lunedì 6 dicembre 2010

Pazienza

(foto di Garimar)

Regalo di Natale (ovverosia Babbo Natale)

Il nostro comportamento , le nostre reazioni ai fatti della vita , le nostre emozioni che ci caratterizzano sono il frutto di prime esperienze che ti colpiscono e ti formano nei primi anni . 
Per alterne vicende della famiglia , ho vissuto nell' infanzia con i nonni, assieme ai nonni, presenti  i due figli maschi  miei zii, grandi rispetto a me e che in definitiva sono stati i compagni e gli idoli del mio esser bambino. I nonni avevano una attività di cartolibreria del paese; negozio pieno di matite, penne, quaderni e libri. Io spesso mi aggiravo tra scaffali e pacchi di materiale scolastico. Naturalmente erano anche presenti giocattoli  e dato che all'epoca non esistevano i grandi centri commerciali, era il negozio il luogo dove potevi vedere gli oggetti dei tuoi sogni. Assistevo anche all'ordinazione in anticipo del materiale , come ogni buon negozio, le stagioni erano sempre molto anticipate, e il materiale natalizio si ordinava in estate se non in primavera. Vivere in questo ambiente di forniture scolastiche mi ha fatto apprendere da subito le tematiche del commercio, l'orario dell'apertura e chiusura, le prenotazioni, le vendite e la classica "nota" , anticipo dei tempi per il moderno finanziamento a tasso "zero". 
Allo stesso tempo era come vivere nel mondo dei balocchi , perchè essendo bambino come tutti i bambini vedere confezioni di fucili, pistole, soldatini, macchinine veniva facile esprimere desideri con la più classica delle letterine a "Babbo Natale". 
Un particolare Natale ricordo ancora oggi,  avevo visto una particolare pistola come le colt del mitico Far West, mi piaceva da morire, era bellissima, con il calcio che mi sembrava enorme, e il grilletto tutto cromato. 
Era l'oggetto dei miei desideri. L'osservavo con occhi sognanti ogni giorno in attesa del più classico giorno di Natale. Diligentemente avevo descritto sulla letterina la pistola dei miei sogni , bella lucida, con il grilletto argentato come quella che è nella vetrina del negozio della nonna , (per me la cartolibreria era della nonna piuttosto che del nonno). 
Finalmente arriva quell'anno il Natale e ricordo ancora l'ansia dell'attesa del giorno all'ora di pranzo , quando già sapevo che davanti il portone di ingresso al suono del campanello avrei trovato un pacco con dentro la mitica pistola (era la consuetudine della casa della nonna per il Natale). 
Vivendo  periodicamente a contatto dei grandi (nonni e zii) , ero anche smaliziato, avevo oramai capito che Babbo Natale non era un signore vero, e che molto più realisticamente il Babbo Natale sarebbe stato lo zio che doveva portarmi all'ora giusta il più bel regalo del mondo. 
Finalmente arriva l'ora di pranzo e prima di sederci tutti a tavola ecco il campanello, mi precipito alla porta apro e c'è un pacco, una scatola , tutto come previsto, Babbo Natale mi ha accontentato, felice al colmo  apro ...e delusione delle delusioni non c'è la mitica pistola !!!
C'era un altro giocattolo che non ricordo neppure, e la mia disperazione pare che sia stata come un frastuono di temporale, non perchè mi fossi messo a piangere, no, ma perchè la mia faccia deve aver preoccupato tutti , mamma, zii, nonni e soprattutto nonna. 
I grandi si mettono a parlare, io disperato con il cuore rotto non so che fare , sono mortalmente ferito , non so cosa dire, pensare, gridare o stare zitto. Il nonno mi aveva insegnato che non bisogna mai lamentarsi , e quindi io diligentemente ricacciavo le lacrime indietro, la mia faccia era una maschera di dolore. Gli zii parlavano, era successo che al momento di ritirare la pistola dalla vetrina, si era presentato un signore (si dice oggi  quello dell'ultimo momento) che cercava un regalo per il proprio figlio, e aveva trovato una bella idea quel pistolone lucido lucido.  Mio zio aveva pensato bene di fare la vendita , non pensando affatto al nipote che aspettava da tanto proprio quel pistolone. Del resto come negozio si poteva ordinare un altro pezzo,  quale era il problema?
Così è andata la cosa,  i nonni e gli zii furono anche di parola, perchè tempo dopo mi portarono dal grossista fornitore , addirittura di persona per vedere e scegliere la pistola, naturalmente quella stessa pistola non c'era più, molti altri modelli erano disponibili ma non quella,  e infatti mi fu presa un altra, forse anche più bella, ma non quella che io avevo accarezzato, guardato per tanto tempo. 
Penso che questo sia stato l'episodio che mi abbia fatto apprendere dolorosamente cosa sia la pazienza, cosa sia rimanere delusi e cosa sia "non lamentarsi".  Penso che sia stato il momento in cui ho capito che non importa quanto tu desideri una cosa, la vita ti presenterà sempre qualcosa di diverso, magari di simile, ma sempre diverso da quello che tu immagni e sogni.
Ero un bambino eppure in quel momento credo che sia iniziato il mio cammino verso le difficoltà, e forse è stato il preludio a tutte le difficoltà che poi ho incontrato ed è stata la scuola che oggi mi porta a dire pazienza.
Pazienza quando qualcosa non và per il verso giusto, pazienza quando qualcosa non è esattamente come la sogni, pazienza quando non ottieni quello che ti sembra giusto, pazienza quando la vita ti presenta il conto, pazienza quando ti senti rodere dentro e non puoi far niente per cambiare, pazienza quando ti senti male e nessuno può far niente, pazienza quando una persona che ami ti fa del male,  pazienza quando non trovi quello che vuoi e che cerchi disperatamente. Pazienza la parola della mia vita che da quel giorno ha battuto i colpi del mio cuore. 
Non sono in grado di dire se sia stata un buona lezione o un cattivo esempio quel Natale, di fatto è stata la mia realtà, per cui l'ho portata dentro fino ai giorni di Internet, dei centri commerciali, dei grandi Megastore, delle gallerie di negozi super assortiti, dei meravigliosi cataloghi . Ma soprattutto fino ai giorni in cui sentimenti emozioni , desideri e sogni presenti , come in quel giorno di Natale, sono depositati in attesa di vedere un esito , una svolta, un risultato , oggi come allora c'è l'ansia di sentire quel campanello al portone, l'ansia di  sentirlo e  precipitarsi a vedere cosa c'è, cosa è arrivato; naturalmente è presente quella paura di antiche origini ,  il terrore di veder andar a vuoto tutti i desideri e le illusioni , paura di trovare aprendo il portone, qualcosa che non sia quello sperato, desiderato. 
Giorni in cui si sogna e si desidera oggi come allora, giorni che nonostante il "modernismo" presentano le stesse cose di quaranta anni fa, le stesse situazioni di un bambino che sogna e desidera quello che considera un oggetto bellissimo e indispensabile, e sono giorni in cui l'uomo  sente dentro di se ciò che manca e  lo vede lì in una vetrina bellissima: il suo sogno.