mercoledì 23 febbraio 2011

La beatificazione delle coscienze

(foto Dailyblog)

Morale e moralisti

Cosa hanno in comune le due forme di vita più diffuse sulla terra se non la caratteristica di essere predatori ?
La capacità della moltiplicazione e della diffusione è attiva in entrambe, ed in entrambe può manifestarsi con effetti deleteri per tutto l'ecosistema presente sul pianeta. Ma in più, nell'uomo  si aggiunge anche la perniciosità della volontà del comportamento. Mentre nelle forme di vita più arcaiche, il comportamento dell'essere è naturale e scritto nelle catene di DNA o RNA, nell'uomo si aggiunge qualcosa che lo contraddistingue e lo pone una casella più sù di qualsiasi  forma vivente :la volontà. In altri termini l'uomo è l'essere più contagioso e pericoloso che viva su questa terra, e probabilmente, in questo remoto angolo di universo. 
L'alta pericolosità dell'essere umano è data non tanto dal propagarsi di malattie e infezioni strettamente legate all'essere Homo Sapiens, ma è data da un aspetto più pericoloso : quello della diffusione di ciò che chiamiamo semplicemnte  "comportamento", più spicificatamente  deterioramento del "comportamento umano". 
L'uomo è l'unico essere vivente che è in grado di "spiegare" i propri comportamenti , e nella grandiosità di questa capacità trova quella che è anche la sua caratteristica più negativa : la capacità di ingannare se stesso.
Siamo gli esseri che possiamo giustificare tutto e il contrario di tutto con altrettanta validità, e possiamo affermare con convinzione un credo per poi disconoscerlo con fermezza il minuto successivo.
"In verità ti dico che questa stessa notte , prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte" (Matteo/26).
Siamo gli esseri che sono in grado di combattere battaglie per questioni di principio, alte questioni di principio, ma siamo quegli stessi esseri che sono in grado di ammazzare per il solo possesso di poco vile denaro.
Siamo l'alfa e l'omega allo stesso tempo, e probabilmente in questa essenza  è riassunto tutto il mistero dell'essere umano.
Siamo quindi in tempi in cui  tutti , per un verso o per un altro, ci ergiamo a difensori di quella che è l'etica. Che sia pubblica o privata poco importa, e del resto non comprendo cosa voglia significare etica pubblica o privata, l'etica è etica punto!.
Siamo affascinati dal discorso dei comportomenti e volumi su volumi sono recitati e scritti su questo argomento, e fazioni immense si fronteggiano con  impegno sovrumano.
Rimane però il fatto incontestabile che la decadenza continua  è in atto, e l'abisso della povertà umana, è dinanzi i nostri occhi ogni giorno.
L'infezione da essere umano si propaga con velocità innaturale, e il diffondersi di comportamenti sempre più privi di "coscienza"  è innalzato a modello da seguire, anzi, è l'unico modello conosciuto.
Naturalmente , in particolare, noi italiani  oggi  ci potremmo riferire a determinati argomenti dello scandalo politico sul tappeto. Sbaglieremmo di molto in questo caso, perchè a ben guardare, la decadenza in atto è molto più profonda e non è mai solo dall'altra parte, ma sono convinto, alberga in tutti noi , come esattamente fa un virus mortale infettivo di 4° grado in quello che viene chiamato "ospite".
Siamo sempre portati a pensare che è l'altro ad avere comportamenti scorretti, è l'altro che  è il cattivo, che è l'altro ad essere colpevole, riserviamo una sorta di impunità parlamentare a noi stessi, pur indignandoci quando della stessa impunità vogliono arrogarsi altri.
Siamo strani, malefici, micidiali nella nostra essenza.
Per i meno attenti basti pensare che in occasione della prossima beatificazione del Santo Padre, gentiluomini  affaristi, hanno pensato bene, pur con tutte le legittimazioni legali del caso, e le giustificazioni  economiche del caso, di alzare fino a 8-10 volte  il prezzo del soggiorno in occasione dell'evento.
Ora i più salteranno sulla seggiola dinanzi questa notizia, e gli stessi alzeranno le sopracciglia commentando semplicemente "è il mercato" "sono le leggi della domanda e dell'offerta" "è il capitalismo" .
"E' il mercato!"  la giustificazione e la spiegazione più ricorrente di questi decenni. L'essere umano ha trovato la spiegazione scientifica ad un comportamento blasfemo e inverecondo, e la soluzione a portata di mano per tutto.
Gli stessi che danno questa spiegazione, per questo fatto portato ad esempio, si ergono a giudici inflessibili per altre vicende.
Questo è il nostro essere supremo, comportamenti di "basso valore" possono essere giustificati o condannati a discrezione, dimenticando invece di puntare l'attenzione sul vero problema indicato da quel "basso valore".
Non ci indignano per il "basso valore" in sè, ma ci indignamo (lievemente!!!) per l'mbito in cui si esplica questo comportamento di "basso valore".

