sabato 6 dicembre 2008

Lo scrivente

Chi l'avrebbe mai detto

Aspetti imprevedibili rendono questa nostra vita interessante da capire . A volte ci si ritrova in situazioni del tutto inaspettate; spesso si dice : chi l'avrebbe mai detto.
Siamo in un' epoca di informatizzazione spinta , e per certi versi questo nuovo mezzo offre possibilità illimitate. Niente di tutto cio' , nella vita quotidiana si immaginava diciamo 30 o 40 anni fa. Ebbene internet oramai è divenuto un normale mezzo di uso comune, anche gli anziani hanno sentito parlare di internet, e moltissimi di ogni età sono gli utilizzatori.
Con internet sono aumentate a dismisura le modalità espressive e le vetrine di esposizione. Ognuno di noi puo' creare a piacimento un proprio luogo e , si suol dire, anche una seconda o una terza identità virtuale. Sono nati a milioni i siti personali , siti di tutti i generi , da gallerie di foto , a esposizioni di arte, da pubblicazione di documenti , a siti di informazione. Poi sono arrivati gli spazi personali e i blog, ed è stato tutto un fiorire di diari on.line. Tantissimi articoli , alcuni ottimi , alcuni solo decenti, milioni in tutto il mondo. Moltissima gente che espone on.line il proprio pensiero , liberamente . Una rivoluzione di espressione.
L'esposizione on.line, delle proprie idee ha permesso a molte persone di presentarsi alla vita , al mondo , come mai avrebbero creduto di fare.
Questo è un blog, anche io in questo momento scrivo al mondo e a quanti leggeranno , chi con attenzione, chi distrattamente.
Ma non voglio parlare nè di internet nè di blog, nè tantomeno di tecnica, voglio parlare della mia professoressa di italiano.
Per vicende della vita io ho fatto le scuole lontano dalla mia famiglia , fin dalle scuole elementari e poi medie , io ho frequentato la scuola lontano da quello che è l'ambiente familiare. Non sempre si ha una famiglia canonica in cui vivere . Per cui ho frequentato le scuole inferiori vivendo presso la casa dei nonni, i quali essendo anziani , non avevano certo le capacità di seguirmi come si suol fare con i fanciulli che iniziano a studiare qualcosa.
Studiavo da solo , con l'aiuto del nonno ogni tanto .
A scuola c'era una professoressa di italiano , di grammatica italiana.
In ogni caso in italiano non avevo un rendimento buono, la professoressa aveva l'idea che dovessi impegnarmi molto di piu' , e che le mie espressioni fossero alquanto da migliorare, e la mia grammatica molto aleatoria.
Io non capivo bene cosa lei intendesse, dato che i miei temi erano sempre come dire.....presi dalla mia vita.
Ricordo ad esempio un tema : a chi vorresti assomigliare da grande. Ricordo che io scrissi molto di mio zio , a quel tempo ero innamorato di mio zio, lo vedevo bello, alto , pieno di amici, da ammirare.
Ricordo che il tema fece il giro del paese, perchè era un 'ode....piu' che un tema, una specie di poesia.
Un altro tema che ricordo bene era un tema sulle città. In quegli anni c'era la piena industrializzazione per cui tutti volevano andare a vivere in città, "la via Gluck " ancora doveva essere incisa da Celentano; insomma tutti scrissero delle vetrine dei grandi negozi, dei palazzi, delle strade, delle macchine.....io invece, ricordo che feci un tema sulla distanza dalla città. Io vivevo con i miei nonni nel paesello , e i miei genitori invece erano in città, quando mi ci portavano, potevo vedere cosa era la città , e la casa di città, e non vedevo l'ora di tornare al campicello del nonno, al verde della collina presso cui vivevamo. Feci un tema sulla assenza di verde che avevo visto in città, e lo conclusi con la frase : ma vorrei sempre tornare al mio paese sperando di trovarlo sempre pieno di verde.
Questo lo scrivevo molto prima di Celentano. Anche questo tema suscitò molto scalpore, perchè al paese non c'era niente , e io ero l'unico che avevo scritto del paese in cui avrei voluto vivere per sempre.
Passarono gli anni e gli studi , sempre però tartassato a scuola per le mie esposizioni. Ricordo anche al liceo un giudizio : ottimo tema, ma sarà tutta farina del tuo sacco?.
A distanza di quarant'anni ricordo ancora questo giudizio, mi è rimasto scolpito dentro.
Passano gli anni , passano i decenni e ora son qui , e nonostante tutto , dal mio sacco è uscita una buona farina, non posso dire se ottima o eccellente, ma di sicuro buona e onesta, e così capita che da questa farina vengano fuori un post come "ci son notti" , "mi chiamo Antonio" ,"11 anni" , "Gone Baby Gone", e capita che dalla stessa farina venga fuori un sito come "Garimar"che raccoglie commenti di persone inimmaginabili e reazioni che la mia vecchia professoressa forse non ha mai neanche potuto immaginare. Chi l'avrebbe mai detto ..... è proprio vero nella vita spesso ci si sbaglia....si commettono errori madornali , capita a tutti noi , me compreso naturalmente. Ma quando capita ad un professore i danni sono piu' gravi di qualunque altra professione.

1 commento:

Sabatino Di Giuliano ha detto...

Io sono il testimone... ancora vivente di cio' che dici. Ah il liceo... Sara' stata farina del tuo sacco?
Noi lo sapevamo che eri un grande.
Ed ora lo sei ancora di piu'
Ale' Tonio