sabato 26 gennaio 2008

Perchè tutto resti com'è


"Per il Re, certo, ma quale Re?"
Il ragazzo ebbe una delle sue crisi di serietà che lo rendevano inpenetrabile e caro. "Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la Repubblica. Se vogliamo che tutto rimaga com'è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?" Abbracciò lo zio un pò commosso. "Arrivederci a presto, ritornerò col Tricolore". La retorica degli amici aveva stinto un pò anche suo nipote; oppure no. Nella voce nasale vi era un accento che smentiva l'enfasi. Che ragazzo! Le sciocchezze e nello stesso tempo il diniego delle sciocchezze. E quel suo Paolo che in questo momento stava certo a sorvegliare la digestione di "Guiscardo!".
Questo era il figlio suo vero. Il cameriere venne a vestire e calzare il Principe. "Il tricolore! Bravo , il tricolore! Si riempiono la bocca con questa parola, i bricconi. E cosa significa questo segnacolo geometrico , questa scimmiottatura dei francesi, così brutta in confronto alla nostra bandiera candida con l'oro gigliato dello stemma? E cosa può far loro sperare quest'accozzaglia di colori stridenti?" Era il momento di avvolgere attorno al collo il monumentale cravattone di raso nero. Operazione difficile durante la quale i pensieri politici era bene venissero sospesi. Un giro , due giri, tre giri.
Il passo vigoroso faceva tintinnare i vetri dei saloni che attraversava. La casa era serena, luminosa e ornata; soprattutto era sua, Scendendo le scale, capì. "Se vogliamo che tutto rimanga com'è..." Tancredi era un grand'uomo: lo aveva sempre pensato.
.....
Molte cose sarebbero avvenute, ma tutto sarebbe stato una commedia, una rumorosa romantica commedia, con qualche macchia di sangue nella veste buffonesca. Questo era il paese degli accomodomanti, non c'era la furia francese; anche in Francia d' altronde, se si eccettua il Giugno del Quarantotto, quando mai era successo qualcosa di serio ? Aveva voglia di dire a Russo, ma l'innata cortesia lo trattenne "Ho capito benissimo: voi non volete distruggere noi, i vostri 'padri'; volete soltanto prendere il nostro posto. Con dolcezza , con buone maniere, mettendoci magari in tasca qualche migliaio di ducati. E' così tuo nipote, caro Russo, crederà sinceramente di essere Barone; e tu diventerai , che so io, il discendente di un boiardo di Moscovia, mercè il tuo nome, anzichè il figlio di un cafone di pelo rosso,come proprio quel nome rivela.Tua figlia già prima avrà sposato uno di noi , magari anche questo stesso Tancredi, con i suoi occhi azzurri e le sue mani dinoccolate. Del resto è bella, e una volta che avrà imparato a lavarsi... 'Perchè tutto resti com'è' . Com'è nel fondo: soltanto una lenta sostituzione di ceti. Le mia chiavi dorate di gentiluomo di camera, il cordone ciliegia di S. Gennaro dovranno restare nel cassetto, e poi finiranno in una vetrina del figlio di Paolo, ma i Salina rimarranno i Salina; e magari qualche compenso lo avranno: il Senato di Sardegna, il nastro pistacchio di S. Maurizio. Ciondoli questi, ciondoli quelli."

sabato 19 gennaio 2008

Il morbo estrapolatore di "coscienza"

Nella patria dell'italico linguaggio, capita sempre piu' spesso di stravolgere il significato delle parole.
La parola oramai in disuso è "coscienza" nella sua più larga accezione.
Sono definite tanti tipi di coscienza: la coscienza civile, la coscienza politica, la coscienza sociale, la coscienza ecologica, la coscienza spirituale e chi più ne ha più ne metta.
La scomparsa della "coscienza" dalla persona è dovuta ad una infezione da morbo che si contrae per via educativa.

