giovedì 26 agosto 2010

Il tempo

(foto di Garimar)


Solo diritti

Viviamo , oramai è certo, in una società strana, piena di incongruenze e di rovesciamento di quello che sono i valori.
Viviamo oramai immersi in un fluido mieloso che avvolge il nostro spirito e lo addormenta dinanzi a fatti di coscienza, dinanzi a reflussi morali, dinanzi a doveri sociali.
Oramai tutto è consentito e lecito , e niente è da considerare riferimento se non la nostra smisurata voglia di desiderio verso ogni cosa.
Viviamo in una società che ha fatto dell'impegno un icona, quando non siamo impegnati per lavoro , lo siamo per interessi personali, quando non siamo impegnati lavorativamente siamo impegnati per il nostro diritto al relax, quando non siamo impegnati nei piccoli doveri quotidiani lo siamo per ritrovare il benessere del nostro corpo.
Urliamo che abbiamo da fare, abbiamo delle attività da seguire, e quando riposiamo urliamo che abbiamo il diritto al relax per cui ogni cosa ci disturba deve esser eliminata.
Vediamo solo il nostro orto e non ne vogliamo sapere di guardare affondo, di fermarci, di osservare, e di riflettere. Non abbiamo tempo, troppo di fretta tutto, mangiare, dormire, lavorare, divertirsi,bagnarsi.
Impegno , è la parola abusta di questi tempi.
Sono un uomo impegnato, sono una donna impegnata.
Sempre impegni, di sopra, di sotto, di lato.
E , paradossalmente , viene guardato con diffidenza e sussiego, chi si presenta scanzonato e libero da fantomatici impegni : fannullone viene etichettato tale personaggio.
Chi non ha impegni viene allontanato con fastidio, additato come un nemico come un qualcuno da evitare, perchè è un virus che potrebbe intaccare la nostra salute. E la nostra quiete interiore. Comodo e pulito, siamo in pace con noi stessi e non vogliamo esami interiori di sorta.
Siamo troppo impegnati a seguire percorsi comuni e strabattutti, consunti, che fanno tutti, non abbiamo tempo anche solo per pensare di prendere in considerazione una alternativa.
Un alternativa per noi e il nostro tempo.
Secondi , minuti, ore, giorni, mesi passati ad inseguire stereotipati clichè, e così passiamo la nostra vita per impegni che non sono della nostra natura, sprecando di fatto questo infinitesimo lasso di tempo che è la nostra vita su questo pianeta.
Saremo impegnati fino in fondo, fino all'ultimo minuto della nostra esistenza, e saremo altrettanto sicuri che alla nostra fine il macigno dello spreco ci peserà addosso inamovibile. Un tempo sprecato ad inseguire vacui fantasmi .
Saremo stati uomini impegnati e saremo morti.
Non ci viene mai il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato nel nostro mondo e nel nostro modo di vivere, mai il dubbio di un alternativa valida per il nostro cuore che ci sfugge ?
Siamo così poco saggi in questa moderna società, che abbiamo perso la facoltà del dubbio, dell'incertezza e riteniamo che la nostra strada sia l'unica giusta.
Siamo così uguali uni agli altri che formiamo una melassa di coscienze tutte uguali tutte grigie, tutte uniformi al comportamento usuale che riteniamo l'unico possibile degno di nota.
Impegnati.
Impegnati e morti nell'anima.

mercoledì 18 agosto 2010

Arrivi e partenze

(foto di Garimar)