Penso che come uomo , indipendentemente dall'ambito,  il "basso valore" è sempre un comportamento negativo. La coscienza dell'albergatore di turno  o quella del politicante da party notturni non è diversa, la coscienza è la stessa, e per questo non è che uno sia meglio dell'altro.
Questo vale per la coscienza di noi tutti, basta rifletterci, siamo tutti come gli albergatori o come i politicanti beneamati, nel nostro piccolo ambito.
Pace a tutti.

giovedì 3 febbraio 2011

Leggera follia

(foto di Garimar)

Che sensazione di leggera follia...

Ci si ritrova sempre più spesso in questi anni  come folli su una nave di folli, come estasiati , euforici e incoscienti di fronte a tutto ciò che accade. 
Sempre più spesso questa estasi di coscienza ci avvolge e ci pone in uno stato catatonico di rassegnazione. "Così è perchè così deve essere". 
Si badi bene, qui non si  indicano eventi e misfatti noti ai più e di cui tanto si parla o si sparla. Non si indicano in questa sede gli eventi importanti e  accadimenti disastrosi che ci portano vorticosamente a cambi epocali. Siamo in questa sede molto più limitati  all'ambito familiare e quotidiano che ogni ora, ogni minuto quasi ogni secondo anestetizziamo con la nostra considerazione sempre più frequente : "così è!"
E diciamo che la normale prosecuzione della nostra allocuzione sarebbe  "perchè così dev'essere". 
La follia appunto , la follia della nostra umana mente oramai persa nei meandri sillogistici dei condizionamenti sistemistici del vivere comune.Appunto vivere comune del tipo "così fan tutti " ,
Il bello di tutto questo, è che essendo, noi tutti coinvolti , non c'è speranza di menti eccelse che ci possano in qualche modo salvare o avvisare.
Tutti i riferimenti sono andati persi, tutti i paradigmi saltati, e anche le parole sono pronunciate per dire tutto e allo stesso tempo il contrario di tutto. Ognuno afferma e dice per poi  negare e riaffermare. Ognuno di noi è avvolto da una coperta quale corazza impenetrabile ai tanti , unica parte di noi esposta , e quindi  l'unica preoccupazione nostra è pulire tale coperta perchè all'esternopossa esser bella.
Ciarliamo, vociferiamo, urliamo e lanciamo parole a vuoto , proclamiamo a gran voce significati di cui non comprendiamo neanche una infinitesima parte, ci atteggiamo a far parte di un tutto e invece non rappresentiamo niente, men che meno noi stessi. 
Un animale ha molta più rappresentanza di se stesso e molta più coerenza esistenziale.
Siamo uno e tutti, siamo il bene e il male, siamo il buono e il cattivo allo stesso tempo. Siamo aguzzini e carnefici e siamo anche le vittime . La nostra mente è oramai ubriaca e preda di grandi dosi di  ecstasy. Viviamo questa parvenza di vita , convincendoci, facendo in modo di convincerci, che sia vita. In effetti i nostri sforzi quotidiani sono in questa direzione : dobbiamo convincerci che stiamo vivendo. 
Tutti i nostri muscoli , tutte le nostre energie sono rivolte ad affermare che stiamo vivendo, e poco importa  , al contrario , il come. 
Il come non convince nessuno, il come non importa a nessuno, importante è esserci, il come è un dettaglio di scarsa rilevanza. Non importa alla società , vuoi che ci interessi individualmente ? 
Siamo macchine che vivono in una qualche maniera, non importa come, importante è poter dire : io vivo. 
Del resto , si suol dire, con i tempi che corrono ci mettiamo forse a fare dei distinguo ? ci mettiamo a mettere i puntini sulle "i" ? Oggi è già difficile fare qualcosa, figurarsi se perdiamo tempo a chiederci il "come" fare quella cosa. 
Siamo disposti a tutto, sopportiamo tutto, troviamo giustificazione per tutto,  per poter concludere e recitare il verbo essere. 
Recitiamo infatti una parte, che sarebbe del tutto estranea alla nostra natura se solo ci fosse un attimo di tempo e la volonta a riflettere. 
Orbene i veri folli  sarebbero  le persone più giuste , il nostro problema  è che anche come folli siamo annacquati e alquanto scarsi. 
La nostra recita fa pena.