Per ora non esiste diagnosi precisa di tale morbo , cui non è stato trovato nome adeguato; l'effetto della malattia , ha nel soggetto colpito un unica manifestazione: l'estrazione di quella sfera che appunto si chiama "coscienza". La malattia si manifesta in genere dopo i 15-16 anni di età, ma ultimamente si son verificati casi anche in soggetti di minore età (sintomo che il morbo subisce una mutazione nel tempo), per cui l'area di contagio si allarga a dismisura.

Nei soggetti adulti la malattia lascia il soggetto indebolito a tal punto che ha necessità imperitura di avere un sostegno e un comodo posto su cui poggiare le membra indebolite. Si rende necessaria a vita la presenza di una comoda "poltrona" che accompagni tutta l'esistenza del soggetto. Non sono conosciuti allo stato attuale rimedi efficienti e risolutivi.
"L'attaccamento alla poltrona" è l'unico rimedio per ora conosciuto per garantire la continuazione dell'esistenza del soggetto.
Contagi sicuri si riscontrano in ambienti quali "parlamenti","consigli di amministrazione","cariche pubbliche", "circoli didattici e non", "università", "ospedali e direttori", "ASL", "Istituti finanziari", "consigli comunali e regionali", "enti statali e non","sedi di partito", e qualsiasi altro luogo in cui ci sia una "carica".

E' altresì noto che il morbo attacca in special modo soggetti indegni e privi di scrupoli & affini. Ma è anche altresì noto che il morbo inizia a colpire settori della popolazione lontano dai palazzi, sono noti casi di "amministratori condominiali" che presentano gli stessi sintomi.

Dato anche il numero ridotto di poltrone disponibili, pur avendo incrementato la produzione, non tutti i contagiati potranno approvvigionarsene, per cui in tali casi l'infezione è mortale.
Comunicazione di nuovi contagiati e del progresso della malattia in soggetti già colpiti sono reperibili sui blog e agenzie di disinformazione, i bollettini ufficiali sono reperibili presso i maggiori tribunali civili e penali del belpaese.

mercoledì 16 gennaio 2008

Il SI e il NO


Chi ha paura del Papa ?...saranno gli stessi che hanno avuto paura del Dalai Lama ?

martedì 15 gennaio 2008

La gente


La gente tutta intorno a noi , la gente che vive e si muove, forma quello che è il nostro ambiente, l'humus su cui attecchisce la nostra azione quotidiana.
La gente con tutte le contraddizioni che comporta la moltitudine, la ridda di pensieri, la mistura delle emozioni dovuta al trovarsi tra esseri simili eppure diversi. Gente sempre diversa o uguale. Diversa nelle abitudini, nelle opinioni, nelle idee e nei propositi, uguale nelle emozioni anche se ognuno di noi ama vantarsi delle proprie peculiarità. La gente ti circonda, ti protegge ma ti ingabbia.
La gente è in grado di elevarti e di distruggerti; e di piu', di dimenticarti in un lasso di tempo che dura un battito di ciglia.
Perchè così siamo tutti noi , come la gente , paurosi e coraggiosi, forti e pavidi, intelligenti e ignoranti. La gente che non comprende il perchè ma che si muove come sotto l'influsso di potenti narcotici, si muove all'unisono senza riferimenti e senza risposte .
Non è forse nella gente che ci rispecchiamo tutti noi ?

Presenze


Nessuno intorno
da soli dentro
senza vento
senza movimento.
Eppure un alito
sul volto come di calore.

giovedì 10 gennaio 2008

Amore


Pagine infinite sono state scritte su questo tema classico e universale.

Volumi e opere grandiose richiamano al nostro spirito orizzonti infiniti e sogni eterei.

Sempre e sempre di piu in una società che si definisce pragmatica si parla e si discute attorno a questo tema centrale LAmore, quel sentimento profondo fatto di sensazioni e momenti fugaci, di veloci scalate e di repentine cadute.

