venerdì 3 aprile 2009

Italiani: popolo di navigatori, fantasisti ed.. evasori

( foto di Garimar) 

( da Repubblica.it) 

In questi giorni sono resi noti i dati relativi alla dichiarazione dei redditi , relativa all'anno fiscale 2007 , degli italiani.
I risultati sono sorprendenti , e per certi veri rivelatori di uno stato di fatto che la dice lunga su questa crisi globale finanziaria ed economica. Il 35 % dichiara un reddito inferiore ai 10.000 euro/annui,  coloro i quali invece dichiarano un reddito da "ricchi", cioè superiore ai 100.000 euro/annui sono solo lo 0,9 %, e sopra i 70.000  euro/annui appena il 2 %. 

Questi sono i dati di fatto con cui dobbiamo ragionare, questo è lo stato reale della contribuzione italiana. Esperti e professori potranno sentenziare che nello stato italiano queste sono solo le contribuzioni dirette, mentre esistono una miriade di imposte indirette che in questa media non sono calcolate. Ma  tutto il discorso lascia il tempo che corre, e fa parte dei soliti "distinguo" in cui noi italiani siamo maestri  dell' arte colloquiale.
Questo è  il reddito "emerso", da cui ne consegue che il restante 90%, in questo beneamato paese  è il così detto "in nero".

Ora se mi guardo attorno , in una qualsiasi citta' o paese del nostro suolo italico io vedo SUV e supercilindrate (spesso con un solo conducente) , noto  cartelli e pubblicità di vendita di appartamenti dai 300.000 euro in sù ,  vedo gente telefonare con apparati tecnologici dai 300 euro in sù,  nei nostri porti vedo barche ormeggiate dai 50.000 euro in sù.... e via così.

Possiamo concludere che , evidentemente, i miei piedi non calpestano il suolo italico , ma  sono nel ben piu' reale di quanto si pensi , paese del bengodi.


Non è facile immaginare l’Italia del 300, molto diversa da quella odierna; miseria, fame, carestie e sequenziali epidemie, limitavano l’esistenza comune e delineavano una qualità della vita penosa, piena di stenti e priva di piaceri, specie dal punto di vista enoculinario.

Ovviamente, essendo la gente privata di cibo e vino, sognava (quasi fosse un paradiso terreno) il paese di Bengodi dove non mancavano sia il buon mangiare che il buon bere. In quel tempo, oramai così remoto, spesso mitizzato, decantato e narrato da poeti e scrittori, i potenti attorno ai loro sfarzosi manieri, possedevano anche più di una vigna. Il vino ricavato, era appellato come “nobile” mentre il popolo, obtorto collo, doveva accontentarsi di vini dozzinali o succedanei al vino stesso, come l’idromele o altre bevande paragonabili ad immonde misture di acqua ed aceto.

Boccaccio (XIV sec.) nel suo Decameron precisamente nella III novella dell’ottavo giorno, descrive appunto il meraviglioso paese di Bengodi. Ove le viti eran legate da ghiotte e grasse salsicce e dove, con pochi danari, si poteva comprare un’oca o un papero da cucinare e poi gustare. Nel paese di Bengodi di Boccaccesca descrizione, vi era anche un'enorme collina di parmigiano grattugiato, sulla quale tanti cuochi cucinavano senza sosta alcuna, paste e maccaroni, cotte poi in brodo di cappone e poi "gettate" al popolo sempre "armato" da atavica fame ! Questo era il paese di Bengodi del Decameron e sarebbe interessante sapere se possa esistere veramente tanta abbondanza…


( da Taccuini Storici

4 commenti:

Peppino ha detto...

Purtroppo l'evasione è un qualcosa che ci ha fortemente contraddistinti e purtroppo ci continua a contraddistinguere in tutto il mondo.

Ti volevo chiedere se potevi sistemare il link "blogger per caso a Bompensiere" cambiandolo in "BlogPensiere" e come link modificarlo con www.blogpensiere.com
Ho da pochi giorni acquistato il dominio.

Grazie mille

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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