Estate per te

Arrivi , partenze, incontri, appuntamenti, e anche scontri.
Estate tempo di viaggi che partono e si concludono all'interno di noi stessi.
Si passa dal mal di pancia e ansia della prepartenza alla malinconia e mal di schiena del ritorno, per ritrovarsi , infine, dove eravamo , come eravamo nella stessa identica posizione come se non avessimo mosso neanche un passo.
Estate, tempo di chilometri percorsi senza pensiero, con sorriso e speranza. Tempo da passare in compagnia dei nostri pensieri. Un tempo nel quale non ci pesano più, come per incanto, i metri , i chilometri di spostamenti. In inverno , al contrario, quanto ci diventa pesante anche spostarci di cento metri, sembra che tutto ci pesi addosso. Eppure siamo sempre noi, sempre gli stessi che eravamo ieri e che saremo domani, solo intorno è cambiato qualcosa. Intorno eppure non intorno. In effetti è il non intorno a farci compiere cose che ci appaiono meravigliose, questo non intorno altro non è che il nostro "interno". Si questa è la magia della vita, ogni cosa, ogni luogo, ogni sensazione vive all'interno di noi stessi.
Siamo solo abituati a capire e sentire questo nell'estate.
Ma noi siamo in grado di far questo ogni giorno della nostra vita, ogni ora del nostro cammino, ogni minuto del nostro respiro, tutto può esser un immenso e meraviglioso viaggio, se solo diamo retta alla nostra grandissima capacità di sentire le sensazioni.
Arrivi e partenze per ogni luogo , con un itinerario che ci conduce inesorabilmente all'interno di noi stessi , per apprendere infine quanto possiamo esser felici con così poco : la consapevolezza di essere unici con ciò che percepiamo.
Andiamo, veniamo, corriamo, ma siamo sempre noi che possiamo anche fermarci e guardare non con i nostri meravigliosi occhi pieni di colori, ma col cuore, e sentire in conclusione del nostro viaggio che c'è sempre un nuovo inizio, un nuovo mal di stomaco per una nuova partenza, una nuova ansia di iniziare ancora un lungo viaggio.
Il ripetersi continuo di questa forza ci fa vivere come solo noi possiamo fare, sia in estate che in inverno, sia nella gioia che nel dolore. Possiamo fare tutto, ogni cosa non ci è vietata, sono solo i nostri sensi limitati e la nostra mente poco allenata a costituire quelle che sono le barriere del cuore.
Il viaggio di spostamento anche se da fermi ci porta verso scenari inimmaginabili, rendendo la nostra vita di accesi colori che vanno al di là della nostra vista.
Partiamo e arriviamo nel luogo dove vogliamo, dentro di noi , per cogliere quell'attimo di estasi, e di gioia che ci fa capire che "noi siamo".
Questa è l'essenza della felicità basata solo su di noi , e quindi eterna, facendo si che l'estate non finisca mai.