Quel sentimento fatto di luce e di ombra di sfavillanti momenti e di antri tenebrosi. Quella sensazione interiore che si installa permanentemente nel nostro stomaco e non molla un secondo la presa, quella sensazione che amiamo e odiamo con tutte le nostre forze. Quella struggente paranoia che prende i nostri occhi e le nostre mani nel cercare allinfinito un qualcosa che possa allentare quella presa attorno al nostro cuore. Quellanelito di fame e di sete che vive e dorme con noi. Eroi di noi stessi nel cercare di innalzarci e scalare le montagne per arrivare a conquistare lambito e prezioso premio della supposta pace interiore. Nella scalata spesso cadiamo, ci sbucciamo mani e gambe, alcuni di noi si spiantano nella scarpata, ma puntualmente , insensibili al dolore, anzi piu forti , ci ritroviamo a riprendere limpresa.

Apprendiamo che il dolore delle ferite ci rende più esperti, vecchi anfratti non ci fanno cadere piu, ma sempre di nuovi ne scopriamo e dobbiamo superare nel nostro percorso. In cima ci ritroveremo a pezzi, stanchi , affamati, assetati, per un momento gioiosi della visione panoramica del mondo attorno, del bellissimo cielo aperto attorno a noi. Ma immediatamente ci ritroviamo a struggerci al pensiero di dovere, per un motivo o laltro, abbandonare quel luogo appena conquistato. Eccoci pronti a correre a costruire barricate, palizzate, muretti per non ricadere dabasso; ma siamo pavidi, e non abbiam la prontezza di prevedere tutti i possibili buchi, ci affanniamo nell’erigere sontuose fortificazioni e poi cadremo lungo un pertugio sfuggito alla nostra attenzione. Il mistero dell Amore conquistato, il mistero della sofferenza e della paura. Di tutto questo è scritto in pagine e pagine.

Parliamo invece del modo di esprimere questo sentimento, pochi fermano lattenzione sul nostro esser partecipi e complici di quello che ci attanaglia lo stomaco. Abbiamo espressioni che pronunciamo senza riflettere, e che a prima vista possono esser eteree e invece nascondono qualcosa di piu profondo. Un modo di dire classico della persona presa da fulgore amoroso èlo faccio per te.

Nel bene e nel male questo proferiamo quando ad esempio facciamo cio che ci sembra un bel gesto verso la persona amata.lo faccio per te !!!!

Ma cosa vuol dire cio ????

Cosa si intende esattamente quando lamore non è mai altruismo, ma è latto piu egoistico che ci sia sulla terra?

Cosa cè di piu egoista che laspirazione alla felicità, anche se condivisa da una persona che amiamo?

Vogliamo forse disconoscere che lamore è carnalità, passione, partecipazione, dolore, complicità, esigenza, volontà, che prende il corpo e di piu lo spirito?

lo faccio per te si tramuta in un lo faccio per me perché altrimenti non vivo, non respiro, non mangio, non mi muovo. “lo faccio per te è voler prevalere col proprio io una situazione che ci eleva (in arie non respirabili) o ci sprofonda (in acque limacciose). Entrambe le situazioni sono per il nostro essere invivibili.non perché non siamo pronti ma perché lostacolo è riconoscere proprio che: lofacciamo per noi”.

Amiamo per noi, piangiamo per noi, ridiamo per noi, soffriamo per noi, corriamo per noi, per noi sempre per noi immensamente. Per noi , per amare noi stessi , perché solo amando noi stessi , potremo trovare il modo di amare qualcun altro. “Lo faccio per te non vuol dir niente se non sottolineare il fare qualcosa per noi stessi. Qualcosa che in quel momento riteniamo indispensabile. Quanti di noi hanno sentito o hanno proferito quelle parole “lo faccio per te” ?

Quante cose e quanti amori avrebbero avuto un corso diverso se solo avessimo avuto il coraggio di dire “lo faccio per me” ?


domenica 6 gennaio 2008

Il pensiero ecologico


Un pensiero ecologico efficace - vale a dire un pensiero che sia nelle condizioni di trattare della realtà, e non solo di parlarci sopra - può darsi solo rifuggendo dagli ecologismi, che rappresentano altrettante fissazioni decadute della sua capacità complessiva.
In un tempo in cui tutti o quasi tutti , abusano del termine, sarebbe opportuno una pulizia dei farraginosi discorsi su coscienza ecologica.
Viviamo un tempo in cui termini come "termovalorizzatore, discarica, riciclaggio, sviluppo sostenibile" vengono confusi e mischiati in un frullato di massa critica per dare come risultato una melensa brodaglia di congetture e luoghi comuni.
L' ecologia di pensiero è il parlare della realtà per cio' che è, e non per paradigmi di riferimento.

