domenica 28 ottobre 2007

Esser grandi

Voler sembrare sempre impegnati,
immergersi nel lavoro,
dimostrarsi sempre presi
in complicati discorsi,
presi da elaborazioni,
catturati da relazioni,
documenti,rapporti,
grafici,dati.
Immergersi in calcoli complicati,
riempirsi la testa
di procedure,
regolamenti...
Il tutto per apparire
impegnati, sentirsi presi,
sentire la responsabilità,
cercare di appagare il proprio
ego non tanto nascosto.
Si dice:
"dimostrare a se stesso quanto
si vale".
Dimostrare di essere preso
in considerazione
ed esser valutato ,
considerato,
essere un punto di riferimento.
Comprendere e sentire
di fare qualcosa di importante,
di svolgere un ruolo,
di svolgere una missione.

Il tutto confezionato con un
vestito di alta efficienza,
di impegno per la famiglia,
di impegno per i propri figli,
di impegno per i propri amici
di impegno per la propria vanità.

ma per cosa????
Per cosa tutto questo?
Per quale motivo muoviamo mare e monti
e ci sentiamo tanto importanti
su quella poltrona...come se
il nostro ruolo fosse importantissimo?.

Ci precipitiamo con i fogli sotto il braccio
neanche che le sorti del mondo
dipendessero dalle nostre scelte.
ma quale mondo?
Quale mondo contribuiamo a formare
col nostro operato?

Siamo davvero convinti, in fondo,
che il nostro ruolo sia tanto importante
e che soprattutto facciamo tutto questo
perchè ne vale la pena?

Ore, giorni, notti passate dietro quel problema,
quella riunione,quella stramaledetta relazione
che il capo vuole cambiare sempre all'ultimo momento,
dietro quel grafico che non ne vuole
sapere di seguire l'andamento desiderato.
Ragionamenti astrusi ....sempre piu' astrusi,
per inseguire vacue chimere di successo.
E il tempo....il tempo inglorioso che passa
inesorabile minuto dopo minuto,
ora dopo ora, giorno dopo giorno,
e infine ci ritroviamo
dinanzi alla porta di casa
(messo che ne esista una!)
Ci ritroviamo come stranieri,
dinanzi ad una porta che dovrebbe
aprirsi sul nostro vero mondo,
e che invece ci porta (per chi ha famiglia)
in un inferno di chiasso ,
problemi,discussioni,
il tutto ci rende desiderosi di passare il minor
numero di minuti in quella bolgia,
desiderosi di ritornar subito
ai nostri beneamati fogli e relazioni;
oppure (per chi è solo) la porta
che si apre sul silenzio di tomba,
su quelle stanze vuote,
su quei minuti da riempire
e non si sà mai come;
anche in questo caso rendendoci
desiderosi ti tornare ad occuparci
delle sorti del mondo.
E così ora dopo ora passa
la nostra vita,
e non ci accorgiamo
di cio' che ci passa accanto.
Non vediamo
che l'importante sfugge alla nostra attenzione,
che davvero non viviamo
ma sopravviviamo.
E così ora dopo ora, giorno dopo giorno,
lotta dopo lotta, ci sentiamo conquistatori,
vincitori con i nostri traguardi raggiunti.
Gli obiettivi....si dice in termini lavorativi...
già sempre gli obiettivi....ma mai che tali
obiettivi siano davvero nostri...siano davvero
gli obiettivi del nostro cuore.
E così dopo tantissimo tempo scopriamo
quello che tutti i conquistatori hanno appreso
a loro spese: la vittoria non è altro
che la sconfitta travestita.
E ci ritroviamo infine a non aver concluso niente.
Il nostro posto sarà presto preso
da altri conquistatori
piu' forti di noi ,
e il nostro ricordo
non durerà che un secondo.
E scopriremo quanto siamo stati sconfitti
quando sentiremo in vuoto interiore
il vuoto che ti lascia ogni vittoria
che non sia quella del proprio cuore.
E lo sgomento allora
ci sommergerà
rendendoci ancor piu'
poveri di ciò che siamo,
lo sgomento di aver
perso la nostra anima,
e la nostra vita.

...per cosa?