giovedì 8 gennaio 2009

Disperatamente disperati

(foto di garimar)
Dentro di me

Il tempo della disperazione , solitamente indicato , dai piu', come le strisce pedonali, la zebratura, l'alternanza del nero e del bianco.
Di solito ad una striscia bianca segue una nera e poi ancora una bianca e via così.
Capita a tutti noi di imbatterci o di passare , periodi , a strisce, come le zebrature, giorni neri, giorni bianchi...alcuni grigi , la maggioranza.
E a tutti noi è capitato di sicuro, di confortarci con gli amici , con gli affetti, e di avere indicazioni del tipo : vedrai passerà.
Come ci ha affascinato in The Crow : sopra le nuvole c'è sempre il sole .
Per cui continuiamo , piangenti e con fiducia, magari piccola , ma solida, ad andare avanti a muoverci verso la sospirata striscia bianca.
Capita però a volte che la striscia bianca non arriva, non arriva mai , e piano piano anche i confidenti spariscono , capita che piano piano il nero si impossessi di noi salendo dalla radice dei nostri piedi , fino al nostro stomaco, e poi sù ancora verso il cuore. Allora siam quasi persi, il cuore avvolto nel nerume, in una fangosa membrana gelatinosa che lo imbriglia, ma ci rimane pur sempre ancora la ragione , con la quale sosteniamo i nostri passi, dato che , ancora non ci siamo arresi, rimane un barlume di speranza , giungere alla benedetta striscia bianca.
Siamo stanchi, con gli occhi gonfi , ma continuiamo con fiducia ancora un po', se non che , alla fine il nero si impossessa anche della nostra ragione , della nostra mente e allora ci ritroviamo disperatamente disperati.
La vera disperazione non è agitarsi e dare di matto, ma la disperata disperazione è la coscienza del nero , la percezione con calma serafica, della consistenza di questa tenebra.
Allora si che tutto in noi e tutto fuori di noi assume il colore nero, che seppur elegante nasconde l'essenza del non essere : il nulla.
Disperatamente disperati , cogliamo quello che è il frutto del nostro essere qui in questo momento con tutto cio' che abbiamo passato e con tutto cio' che incontreremo : il nulla.
Il disperatemente disperati che ci coglie congelati nel nostro corpo e congelati dinanzi a cio' che vedono i nostri occhi. Sulla retina si formano immagini vuote e senza colore e calore che non ci danno neanche una pulsazione di essenza.
Disperatamente disperati è l'ultimo stadio della conoscenza di se stessi , di fronte a cio' che siamo : nulla.
Nel disperatamente disperati ci colpiscono cose che non avremmo mai notato in condizioni appena normali, come una parola, un gesto, una musica.
Appunto una musica, chisà perchè, mi ritrovo colpito , mai ascoltata , ma rimane dentro, trafigge come una lama incandescente che penetra nelle carni .
Intuisco , piu' che accorgermene, che si tratta del titolo : Walk the edge.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

è complicato commentare il tuo post. è terribilmente vero, credo sia un percorso comune a tutti quanti le righe nere e bianche il sentirsi avvolti dalle tenebre, e poi scoprire che alla fine non ne valeva la pena ..tanto dolore si dissolve nel nulla. il nulla come lo concepisci tu è un'emozione e una condizione superiore nel non lasciarsi scalfire da pensieri negativi e saper finalmente gioire di quel che la vita ci offre, come un profumo un suono, un'immagine. la pace interiore non raggiungendo gli scopi prefissi ma riuscendo a gustarsi la vita guardandola con gli occhi di un bambino innocente

Sabatino Di Giuliano ha detto...

Mi hai fatto conoscere i Pink Floyd, Deep Purple, i Procol Harum, gli Uriah Heep...
Cosa c'entra?
Chi lo sa?
Anonimo ha detto bene.
Il tuo post si legge, e' un pugno nello stomaco, perche' sai che e' cosi. E rimani cosi a pensare.
Mentre leggevo, ancor prima dell'ultima frase pensavo a quella musica rock e a quegli anni che poiche' verdi erano bellissimi....
E pensavo che grazie a te ho aperto la mente musicale...

progvolution ha detto...

Ogni giorno lottiamo per distinguerci dal nulla, per non esserne assorbiti e consumati in esso. perchè noi siamo una sostanza diversa.

La sensibilità personale acuisce il nero e allontana il bianco, nulla sembra avere senso e importanza ma se riesci ancora ad essere trafitto dalla musica allora hai la possibilità di rigettarti nel bianco.

Andrà meglio, è certo, perchè peggio non è possibile.
Parola di uno che è stato disperatamente disperato per troppo tempo
Marco

Anonimo ha detto...

Ti prego metti da parte la zebratura, o meglio trasforma il bianco in un magnifico arcobaleno!!! I sette colori che appariranno nel cielo saranno le sette note della scala musicale della tua musica!!! Suonala!!!!!
T.V.B.