Ci sono due due importanti maniere di fare conversazione che possono essere utilizzate in una rete di comunicazione. La prima Discorso Vivente, la seconda Discorso Morente. Per definire ‘Morente’ opposto a ‘Vivente’, sono le idee di Bateson, Illich, Maturana ed altri autori, soprattutto per descrivere gli effetti diversi che si verificano nel vivere, per un prolungato periodo di tempo, nell’una o nell’altra forma di conversazione.

Molto semplicemente , le reti a Discorso Morente, si identificano con il linguaggio avvilente e consumistico della manipolazione reciproca tra le persone, mentre il Discorso Vivente si trova nelle reti connotate dal mettere al primo posto la tendenza verso la reciproca comprensione.

Chiaramente sono concetti piuttosto profondi da assimilare , anche se incosciamente viviamo in un mondo basato su siffatti rapporti.

Solo la interculturalità delle discipline, e di più, delle culture, puo' permettere una crescita naturale del nostro pensiero e quindi , in sintesi, del nostro Io cosciente, spingendoci a vivere in quel che chiamiamo Lo sviluppo sostenibile.

Lo sviluppo delle nostre idee autosostenibili dal nostro pensiero in crescita ed evoluzione continua.

Banalmente le varie forme di comunicazione sono solo un ponte di lancio per il nostro aereo , che si deve involare verso mete cognitive sempre piu' lontane , e sempre piu' ampie. Solo così possiamo dire di partecipare con l'essere vivente allo sviluppo di cio' che è coscienza.
E solo la coscienza delle cose puo' guidare la scelta della nostra vita verso ogni campo delle attività umane, sia che si tratti di economica, che di filosofia, sia che aneliamo la pace che la serenità interiore.




venerdì 4 gennaio 2008

Programmi notturni


Come già scritto in un altro post , la recente visita nel nostro paese del Dalai Lama (Tenzin Gyatso), ci ha insegnato moltissime cose. Ma la scoperta vera l'ho fatta involontariamente una notte di veglia, quando per ingannare il tempo ho preso a navigare tra un canale e l'altro. Scoprire che su RaiDue (notte fonda 04,40 del 03/01/08) per conto del network Uninettuno (Università Nettuno) , veniva trasmesso integralmente il discorso:
è stata una piacevole sensazione.
Istantaneamente la veglia si è trasformata in un attentissimo ascolto di parole importanti come il latte per un neonato. E' stata una esperienza pari allo sfamare un affamato, dissetare un assetato; conoscenza e sapere elargiti con concetti semplici e comuni che sono in ognuno di noi; è stata una trasmissione che non ha eguali nel panorama televisivo attuale.
Un discorso allo stesso tempo semplice , con parole comprensibili a ogni persona, e illuminante sul significato della conoscenza stessa, e dell'etica che sia scevra da ogni insegnamento religioso. Un insegnamento non solo per le nuove generazioni e per coloro che dovranno sostenere il futuro , ma per tutti coloro che hanno nella conoscenza, una filosofia di vita. Un discorso in cui riferimenti a concetti quali -valori- e -morale-, non sono solo vacue parole abusate e sfruttate per meri scopi di commercializzazione delle proprie idee, ma esposti per innalzare il sapere di ognuno di noi. Un grande insegnamento che puo' solo spronare gli uomini veri (oramai pochi) a vivere in coscienza la vita , senza sprecarla in obiettivi vuoti e privi di qualunque significato. Un discorso che non è stata una propaganda religiosa come , purtroppo, capita nelle nostre rinomate e lussuose chiese occidentali.