lunedì 3 dicembre 2007

Le Fate


Il termine Fata deriva dall’antico "faunoe o fatue", che nella mitologia pagana indicava le compagne dei fauni, la parola Fata deriva anche da "fatica", che nel medioevo era sinonimo di "donna selvatica" cioè dei boschi, delle acque.

Sono esseri soprannaturali dotati di potere magico grazie al quale possono mutare aspetto e farlo mutare agli altri.

Frequentano caverne, colline, boschi, sorgenti.

Esiste la contrada delle fate , visitabile soltanto da coloro che a propria insaputa hanno una buona ragione per andarci.

E' raggiungibile percorrendo uno dei tanti sentieri che si addentrano in una foresta. Sul limitare esiste un cottage i cui quattro angoli inglobano quattro grandi querce, (dal nome di questi alberi deriva anche il nome degli antichi saggi della religione celtica: i druidi, dalla parola greca drys che significa quercia)(*) i loro rami si intrecciano sopra il tetto proteggendo la casa, dal terribile frassino malefico. La donna che ci abita ha sangue fatato e nel giardino vivono fate-fiore, i cui corpi apparenti, che sarebbero i fiori stessi, muoiono non appena le fate si allontanano.

Gli alberi della foresta hanno tutti frutti commestibili, il faggio ha la voce e la forma di una donna, e protegge i viaggiatori che vi si avventurano dai folletti.
L'ontano è capace di cambiare aspetto per adescare la gente nella sua grotta , consegnandoli poi al frassino.
Dopo una giornata di cammino , si giunge presso una collina rocciosa, alla cui base si trova una caverna con un bassorilievo rappresentante la storia di Pigmalione.

Dopo un altra giornata di cammino si arriva presso il luogo ove ci sono la casa dell'Orco, costruita a ridosso di un cipresso in una radura; se un incauto viaggiatore apre la porta di una stanzetta di questa casa vi trova la propria ombra , che poi lo seguirà ovunque.
Attraversato il ponte sul ruscello si arriva al palazzo di Marmo Bianco, pieno di stanze ognuna con una meraviglia.
Una sala dal tetto azzurro contiene una piscina profonda quanto il mare, un altra stanza pervasa dal color cremisi e sostenuta da mirabili pilastri neri che si intersecano verso l'alto formando una trama simile alle nervatura di una foglia.
Nei pressi del palazzo, percorrendo un sentiero, si arriva ad un cottage su una penisola, dove finchè il fuoco viene mantenuto acceso è sempre giorno. All'interno ci sono quattro porte: quella della fanciullezza, quella dei sospiri, quella dello sgomento , e quella dell'eternità.

Nel paese delle fate un viaggio di ventun giorni sembrerà durare ventun anni.

(Phantastes George Macdonald Fraser 1858)

(*) Valerio Massimo Manfredi -L'ultima Legione

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