di scappar via. 

Altro modo di dire : nessuno è mai contento di ciò che ha . 

Alla fine l'arte della rinuncia diviene un modo di essere, un modo di vita e una sorte di compagna intima dei propri sogni , quale presenza affiancata al proprio cuore che inesorabilmente continua a battere. 

Per altri termini l'arte della rinuncia , altro non è che la benzina che alimenta il motore del nostro cuore, spingendolo a battere sempre, e ad anelare ancora-