giovedì 5 agosto 2010

Le madri e i padri



Le paure

Sempre più spesso in questi anni post duemila, incontro e sono testimone diretto , del dissolvimento della tanta decantata unione amorosa tra gli umani.
Sempre più spesso , oramai, si incontrano persone donne ed uomini che escono da situazioni a dir poco incresciose e situazioni familiari fallimentari.
Ma ancor più spesso si ascoltano parole di sconforto e paure da donne , madri, prese da ansie, paure, che sfiorano il terrore. Le urla di queste donne e madri oramai sono oltre la soglia della percezione locale, ma sono piuttosto un movimento convulso generale che coinvolge una massa di persone come un onda oceanica. Come il mare in tempesta queste disperazioni travolgono tutto e tutti , andando poi ad infrangersi contro bastioni rocciosi durissimi.
Oramai in tutti gli ambiti familiari c'è una coppia che si rompe, c'è un amore che finisce, c'è una famiglia che si dissolve; quasi sempre , anzi sempre, sono situazioni che scoppiano come bolle di sapone oramai estese al massimo.
La donna , la madre sempre scoppia in una esclamazione di paura e terrore per l'avvenire dei propri figli e il futuro incerto che si spalanca all'orizzonte.
La madre è sempre la protagonista di questo dissidio , perché è indubbio che la discendenza carnale implica un legame corporale che è difficile da dissolvere anche sotto le peggiori tempeste spirituali. Allo stesso tempo i padri hanno meno presente questo legame carnale e da un certo punto di vista subiscono meno il peso della responsabilità dello scioglimento familiare, ma di converso ne subiscono gli effetti a più lunga distanza.
In ogni caso è indubbio che l'essere più debole in questa situazione è la madre, la donna, spesso vituperata , spesso sovraccaricata di responsabilità che vanno ben oltre le proprie legittime possibilità ; e in questa debolezza la donna si sperde.
La frase più abusata e ribadita è "sopporto per i figli", "non posso farlo per i figli".
E proprio in questa ammissione c'è il contrasto e l'annichilimento di esser pensante.
Se da un lato l'amor di madre , cui si accennava prima, giustifica tale affermazioni, dall'altra la considerazione di questo pensiero provoca malesseri che si trascinano anni concludendosi proprio con il danno che si vuol evitare : non far soffrire i figli.
Un gatto che si morde la coda, in un giro vorticoso di causa effetto, ben difficile da rompere.
Al solito è il mondo animale che ci viene in soccorso , con i suoi esempi , ed è ancora la natura che ci offre l'insegnamento che abbiamo smarrito nel corso di secoli di erudizione e civiltà.
Cosa fa mamma orsa, mamma gatta, mamma delfino, mamma tigre, quando deve accudire una nidiata di cucciolotti ? Essenzialmente li cura e li preserva dai pericoli del mondo , ma senza esagerazioni , e soprattutto dando i giusti insegnamenti , che non sono solo le "coccole" o il cibo pronto , ma sono gli insegnamenti sugli "strumenti" che servono per affrontare questo mondo.
Perché è pur vero che occorre procurar il cibo ai figlioletti, ma è anche vero (e gli animali ne son molto più coscienti di noi umani) che un giorno ognuno dovrà pensare per se.
Ecco quindi che gli animali ci fanno vedere che si dedicano alla cura della prole, ma ci insegnano anche che non bisogna nascondere la durezza della vita. Nascondendo le difficoltà, o rendendole semplici non faremo mai un grande favore alle nuove generazioni.
Ammazzando noi stessi alla ricerca spasmodica della vita facile per i figli , non facciamo altro che aprire la strada a insuccessi e fallimenti che a loro volta subiranno, per di più quando i genitori non ci saranno più.
Ecco perché è poco lungimirante nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di niente.
Per queste ragioni una madre donna piena di paure e depressioni (seppur giustificate) non potrà mai assicurare una crescita attiva ai propri figli, questi figli subiranno sempre l'influsso negativo delle vicende, anche con gli sforzi volti a nascondere la realtà.
Per capire cosa significhi bagnarsi non c'è niente di meglio che camminare sotto la pioggia senza ombrello.
Le donne che si sentono sole, le madri che pensano di non farcela, le signore che vedono tutto nero e che si sentono eternamente sole devono cambiare modo di ragionare se vogliono sul serio donare ai propri figli un minimo di amore.
Facendo sforzi nella direzione opposta , nella direzione della sopportazione, della trascuratezza di se stesse , faranno solo un danno ai giovani che un giorno saranno a loro volta genitori.
A parte questa considerazione semplice, c'è da aggiungere che occorre farsi forza anche dal pretendere una presa di coscienza dai padri. Diciamo la verità, agli uomini fa anche comodo dimostrarsi duri e forti , da uomini appunto, di fronte a fallimenti e cadute. E' facile farsi forti quando la donna assume su di se il peso degli oneri, se non altro educativi e/o caratteriali.
Del resto una frase maschile al riguardo ricorrente è : provvedo al mantenimento.
Ecco la società moderna , basta staccare un assegno per sentirsi con la coscienza a posto. Del resto non facciamo la stessa cosa con il senso comune della solidarietà ? Noi italiani poi siamo dei campioni per gli appelli alla solidarietà. Facciamo un offerta, una donazione e il nostro cuore è in pace, abbiamo fatto il nostro dovere verso il mondo. Allo stesso modo nella stragrande maggioranza dei casi , stacchiamo assegni e siamo col cuore in pace. Poi del resto non è forse vero che siamo impegnati in lavori e attività pressanti che realizzano "il nostro essere uomini" ?
Comodo no ? ....come una coperta di Linus
Ebbene , se proprio le donne vogliono far qualcosa di valido , chiamino , battendo i pugni e anche i piedi , i loro uomini alla responsabilità, nessuna battaglia è più giusta come difendere i doveri dello stato di genitore. Anche di fronte alla separazione e alla fine di un rapporto, esser troppo remissivi e comprensivi non si rende mai giustizia ai propri figli, i quali figli del resto, non dimentichiamo , sono molto più robusti e resistenti di quando si voglia credere.
E infine un ultima osservazione, trascurare se stessi in nome di supposti doveri , alla lunga non rende mai un risultato buono, da tutti i punti di vista. Trascurare la propria vita non può mai portare a salvataggi né di amori , né di relazioni sociali. Lasciare da parte i propri desideri e aspirazioni , pur con i dovuti paletti che la vita moderna impone, uccide noi stessi e di conseguenza coloro che vivono a noi vicini e che dichiariamo di amare in maniera superlativa.
In buona sostanza dal dichiarare concetti ed applicarli in pratica c'è una distanza abissale, un oceano, dire : "amo mio figlio" e vivere facendo si che ciò sia vero c'è una bella differenza.
Siamo tutti bravi con le parole, ma solo i comportamenti portano al risultato, non le parole.